La Repubblica 15 luglio 2001 "Io
non sono un avversario
il dialogo deve continuare"
Il capo della diplomazia si difende: "Dicano quello che vogliono,
il nostro impegno è massimo"
l'intervista
MARCO ANSALDO
ROMA - «Agnoletto dice che sono il vero antagonista politico del Genoa social forum?
Io rispondo che non è così, che anzi il dialogo continua, in maniera intensa e nel modo
più allargato. Lo dimostrano le ultime riunioni che ancora questa mattina abbiamo avuto
alla Farnesina. Insomma, io più di così non so che fare».
Parla schietto Renato Ruggiero, nonostante la fama di gran diplomatico. Allarga le braccia
e replica costernato alle ultime accuse del leader degli antiG8. Si difende sfoderando un
sorriso. Ma mai quanto oggi il contrasto fra governo e movimento antagonista appare
insanabile.
Il primo sfogo, in napoletano stretto, gli era già sfuggito mercoledì scorso, nel chiuso
di un ascensore alla Camera dei deputati, dopo che il padre della Tobin tax aveva
sconfessato le intenzioni del movimento sul suo vecchio progetto. «Questo Tobin non ne
vuole sapere di loro. Adesso dovranno inventarsi un'altra cosa». E sbuffando contro i
contestatori aveva preso d'infilata il corridoio di Montecitorio per involarsi verso un
appuntamento al Quirinale. Ora, estenuato dall'ennesimo martellante attacco degli antiG8,
il ministro degli Esteri nasconde l'insofferenza sempre più a stento. Senza per questo
smettere di profondere tutto il suo impegno, come spiega con forza, nel proseguire un
negoziato che pure appare sempre più difficile man mano che l'inizio del vertice si
avvicina. Ieri, all'uscita della festa del 14 luglio all'ambasciata di Francia, il capo
della diplomazia italiana ne ha parlato con Repubblica.
Ministro, come stanno procedendo i tentativi di dialogo in vista del G8?
«Dal mio di vista, bene. Abbiamo fatto anche questa mattina una riunione molto importante
alla Farnesina con delegazioni delle Organizzazioni non governative, del mondo del
volontariato e della cooperazione internazionale. Laici e cattolici insieme. Insomma, il
processo di dialogo e di consultazione con esponenti della società civile è molto ampio.
E il nostro impegno è tutto teso a rafforzare la comunicazione per arrivare a una
riflessione comune su come riuscire a governare la globalizzazione».
Lei ha da poco iniziato il suo nuovo incarico, si aspettava che fosse così faticoso?
«È vero, è un periodo faticoso, ma non importa. La fatica stava nel conto. Stiamo
lavorando perché l'appuntamento che ci aspetta è importante e vogliamo affrontarlo al
meglio. Ecco perché mi sto prodigando a parlare con tutti».
Eppure il leader del Genoa social forum, Vittorio Agnoletto, non sembra concordare. Dice
che lei non è credibile e che rappresenta il vero antagonista politico del loro
movimento. Che cosa ne pensa?
«Che cosa vuole che risponda? Agnoletto dica quel che vuole. Continuano a dire che io
sono il loro antagonista, ma non è così. Ho parlato con loro, ho preparato dei
documenti, sto continuando a tessere il dialogo, ho allargato il fronte degli
interlocutori, ho convocato personaggi di livello internazionale. Ma che cosa pretendono,
non lo capisco. Io più di così non so che fare».
Eppure proprio Agnoletto dice che l'ha incontrata solo una volta, che lei si accredita
ingiustamente di avere un rapporto di confronto con il movimento, che anzi ha presentato
al Gsf un documento di una sola paginetta tratto da un discorso alle Nazioni Unite. Che
cosa risponde?
«Che queste accuse sono ingiuste. Quel documento è stato preparato con cura. Insomma,
continuino a dire quel che vogliono, loro facciano il loro mestiere, noi facciamo il
nostro. Ma ho l'impressione che queste critiche siano pretestuose. Non capisco perché
continuano ad attaccarci quando sto cercando di mettere in campo tutti gli sforzi per
proseguire il dialogo. Guardi che in queste due settimane ho passato, non vorrei
sbagliarmi, mi sembra 52 ore fra Camera e Senato per presentare il lavoro che abbiamo
impostato su Genova. Posso assicurarle che continuerò a lavorare e a non risparmiarmi per
fare un buon G8». |