Manifesto 13 luglio 2001

Genova senza sindacati
Sì di Cigl, Cisl e Uil alla manifestazione del 19 con gli immigrati. Ma solo con un documento
TIZIANA BARRUCCI - ROMA

Un riconoscimento politico dell'esistenza del Genoa social forum. Dopo tre ore di lungo confronto il Gsf ha incassato l'avvio di un dialogo con i sindacati confederali.
In sostanza un rappresentante del movimento antiglobalizzazione sarà presente all'incontro mondiale dei sindacati previsto per il prossimo 18 luglio a Genova, mentre un documento sotto forma di breve messaggio verrà letto alla conclusione della manifestazione per l'immigrazione indetta dal Gsf per il 19 nel capoluogo ligure.
"E' ovvio che come tutti gli organizzatori di una manifestazione avremmo preferito una grossa adesione da parte del sindacato, ma quello raggiunto oggi (ieri, ndr) è un passo avanti significativo, l'inizio di un dialogo futuro anche con scadenze periodiche", ha commentato il portavoce del Gsf Vittorio Agnoletto uscendo dalla sala Santi nella sede nazionale della Cgil a Roma. Una mezza vittoria ottenuta al tavolo con Sergio Cofferati (Cgil), Sergio Betti (Cisl), Luigi Angeletti (Uil), Tom Benettollo (Arci), Luca de Fraia (Sdebitarsi) e Raffaella Chiodo (Tavolo della pace). Cgil, Cisl e Uil saranno dunque a Genova il 19, anche se la loro presenza sarà limitata a un comunicato. Per il 21, giorno della manifestazione conclusiva, ufficialmente invece i sindacati non ci saranno. Un modo per sottolineare le differenze con il popolo di Seattle? "Non è un problema di dissenso", si affretta a chiarire il leader della Cigl Sergio Cofferati. "Dobbiamo lavorare sui punti di convergenza e far vivere con ogni mezzo l'impegno per il rispetto dei diritti fondamentali".
La partecipazione con un documento dei confederali alla manifestazione degli immigrati rappresenta comunque un elemento significativo per Agnoletto che tiene a ribadire "l'importanza di sostenere la lotta a favore della libera circolazione delle persone" anche se restano i "vuoti".
E i "vuoti" sono i contrasti tra le due realtà che vengono da storie e ragioni sociali diverse, sono lo scontro sulle modalità di rapportarsi rispetto agli orgnanismi internazionali, (Fondo monetario e Banca mondiale), vale a dire la "concertazione globale" - auspicata dai sindacati - mentre l'accordo di ieri costruisce le sue fondamenta sulle posizioni comuni nella rivendicazione dei diritti fondamentali dei lavoratori, messi da parte dalla globalizzazione.
"Un risultato positivo", si affretta a precisare Agnoletto che sulla questione centrale delle strutture sovranazionali non si sbilancia troppo: "E' un terreno molto complicato" dice, limitandosi a ricordare che "anche noi abbiamo ancora in corso una discussione interna al movimento". Ma lo scontro è chiaro, anche perché è lo stesso Cofferati che ricorda come i sindacati "presenteranno al governo italiano un documento che il presidente del consiglio si impegnerà a portare al G8 di Genova".
E poi c'è l'Europa, una realtà vista da due angolazioni diverse. Perché la Confederazione europea dei sindacati non ci sta a collocare il processo di unificazione europea nel contesto della globalizzazione - e lo ricorda con un documento distribuito durante l'incontro in Cgil - visto che "la diversità europea va difesa non solo perché garantisce i diritti dei lavoratori ma perché in prospettiva l'Europa può rappresentare una forza alternativa alla liberalizzazione selvaggia".
Una mezza vittoria quindi, quella di ieri, che non porta adesione ufficiale e organica, ma garantisce anche un appoggio delle singole realtà territoriali che potranno scendere in piazza accanto al Gsf, come l'adesione già annunciata da parte del segretario della Cgil Emilia Romagna Gianni Rinaldi. E quando i giornalisti chiedono se gli elementi di contrasto tocchino anche le diverse modalità di gestione della piazza, un no secco arriva da ambo le parti che rivendicano, un incontro serio "finalmente incentrato soltanto sui contenuti del vertice di Genova".