Manifesto 18 luglio 2001

L'odissea del signor Luigi
DIARIO QUOTIDIANO di AUGUSTO BOSCHI -

Fino all'altra sera non c'erano. Se ne sentiva parlare, era qualcosa che si sapeva sarebbe arrivata ma in fondo non ci credeva nessuno o, meglio, nessuno arrivava a immaginare come sarebbe stato. Poi ecco gli operai della ditta appaltatrice che gettano le piattaforme di cemento dentro cui inserire i tubi che sorreggono le grate metalliche. Sotto lo sguardo attento dei carabinieri e della polizia i vicoli intorno al ducale vengono chiusi, la zona sigillata. Per entrare in piazza delle Erbe bisogna salire due scalini di cemento e passare sotto le forche caudine di una porticina di metallo che sembra quella di un carcere. Vabbè, si dice. Sono questioni di sicurezza. Dall'altra parte della strada c'è Palazzo Ducale, arriveranno gli otto grandi, devono lavorare tranquilli. Bene. Ma al di là di tutte le supposizioni che si possono fare e degli scenari che si possono costruire, ecco cosa succede nella zona gialla transennata dalle grate anti-invasione.
Il signor Luigi un tempo aveva una carrozzeria. E' conosciuto, qui nei vicoli, che sono un posto dove è impossibile far l'amore senza disturbare i dirimpettai. Il signor Luigi ha passato la settantina, non se la passa benissimo e da un po' di tempo vive al secondo piano di una vecchia casa di salita Pollaioli. Se si sporge dalla sua finestra e guarda a destra, vede le colonne e la scalinata di Palazzo Ducale. E infatti il signor Luigi ieri notte apre la finestra e si sporge, ma non per guardare i monumenti. Probabilmente per aggiustare il cavo dell'antenna tv che sta facendo le bizze. Sta di fatto che perde l'equilibrio e cade. Il vicolo controlla e qualcuno chiama immediatamente i soccorsi; la notizia arriva in piazza delle Erbe, e immediatamente c'è che va a controllare quello che è successo, di chi si tratta, com'è accaduto. Arriva anche l'ambulanza, di quelle grandi e moderne con tutto l'occorrente per il primo soccorso. Peccato che ci siano le barriere e nel vicolo, arrivando dal ducale e da piazza Matteotti, non si può entrare. E provare ad aggirare l'ostacolo passando da dietro? No, non se ne parla. Sempre le barriere o vicoli così stretti da permettere a malapena il passaggio di una 500. I barellieri lo sanno e corrono a perdifiato attraverso la porticina della barriera d'acciaio; ma ci sono gli scalini, non è facile passare. Inciampano all'andata con la barella vuota, inciampano al ritorno con il signor Luigi sulla lettiga. Alla fine ce la fanno e vanno via, il signor Luigi è malconcio ma vivo. Nel vicolo selciato restano un pacchetto di Diana a metà, gli occhiali da vista e una domanda: e se scoppia un incendio, come cavolo ci arrivano, qui, i pompieri?