Manifesto 15 luglio 2001 Il
riarmo dell'Italietta
A tre giorni dal G8 verrà inaugurata a Genova una nuova portaerei da 4000 miliardi di
lire. Le spese dei Grandi alla faccia dei paesi poveri GIULIO MARCON - MASSIMO PAOLICELLI
Il taglio di nastro ci sarà martedì 17 luglio alla Fincantieri di Riva
Trigoso a Genova. Il Ministro della Difesa, Antonio Martino - in compagnia degli stati
maggiori della Marina e delle Forze Armate - inaugurerà il taglio della prima lamiera
della seconda portaerei made in Italy che, lunga ben 235 metri e dotata di costosissimi e
raffinati armamenti, costerà agli italiani, secondo il governo, 2.200 miliardi e secondo
esperti indipendenti, quasi 4.000.
L'avvio a Genova, a tre giorni dal G8, della costruzione di questo dinosauro marino è un
evento paradigmatico. Simbolo di protervia militare e di spreco di risorse (e anche
preziosa boccata d'ossigeno per l'industria militare) il nuovo "gioiello" della
Marina illumina della giusta luce il vertice di Genova dove i Grandi per sanzionare
un ingiusto e inumano ordine mondiale, alla faccia dei falsi impegni contro la povertà e
il debito internazionale, non si smentiscono: aumentano le spese militari, producono e
commerciano armi e, se serve, fanno la guerra. Infatti, nonostante le ripetute richieste
degli organismi delle Nazioni Unite per una riduzione delle spese militari, gli
investimenti negli armamenti aumentano nella maggior parte dei paesi del G8 e gli Stati
Uniti (si vedano le vicende dello scudo stellare e test nucleari) rilanciano una politica
di riarmo dalle pericolose conseguenze. In Italia nel periodo 2000-01 le spese militari
aumentano di oltre il 10%. E aumenteranno anche con la prossima finanziaria.
Questa seconda portaerei non ha ancora un nome (si chiamerà Einaudi, secondo i più
informati; l'altra portaerei si chiama Garibaldi) ed è ancora denominata Nuova unità
maggiore. Sarà ultimata nel 2007: 235 metri di lunghezza, per un dislocamento di
17.640 tonnellate, 20.800 a pieno carico. Sarà dotata di sofisticatissimi sistemi di
attacco, sia navale che aereo. Potrà trasportare 14 aerei, 18 elicotteri, 12 carri armati
ed una ottantina di mezzi terrestri.
I costi sono una variabile imperscrutabile. Inizialmente il governo (D'Alema) aveva detto
che sarebbe costata 1.500 miliardi; poi il 12 ottobre del 2000 l'ex ministro della difesa,
Sergio Mattarella, durante il suo intervento in Commissione Difesa della Camera ha
affermato che: "i costi per la realizzazione di una unità maggiore con ponte
polifunzionale con accresciute capacità per le operazioni aeree, anfibie e di trasporto
di uomini e mezzi, possono essere quantificati in circa 2.200 miliardi di lire, dei quali
1.500 per la piattaforma e 700 per il sistema di combattimento". Il dispaccio Ansa -
riportando fonti della Marina - dell'11 luglio 2001 parla invece di 1.750 miliardi per
struttura e piattaforma e 400 per sistemi d'arma. Ma non tutti alla fine la vedono così.
Gli stanziamenti per investimenti in sistemi d'arma in questi anni sono immancabilmente
lievitati dall'avvio alla realizzazione finale: non sono rari i casi in cui i costi sono
più che raddoppiati.
Ma sembra comunque che preventivi e stime non siano proprio giusti. Il giornalista
economico di Repubblica, Enzo Cirillo, in un articolo del 2 ottobre 2000, parlava
addirittura di costi che oscillerebbero tra i 3.500 e i 4.000 miliardi, senza che nessuno
abbia smentito. Peccato, che quando il progetto è stato presentato in Parlamento, solo un
paio d'anni fa, i conti erano completamente diversi. Nella nota fornita al Parlamento per
la richiesta di approvazione del progetto i costi previsti erano - come detto - intorno ai
1.500 miliardi. Dal '98 al 2000 il fabbisogno è cresciuto di 700 miliardi. Se il
preventivo (o l'assestamento in corso d'opera) dovesse aumentare ogni due anni della
stessa cifra del periodo 1998-2000, nel 2007 la portaerei sarà costata intorno a 5.000
miliardi, decisamente molto di più di quanto l'Italia avrà speso per la cooperazione con
i paesi in via di sviluppo nel periodo 2000-2002. Eppure alla fine del 1998 il governo
aveva accolto come raccomandazione un ordine del giorno sull'Unità maggiore di alcuni
senatori, che impegnava l'esecutivo a "verificare la reale necessità di questo
programma, provvedendo eventualmente alla sua sospensione, o a rivederne i costi in senso
riduttivo".
Non è successo niente e il governo Berlusconi prosegue per la sua strada. In questi
giorni un cartello di organizzazioni della società civile raccolte nella campagna
Sbilanciamoci (www.lunaria.org/sbilanciamoci), propone in un documento di critica al Dpef
il blocco della costruzione della portaerei, destinando le risorse risparmiate ad azzerare
il debito internazionale e a combattere la povertà. Se il Ministro Ruggiero, come dice,
vuole combattere l'AIDS o portare allo 0.7% le risorse della cooperazione allo sviluppo,
adesso i soldi sa dove trovarli.
(Giulio Marcon è presidente dell'ICS-Consorzio italiano di solidarietà; Massimo
Paolicelli è portavoce dell'Associazione obiettori nonviolenti)
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