La Stampa
Lunedì 16 Luglio 2001


Genova oggi si sveglia con il «muro»
Delimitata nella notte la zona rossa. Subito chiusi 100 varchi

inviato a GENOVA
QUANDO verso il tramonto le nuvole del temporale hanno oscurato il cielo rubando a Genova un’ora del suo splendore, gli argani mobili sono usciti dagli hangar delle officine e hanno preso posizione. Alle 19,30 hanno dato gas ai motori: la costruzione di "Forte G8" poteva cominciare.
Sotto gli occhi ormai disincantati della gente, le macchine hanno iniziato a sollevare i blocchi di cemento colorati in bianco e nero e a spostarli al centro della strada. Li chiamano «new-jersey» e sono alti circa mezzo metro e lunghi due: serviranno da base agli sbarramenti organizzati dalle forze dell’ordine per proteggere la tranquillità degli 8 capi di Stato durante i giorni del summit internazionale.
Gli operai convocati dalla Questura, hanno continuato a spostare i blocchi per tutta la notte, cambiando per le prime luci dell’alba la toponomastica di una città che già ieri si era svegliata completamente presidiata e che ormai stenta a riconoscersi. E da qui a mercoledì, i «jersey» si moltiplicheranno piano piano fino a sbarrare del tutto l’accesso al centro, sormontati da reti alte quattro metri che dovrebbero, nelle intenzioni delle forze dell’ordine, scongiurare gli assalti previsti dei contestatori. Che, va da sé, trasformeranno queste trincee di protezione in palestre d’ardimento. Da stamattina, dopo essere rimasti inattivi per una settimana ai bordi delle strade, i «jersey» bloccheranno i primi accessi tra i vicoli della zona che dal Porto Vecchio sale verso Palazzo Ducale (oltre 100) e i 14 varchi pedonali e veicolari che separano da ponente a levante la città delimitando così concretamente la zona off-limits entro la quale si circolerà solo muniti di passi. Il fortino dei G8 non sarà più una linea rossa virtuale segnata solo sulle mappe ma una realtà con la quale i genovesi, almeno quei pochi decisi a restare, dovranno fare i conti per questa settimana.
E si tratta di conti salati, visto che il traffico verrà dirottato sulla circonvallazione a monte, un’arteria stretta e tortuosa che, informano gli esperti, può reggere soltanto il passaggio di 800 auto all’ora, contro le 7.000 che normalmente smaltisce la sopraelevata per collegare i due estremi di Genova. «Abbiamo concordato - spiega l’assessore al Traffico Aracangelo Merella - che la chiusura sia graduale affinché questa non sia di ostacolo, ancora per qualche giorno, ai mezzi pubblici e privati».
Ma i genovesi, che ancora ieri animavano il centro, ormai hanno capito l’antifona e, nonostante gli appelli delle autorità a restare, si stanno organizzando: le prime avanguardie hanno abbandonato la città fin da questo week-end trasferendosi, per chi ce l’ha, nelle case al mare o nell’entroterra, oppure comprando viaggi last minute nelle agenzie specializzate che hanno già annunciato trionfanti di aver oltrepassato di gran lunga il normale fatturato di luglio. Entro giovedì il rischio è che Genova anticipi il Ferragosto, mandando in crisi, per mancanza di rifornimenti e locali chiusi, soprattutto gli abitanti delle periferie e dei quartieri popolari che, G8 o non G8, rimarranno in città. «Sarà una settimana di black-out su tutta la linea - pronostica Pierluigi D’Angelo, presidente provinciale dell’associazione nazionale amministratori condominiali - e in caso di guasti le difficoltà saranno notevoli perché non sapremo chi mandare, quasi nessuno dei nostri fornitori lavorerà». Dunque, anche senza «l’assedio di idee e di parole» promesso dal Genoa Social Forum, basteranno i muri eretti dalla Polizia per mandare in crisi la città. In questa situazione d’incertezza, ancora tutta da verificare, c’è però chi già mette le mani avanti. Ieri il vicepresidente della Camera dei Deputati, Alfredo Biondi, ha annunciato che proporrà al governo «una congrua detassazione» per i commercianti del capoluogo ligure «costretti ad affrontare disagi molto gravi e minori incassi derivanti dalle limitazioni che il G8 ha imposto al commercio genovese».
E lanciano un appello a Provincia e Comune anche i ragazzi anti G8 per l’ospitalità delle 200 personalità invitate da tutto il mondo a partecipare alle iniziative dei Public Forum, che rischiano di dover dormire negli accampamenti dei giovani dopo la decisione della regione di ritirare lo stanziamento di 300 milioni promesso per la loro sistemazione negli alberghi: «Il presidente della giunta regionale Biasotti - scrivono in un comunicato - dopo aver assunto impegni solenni nelle riunioni con il governo, gli enti locali e il Gsf, si è tirato indietro accampando scuse risibili. Per Genova, che nel 2004 sarà capitale europea della cultura, è un buon modo di accreditare l’immagine nel mondo. Il Gsf fa appello a Provincia e Comune perché dimostrino che Genova è ospitale, in modo che agli ospiti del Gsf sia ridata la voce e la possibilità di essere ospitati degnamente».