Manifesto 12 luglio 2001 INTERVENTO
Il mondo come un Mc
FREI BETTO *
La riunione del G8 attirerà a Genova difensori e critici dell'attuale
modello di globalizzazione. Uno degli eventi alternativi più importanti è il ciclo di
conferenze "Cultura e Politica mondiali" promosso dall'università di Genova,
nella facoltà di architettura, che è cominciato il 10 e si chiuderà il 16 luglio. Dai
dibattiti dovrà scaturire un documento da consegnare ai leader del G8. Nel ciclo vengono
analizzate le prospettive aperte dai recenti progressi della genetica, le sue implicazioni
dirette (cloni) e indirette (transgenici) sulla nostra qualità della vita. Scienziati,
professori e artisti provenienti per la maggior parte dall'emisfero nord, discutono anche
temi quali "Globalizzazione e conflitti", "Sistemi di informazione e
comunicazione di massa" e "Diritto alla cultura". La globalizzazione è
senza dubbio la grande stella di Genova, obiettivo di applausi e fischi. Essa funziona
come una lente di ingrandimento che permette allepopolazioni mondiali non solo di mettere
a fuoco le implicazioni internazionali dei problemi locali, ma anche i suoi effetti
collaterali sulle nostre vite. Per i capi di stato, che entro dieci giorni staranno
trincerati nel bunker militare in via di costruzione a Genova, la globalizzazione, intesa
come mondializzazione del mercato, è un progresso i cui effetti negativi possono essere
emendati. Per gli intellettuali che già occupano quel bastione della resistenza che è
l'università di Genova, la globalizzazione rappresenta, di fatto,
l'"occidentalizzazione" del mondo, con l'obiettivo di rispondere agli interessi
del capitalismo nella sua fase più avanzata, quella della transnazionalità degli
oligopoli imprenditoriali.
E' sintomatico che il ciclo di conferenze abbia preferito dibattere gli aspetti culturali
e politici della globalizzazione, in generale considerati meno rilevanti rispetto a quelli
economici. Per gli organizzatori dei dibattiti, come i professori Marcello Danovaro e
Cristiano Ghirlanda, la mondializzazione non è altro che un cliché demagogico di
coloro che cercano, di fatto, di imporre al pianeta un pensiero unico, o di una fascia
privilegiata dell'emisfero nord - dove il 20% della popolazione mondiale consuma l'80%
della produzione industriale del pianeta - con carattere di universalità incontestabile.
Non è l'economia che si mondializza, è il mondo che si economicizza, riducendo tutti i
valori, materiali e simbolici, ai prezzi di mercato. Un tale fenomeno subordina la cultura
e la politica alla legge della domanda e dell'offerta. Come la teoria economica non fissa
nessun limite all'impero del mercato, tutto ciò che è oggetto del desiderio umano si
riduce ai rapporti di scambio, secondo le regole del sistema: uno dei partner ricava più
vantaggio di un altro. Sul piano culturale, la creatività tende ad abbandonare l'audacia
dello spirito umano per adeguarsi alla forma di mero intrattenimento, come i prodotti
preconfezionati che ingorgano i nostri canali Tv. Sul piano politico l'Italia offre un
esempio ovvio, con l'elezione di Berlusconi. L'agenda politica dei paesi finisce così per
essere dettata, ogni giorno di più, dagli interessi delle transnazionali e, ogni giorno
di meno, dalle reali necessità nazionali. La politica abbandona progressivamente la sua
funzione di governare il processo economico e sociale interno, per amministrare strategie
economiche imposte ai paesi dall'esterno. Sul piano culturale, tutta la comunicazione di
massa si riduce a mera appendice pubblicitaria, diretta a formare più consumatori che
cittadini. Internet, per quanto rappresenti una rivoluzione strutturale presentata come un
veicolo di informazione globale, è un prodotto i cui contenuti e tecnologia sono
monopolio dell'Occidente. Si manifesta, oggi, con un grande paradosso: quanto più si
parla di libertà di informazione, tanto più i media stanno nella mani di grandi attori
economici che impongono uno stesso modo di pensare e di vivere, tutto in funzione della
regina assoluta: la merce. E' la "mcdonaldizzazione" del mondo, anch'esso
ridotto a un solo palato.
*Da "Latinoamerica", www.giannimina-latinoamerica.it
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