Corriere della sera 17 luglio 2001
«E’ l’avvio di una nuova strategia della tensione»

I leader del Genoa Social Forum: un attentato contro di noi. Il governo riapre Brignole per 28 treni speciali

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - Il leader delle Tute bianche l’aveva previsto con largo anticipo. Un mese fa, a Bilbao, parlando con i baschi di «Hemen eta Munduan» (Qui e nel mondo), durante un incontro preparatorio alle manifestazioni anti-G8. «Arriveremo all’appuntamento con la tensione a mille - disse Luca Casarini -. Volete scommettere che, qualche giorno prima, scoppierà la bomba? Non ce la faranno passare liscia, il movimento è troppo forte. I servizi ci metteranno lo zampino». Sulla matrice dell’ordigno che ha ferito il giovane carabiniere si può discutere, sulla previsione no. Azzeccata. E il portavoce dei Centri sociali del Nord-Est ora dichiara: «Tutto secondo copione. È un attentato contro il movimento. Ma non ci piegheremo. Anzi. La disobbedienza civile va rafforzata».
Non è a Genova, Casarini, quando la notizia si abbatte sui contestatori riuniti nella scuola Armando Diaz, quartier generale del Genoa Social Forum. Qui, ieri mattina, era previsto l’inizio del Public Forum, con i primi interventi dei big mondiali dell’anti-globalizzazione: il filippino Walden Bello, l’anglo-francese Susan George. Facce tirate, sgomento, rabbia. Coro unanime: «È una bomba per impedire il dissenso di massa. Il Gsf condanna l’attentato, esprime solidarietà nei confronti della vittima, rinnova l’appello alle manifestazioni pacifiche. Sconfiggiamo la paura. Tutti a Genova». E il dibattito sul debito e la Tobin tax viene sospeso per lasciare spazio alle esternazioni sul grave atto intimidatorio.
Anche Vittorio Agnoletto, portavoce del Gsf, è assente dal capoluogo ligure. Si fa vivo da Roma, dove si trova per incontrare gli 80 parlamentari che hanno votato contro la mozione del governo sul G8. La sua analisi non si presta a interpretazioni: «È l’avvio di una nuova strategia della tensione. Una provocazione gravissima. Non essendo in grado di rispondere ai nostri contenuti, cercano di seminare il terrore nella speranza di stringerci nella spirale della violenza». Come reagire? «A Genova dobbiamo essere tanti - spiega -. I servizi segreti e le forze reazionarie annidate nello Stato sappiano che in Italia non ci sarà una nuova piazza Fontana».
Alla scuola Diaz la mobilitazione cresce. I ragazzi della variegata galassia del Gsf si ricompattano. Non è il momento per le polemiche interne (come, dove, quando manifestare, bloccare...) o per marcare le differenze di sigle; al contrario, occorre spiazzare la controparte, «che ha sempre tentato di dividerci», con una risposta unitaria, come si usava dire una volta. «La bomba non crea tensione tra noi - spiega Francesco Caruso del No Global di Napoli -, ma tra le forze dell’ordine. E questo ci preoccupa». Il giovane comunista Peppe De Cristofaro ribadisce: «Il miglior antidoto alle provocazioni è la partecipazione di massa». E Alfio Nicotra di Rifondazione: «Non sappiamo se la bomba viene dai servizi o da gruppi che nulla hanno a che fare con noi e con le nostre manifestazioni. Chiediamo, però, che questa vicenda non sia strumentalizzata per aumentare la repressione».
Parla Christophe Aguiton di Attac-Francia («È un tentativo di cancellare un movimento democratico e non violento»), parla il catalano José Maria Antentas della Campagna contro la Banca Mondiale per invitare i compagni alla vigilanza. «Il 24 giugno, a Barcellona, durante un corteo - dice - abbiamo fotografato agenti travestiti da manifestanti che spaccavano vetrine». Va giù duro, lo zapatista genovese Matteo Jade: «Il clima è quello del terrorismo di Stato. Un film già visto». Incalza: «Il governo dialoga con noi? Bluff. Farsa. Sospeso il Trattato di Schengen, muri con reti a maglia fitta ovunque, che invitano a fuggire. Stazioni chiuse per rendere difficile il nostro arrivo. Questo sarebbe dialogo?».
«Non ci fermeranno», è il tam tam che, per un giorno intero, percorre le anime della contestazione anti-G8. In serata una buona notizia: la stazione di Brignole sarà aperta, fino alle 14 del 19 luglio e nelle sere del 21 e 22, per 28 treni speciali che porteranno 25 mila manifestanti in città.
Marisa Fumagalli