Manifesto 13 luglio 2001 Attac
sotto pressione
Taranto, perquisita la casa paterna di
Iantorno
LUCA FAZIO
Fiorino Iantorno, in questi giorni piuttosto agitati, gode di una certa
notorietà presso le questure di mezza Italia. Nel senso che lo hanno già fermato una due
tre, chissà quante volte ancora. Lo fermano sempre perché fa parte dell'associazione Attac
Italia e, come se non bastasse, è anche uno dei sedici portavoce del Genoa social
forum, diciamo "area dialogante", visto che lo conosce di persona anche De
Gennaro, capo della polizia. E allora, che senso ha, visto che gli agenti della digos
sanno bene che Iantorno vive e studia a Siena, prendersi la briga di disturbare la sua
famiglia a Taranto, 800 chilometri più sotto?
Deve esserselo chiesto anche suo padre, quando ieri mattina all'improvviso (ore 6,45) gli
uomini della polizia hanno bussato alla porta di casa per una perquisizione piuttosto
infruttuosa. Ovviamente - chiedete a tutti quelli che ricevono "visite" - i
poliziotti non avevano un mandato di perquisizione, se non quell'articolo 41 del testo
unico di pubblica sicurezza, autentico passepartout che in questi giorni permette di
violare come se niente fosse diritti e abitazioni. "Cerchiamo armi ed
esplosivi", hanno detto gli uomini della sicurezza, facendo riferimento a una
telefonata anonima che li avrebbe messi in allarme. Sono rimasti in casa dei genitori di
Iantorno per un'ora e dieci minuti, ne sono usciti con niente in mano. "Ma lo sa che
cosa fa suo figlio?", hanno chiesto infine al signor Iantorno. "Usa la penna, la
lingua e il cervello", ha replicato il padre. "La cosa che più mi preoccupa -
commenta il ragazzo - è che stanno andando a casa di persone che lavorano per tenere
basso il clima, e in questo caso sono andati a Taranto sapendo benissimo che io sono
altrove. E' una forma di intimidazione che non può che far salire la tensione".
Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa social forum, parla di strategia della
provocazione. "Non sappiamo ancora se la perquisizione è stata ispirata dal governo,
dalla magistratura o dalla polizia - dice - ma di sicuro ne chiederemo conto al ministero
dell'Interno perché lo riteniamo politicamente responsabile".
Anche Giulia G., 17 anni, tuta bianca di Genova - dove le perquisizioni sono routine -
ieri ha ricevuto una visitina nella sua abitazione. Sono arrivati in dieci e sono rimasti
due ore. Non hanno trovato nulla. Solo volantini, agende, appunti e i
"pensierini" di quando Giulia faceva le elementari. La situazione è tesa anche
a Ventimiglia, a ridosso della frontiera, dove soggiornano centinaia di poliziotti
prefigurando scenari apocalittici. "Stanno visitando bar, ristoranti, supermercati e
negozi, terrorizzando i commercianti per spingerli a chiudere nei giorni delle
manifestazioni", racconta Roberto del collettivo La Scintilla; che domani alle
12,30 manifesterà alla frontiera insieme ai contestatori francesi. Una perquisizione è
avvenuta anche a Napoli, mentre alla frontiera di Chiasso, ai confini con la Svizzera, è
stata rimandata indietro un'auto con quattro "indesiderabili".
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