Manifesto 15 luglio 2001

VERSO GENOVA DA ROMA
I migranti davanti al Viminale: "Vogliamo manifestare in piena libertà e senza censure"
CI. GU. - ROMA

Viste le limitazioni imposte alle frontiere dal governo italiano, la manifestazione dei migranti del 19 luglio a Genova acquista un significato particolare: la fortezza Europa non si scaglia soltanto contro i migranti "extracomunitari", ma anche contro i "comunitari" scomodi. Proprio ieri i migranti romani che aderiscono a R.a.g.e. hanno manifestato di fronte al ministero degli interni per chiedere di poter manifestare "in piena libertà, senza limitazioni o censure operate dalle autorità".
Un centinaio di persone si sono ritrovate di fronte al Viminale con i megafoni e uno striscione significativo: "Ogni permesso di soggiorno negato è una condanna a morte". Non ci vanno leggeri gli immigrati, con 4mila persone ancora condannate alla clandestinità dalla sanatoria del '98 e il problema dei rinnovi del permesso di soggiorno sulle spalle. Ma a Genova andranno a gridare anche altre ragioni: "Saremo a Genova per condannare il progetto economico degli otto grandi del pianeta - dice Bachu - che causa o fomenta gli embarghi, le guerre come quella in Palestina, la distruzione dell'ambiente. Noi del sud del mondo siamo le prime vittime, esiamo costretti a temere le alleanze come quella del G8, perché finché fra di loro va tutto bene nel mondo si mantiene un certo equilibrio, ma se domani dovessero avere dei problemi si sctenerà una guerra planetaria".
Ieri una delegazione degli immigrati è stata ricevuta da Walter Crudo, direttore della prima divisione del Servizio immigrazione del Viminale, a cui hanno dichiarato che il giorno della partenza per Genova non accetteranno controlli che vadano aldilà del riconoscimento di identità. Ma non si sono fermati qui: hanno chiesto un incontro con la questura per lo sblocco dei permessi ancora sospesi della sanatoria del '98, e hanno chiesto che il permesso di soggiorno sia concesso attraverso la sola iscrizione all'ufficio di collocamento.
Il 16 luglio dalle 9 alle 13 si terrà un presidio davanti alla "zona rossa" di Roma, l'ufficio stranieri della questura di Roma che, neanche a farlo apposta, si trova in via Genova. "Qui ogni giorno si consumano centinaia di violazioni delle leggi e dei diritti umani fondamentali", denunciano i promotori.