Corriere della sera 16 luglio 2001
«Sul
vertice G8 ho detto a Berlusconi mano dura contro tutti i violenti»
«Condivido molte scelte
di politica economica del governo italiano»
- Alla vigilia del suo viaggio in Italia per partecipare al G8 di Genova, il Presidente
russo Vladimir Putin ha concesso una intervista esclusiva al Corriere della Sera . Lincontro
ha avuto luogo al Cremlino nella sala delle udienze. Per il Corriere erano presenti il
direttore Ferruccio de Bortoli, Fabrizio Dragosei, Vittorio Strada e Franco Venturini.
Presidente, lanno scorso lei ebbe un ruolo da protagonista al G8 di Okinawa. Con
quali proposte andrà a Genova?
«Effettivamente lo scorso anno la mia visita a Pyongyang dette un contributo al dialogo
con la Corea del Nord. Ma la sfida che ci attende a Genova è diversa, è la lotta alla
povertà. La Russia offre un contributo sostanziale a questa causa, in particolare allalleggerimento
del debito dei Paesi meno sviluppati. Noi siamo al quarto posto tra gli Otto nella
cancellazione dellonere debitorio dei Paesi più poveri, e siamo al primo posto
nella percentuale del debito cancellato rispetto al prodotto interno lordo. Se non
risolviamo il problema della povertà non riusciremo a superare i motivi di tensione che
oggi esistono nel mondo, a cominciare dal fondamentalismo religioso. Naturalmente siamo
pronti a collaborare con i nostri partner contro le malattie, nellapertura dei
mercati, nella ricerca di fonti di energia alternative benché la Russia sia ricca di
risorse energetiche.
E poi cè la tutela dellambiente: dopo il ritiro unilaterale degli Usa
dobbiamo discutere le condizioni per la ratifica del protocollo di Kyoto».
I servizi di sicurezza russi hanno messo in guardia quelli italiani su possibili atti
di terrorismo a Genova. Lei conferma lallarme?
«Io non mi occupo direttamente di questi problemi da parecchio tempo, ma naturalmente
cè chi provvede sapendo quello che fa. Recentemente ho parlato al telefono con
Silvio Berlusconi e anche lui ha sollevato questo tema. Gli ho detto: lei è il padrone di
casa e io mi fido pienamente delle sue decisioni, noi siamo pronti a ottemperare alle
vostre esigenze. Più in generale, penso che terroristi e gruppi eversivi debbano avere
paura di noi, non viceversa. Non siamo noi a dover fuggire, sono loro. Mi dispiace invece
per i disagi che arrecheremo alla popolazione di Genova, ma gli italiani hanno una
mentalità moderna e ci perdoneranno. A condizione che sappiano che non ci siamo riuniti
per niente, che abbiamo affrontato problemi la cui soluzione si ripercuoterà
positivamente su tutto il mondo, Italia compresa».
Esiste però anche una protesta non violenta, a questa come bisogna rispondere?
«In ogni società democratica deve essere garantito il diritto alla protesta. E
un bene che le posizioni di chi non è daccordo vengano esposte e argomentate in
maniera convincente per lopinione pubblica. Tuttavia il dissenso deve rimanere nei
limiti consentiti dalla legislazione vigente, e se ciò non accade deve esserci una
reazione adeguata da parte dello Stato che ha il dovere di difendere tutti i cittadini.
Voglio dire che sono inammissibili il vandalismo oppure altre manifestazioni estreme di
carattere violento».
Come valuta, alla vigilia del suo viaggio, lo stato delle relazioni russo-italiane?
«Lo scorso anno abbiamo raggiunto un interscambio pari a 9 miliardi di dollari. E i
rapporti sono ottimi anche nelle sfere politica e culturale. Per quanto riguarda la
situazione interna, è stato il popolo italiano a fare la sua scelta e ciò è accaduto, a
differenza di altri Paesi, in maniera chiara e netta. Devo aggiungere che certe idee del
nuovo governo che vengono considerate di centrodestra, soprattutto nella sfera economica,
noi le condividiamo e stiamo provando a tradurle in realtà. E una buona base per
costruire un rapporto positivo con il nuovo Presidente del consiglio italiano».
Vladimir Vladimirovich, il suo incontro in Slovenia con George Bush è stato
caratterizzato da una grande cordialità. Tuttavia gli Usa insistono sui loro progetti
anti-balistici e vogliono superare il trattato Abm che limita la creazione di sistemi
difensivi anti-missile.
«E vero che lincontro di Lubiana è andato molto bene. Quando i leader di
due Paesi in possesso di enormi arsenali nucleari si conoscono, si spiegano faccia a
faccia e arrivano ad instaurare un rapporto di fiducia, un grande passo avanti è stato
compiuto. Detto questo, mi sembra che non esistano ragioni impellenti per la creazione di
un sistema di difesa antimissilistica perché nessuno minaccia il territorio degli Stati
Uniti e i Paesi considerati pericolosi avranno bisogno di venti, trenta o quarantanni
per costruire un sistema offensivo credibile. Ammesso che ci riescano. Costoro hanno
sviluppato vecchi missili sovietici del tipo Scud, e lo sviluppo ha precisi limiti
tecnologici. Per creare sistemi moderni occorrono nuovi materiali, un nuovo combustibile,
una nuova elettronica e nuovi poligoni di collaudo. In altre parole occorre una economia
nuova, e una economia nuova esige anche diversi sistemi politici. Tutto ciò è per ora
impossibile. Ma sono daccordo con Bush che bisogna pensarci, che bisogna guardare al
futuro. Il che non vuol dire che la Russia sia spaventata. Secondo i dati di cui
disponiamo, nessuno degli esperimenti condotti dagli Usa prima dellultimo era
riuscito. E il sistema americano fermerebbe in teoria un numero limitato di ordigni, non
centinaia o migliaia. Noi dunque non siamo intimoriti, e siamo pronti a ridurre gli
arsenali nucleari fino a 1500 testate per parte entro il 2008, purché si tratti di una
riduzione verificabile».
Come reagirebbe la Russia se gli Stati Uniti abbandonassero unilateralmente il trattato
Abm?
«Se gli Usa uscissero unilateralmente dal trattato Abm la Russia avrebbe il diritto
di non considerare più validi anche i trattati Start-1 e Start-2. Così potremmo
installare più testate atomiche su ogni missile, e cè da presumere che anche altri
Paesi lo farebbero. Diventerebbe reale il pericolo di una nuova corsa agli armamenti, non
per colpa nostra».
Per
evitare tutto ciò, è possibile un emendamento concordato del trattato Abm che
superi lattuale rotta di collisione con i progetti americani?
«Ripeto che bisogna pensare ai pericoli futuri senza distruggere le garanzie che già
esistono. Occorre capire chi ha i missili, quali missili, di quale gittata, e questa
indagine noi la vogliamo fare assieme agli europei e assieme agli americani. Si deve anche
escludere la militarizzazione dello spazio. Modificare lAbm? Nel trattato è
compresa una clausola di aggiornamento, che del resto è già stata utilizzata. Ma
naturalmente né io né alcun altro statista russo prenderemo mai decisioni in contrasto
con gli interessi della sicurezza nazionale».
Signor Presidente, quale significato deve essere attribuito al nuovo trattato
russo-cinese che sta per essere firmato? Si tratta forse di una alleanza strategica in
funzione anti-Usa?
«E risaputo che la Cina appoggia la posizione russa sulla questione delle
difese anti-balistiche. Ma il potenziale nucleare della Cina è notevolmente inferiore al
nostro e Pechino determina autonomamente la sua politica in questo campo. Sul piano
politico abbiamo opinioni molto affini per quanto riguarda la costruzione di una
architettura di sicurezza globale. Tuttavia il nuovo trattato è di amicizia e di
cooperazione, non è un trampolino per creare una alleanza militare con la Cina e non è
nemmeno una risposta ad una eventuale rinuncia americana allaccordo Abm. Del resto
la Russia ha un trattato di amicizia e cooperazione con lItalia, ne è forse
risultata una alleanza militare?»
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