Manifesto 15 luglio 2001 Pagine
sulla globalizzazione
Libri, manuali, cd e riviste per capire un
movimento globale
Innanzi tutto, cosa non leggere. L'ultimo numero di Limes,
sui "popoli di Seattle", che ingabbia i movimenti nella implausible gabbia della
geopolitica. Informazioni parziali, analisi strumentali e interpretazioni distorte ne
fanno un pessimo esempio di indagine, nonostante qualche breve contributo di persone
legate ai movimenti.
Un lavoro sistematico sul mondo dei movimenti e delle associazioni è offerto dalla prima
edizione del Global Civil Society Yearbook 2001, pubblicata in autunno dall'Oxford
University Press (c'è qualche editore italiano interssato a tradurlo?), in cui ci sono
saggi di Mary Kaldor sull'interventismo umanitario, di Helmut Anheier sulle dimensioni e
attività della società civile globale, di Mario Pianta sulla storia e politica dei
controvertici della società civile, di altri autori sul ruolo di Internet e sulle
campagne contro le biotecnologie. Di Mario Pianta va inoltre ricordato il recente volume
edito dalla manifestolibri La globalizzazione dal basso. Non va dimenticato poi il
cd rom di Le Monde Diplomatique-Il Manifesto "Capire la globalizzazione"
e quello con la raccolta degli articoli apparsi sulla rivista, che sono vere miniere di
informazioni.
Tutti ormai sanno di Naomi Klein e del suo No logo, pubblicato da Baldini e
Castoldi, ma importante è stato pure il lavoro di Jeremy Brecher e Tim Costello, Contro
il capitale globale, uscito cinque anni fa da Feltrinelli. Un nuovo libro di Brecher e
altri, Come fare un movimento globale, è appena uscito da Deriveapprodi. Della
stessa casa editrice romana sono freschi di stampa altri due volumi e l'ultimo numero
dell'omonina rivista. Il primo è curato dalla "Rete Noglobal", l'insieme di
organizzazioni che ha dato vita nel marzo scorso alle iniziative di contestazione del
"terzo global forum" dedicato dall'Ocse al governo elettronico. Il suo titolo è
Linea Rossa che, oltre a ricostruire la violenza repressione poliziesca di quei
giorni, offre analisi e riflessioni sulla globalizzazione neoliberista. Di Vandana Shiva
è invece Vacche sacre e mucche pazze, analisi sulle manipolazioni alimentari della
storica esponente del movimento indiano. La rivista di DeriveApprodi è invece in
gran parte dedicata alla tematica dellla privatizzazione del sapere attraverso gli
istituti del copyright e dei brevetti.
Poco si è parlato invece del Rapporto Lugano, l'ultimo libro (un pamphlet
paradossale) di Susan George, pubblicato l'anno scorso da Asterios. Sempre Asterios ha
pubblicato importanti traduzioni di testi di Chomsky, di Ramonnet, e il libro di Richard
Falk, Per un governo umano (aspetta di essere tradotto invece il suo ultimo lavoro,
Predatory globalisation), oltre alla migliore analisi dei movimenti contro le
guerre nei Balcani, Dopo il Kosovo, di Giulio Marcon.
Testi utili da leggere e rileggere per capire i movimenti globali sono Diritti umani e
democrazia cosmopolitica di Daniele Archibugi e David Beetham (Feltrinelli), Dentro
la globalizzazione di Zygmunt Bauman (Laterza), Antisystemic movements, di
Giovanni Arrighi, Terence Hopkins e Immanuel Wallerstein, e Cosmopolis. E' possibile
una democrazia sovranazionale?, di Daniele Archibugi, Richard Falk, David Held e Mary
Kaldor (pubblicati da Manifestolibri qualche anno fa).
Tra le produzioni "di movimento", un settore ora in forte crescita, c'è da
ricordare invece Per un'economia di giustizia, a cura di Flavio Lotti e Nicola
Giandomenico (Tavola della Pace), con i materiali dell'Assemblea dell'Onu dei popoli; La
battaglia di Seattle, di Maurizio Meloni (Berti-Altreconomia) e Globalizzazione
delle resistenze e delle lotte, curata da Alberto Castagnola con i testi del
controvertice di Davos, pubblicata dalla Emi.
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