Manifesto 15 luglio 2001

"Per me Genova è ok"
Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi arriva a Genova. Accolto dalla musica di Manu Chao, tra qualche disposizione sugli arredi e una promessa sulla sanità, parla anche degli antiG8: "Non capisco perché vogliono contestarci, visto che parliamo degli stessi argomenti"

AUGUSTO BOSCHI - GENOVA

Arriva il presidente. Sbattono i tacchi dei carabinieri immobili nel saluto e, mentre Silvio Berlusconi sale la scalinata di Palazzo ducale accompagnato dal sottosegretario agli esteri Vattani, nell'atrio del palazzo che ospiterà il vertice si diffonde una musica che non è né l'Inno di Mameli né quello di Forza Italia. Berlusconi viene accolto dalle note di Ultima fermata: esperanza, colonna sonora del popolo di Genova, e la scelta di Manu Chao per dare il benvenuto al presidente si deve alle bariste del Mentelocale Caffé, l'internet bar che si trova all'interno del palazzo. Le casse continuano a diffondere le canzoni dell'artista franco-spagnolo durante tutta la visita: Berlusconi osserva le piante di limone e di alloro disposte geometricamente nel chiostro e suggerisce di cambiarne la disposizione: "meglio mettere i limoni dietro, è più scenografico". Poi salgono tutti al piano superiore, dove si trovano la sala del Maggior consiglio e gli altri saloni che ospiteranno il vertice degli otto. L'arredamento delle sale è stato completato: ci sono persino cinque scrivanie del settecento complete di calamai. Ai lati dell'entrata che dà su piazza Matteotti c'è un tendone arrotolato. Il problema sono i due palazzi della piazza che, ricostruiti negli anni cinquanta, non sono in linea con l'architettura generale e rischiano di fare brutta impressione su George Bush junior e sugli altri capi di governo. E allora, poiché non è bello chiudere il pesante portone perché darebbe l'impressione che i grandi vogliono isolarsi dal resto del mondo, alcuni addetti verranno messi a guardia con il compito di abbassare il telone pochi minuti prima della discesa degli otto. Ma visto che il programma prevede una passeggiata dei premier dal porto antico per via San Lorenzo fino alla piazza, la tenda non bastava e quindi si è provveduto a calare due finte facciate cinquecentesche di tela sui caseggiati incriminati. Sì alle lenzuola dipinte, no alla biancheria. Ottemperando agli ordini, il sindaco Giuseppe Pericu ha fatto pervenire un invito agli inquilini delle case che si affacciano sulla piazza perché non stendano la biancheria fuori dalle finestre durante i giorni del vertice. Lo sventolio di mutande e pedalini non era piaciuto al presidente, troppo volgare.
La visita genovese, la terza in tre settimane, era iniziata alle 16 con l'ispezione alla Stazione marittima dove sarà ormeggiata la European Vision, la nave albergo per i capi di governo. E dopo Palazzo ducale il corteo presidenziale si è diretto verso la prefettura. L'incontro con il prefetto Di Giovine è durato una mezz'ora. Nella visita precedente era stato strigliato per la scarsa pulizia delle scale, in questa i temi della discussione sono stati quelli dell'ordine pubblico. Reebock nere, pantaloni della tuta e un maglioncino scuro appoggiato sulle spalle, Berlusconi non si sottrae alle richieste: "Vada a vedere anche i vicoli sporchi, non solo le zone rifatte e tirate a lucido", lo esorta un genovese: "Andremo a vedere tutto, ci vuole del tempo. Speriamo che ci lascino lavorare". E via, per l'ultima tappa del tour, il Jolly Hotel Marina e i Magazzini del cotone con i gazebo stampa per i seimila giornalisti accreditati. Berlusconi si avvia a piedi, entra in una gelateria e ne esce con un grande cono alla crema. E finalmente si concede ai microfoni: "L'Italia proporrà agli altri grandi, nel primo giorno del vertice, di costituire un fondo mondiale per la sanità", dice Berlusconi ripetendo quanto già annuncianto nei giorni precedenti dal ministro Ruggiero. Ma Genova è pronta ad ospitare il vertice? "Genova era un po' sgarrupata, ma adesso va molto meglio. Questi lavori", dice indicando il nuovo volto del porto antico con le file interminabili di palme e la pavimentazione appena rifatta, "andrebbero fatti sempre e non solo in occasione di eventi eccezionali. La città arriverà preparata all'appuntamento della prossima settimana, anche se si tratta di un appuntamento difficile". Anche il ministro Scajola, nell'incontro con i funzionari di polizia di sabato sera, aveva usato le stesse parole: un appuntamento difficile. Perché difficile? "Perché i capi dei governi si troveranno a discutere delle stesse cose per cui si manifesterà in piazza. Povertà e ambiente sono temi che discuteremo non per dare ordini al resto del mondo, ma perché ogni capo di governo si prenda degli impegni e programmi gli investimenti necessari".
La visita volge al termine. Berlusconi prende il largo a bordo di una barca, diretto, con tutta probabilità, alla sua villa di Paraggi. Genova arriverà pronta. Di pronto, per ora, c'è la lista nera che i capi della polizia dei paesi europei hanno stilato con i nomi e i cognomi di attivisti e militanti dei movimenti antiglobalizzazione. Nella notte di ieri un pullmino è stato fermato a La Spezia. A bordo c'erano nove cittadini austriaci diretti a Genova e, tra questi, una ragazza segnata come "indesiderabile". Alla fine li hanno lasciati andare tutti perché il provvedimento, per chi è nella lista nera, consiste nell'impedirgli di oltrepassare la frontiera.