La Stampa
Giovedì 12 Luglio 2001

«Irriducibili» pronti all’attacco
Rischia di saltare l’accordo con le «tute bianche»
Renato Rizzo
inviato a GENOVA L’incubo della violenza sul corteo del 21 luglio: la manifestazione unitaria che dovrà portare in piazza almeno 100 mila persone in una lenta e pacifica contestazione ai Grandi del Pianeta, rischia di diventare paravento per la furia dei corsari della ribellione. Il pericolo è chiuso negli zainetti imbottiti di biglie d’acciaio dei rivoltosi che non hanno voluto aderire al Genoa Social Forum e appartengono alle frange incontrollabili dell’antagonismo: ragazzi e ragazze che arriveranno soprattutto dall’estero e si «coaguleranno» attorno ad alcuni centri sociali irriducibili del Nord Italia per poi calare, alla spicciolata, in Liguria. A loro non basta l’«azione diretta e pacifica» stabilita dal Gsf per il giorno prima quando si tenterà di violare la zona rossa: vorrebbero trasformare in momento d’attacco anche l’iniziativa della simbolica protesta collettiva.
Le parole e i toni della diplomazia non servono a far sfumare i timori di Vittorio Agnoletto, portavoce del Gsf: parla di corteo al quale «poter invitare tutti i genovesi, le famiglie», ma poi chiede «a tutti, anche a coloro che appartengono ad aree politiche e sociali esterne alla nostra organizzazione, di non svolgere, in quella data e in quegli orari, azioni dirette». Richiesta che è soprattutto una speranza e che, letta in filigrana, sembra tradursi così: conclusa la manifestazione che è sotto la nostra responsabilità, avrete, se vi interesserà, modo e tempo per i vostri assalti.
Sono dichiarazioni che siglano una notte estenuante di trattative durante la quale, nello stato maggiore del Gsf, sono riesplosi vecchi rancori e si sono consumate nuove vendette: tutto è ruotato attorno alla strategia con cui si doveva decidere «come muoversi in piazza» il 20 luglio. Motivo del dissidio, le tute bianche: secondo gli aderenti al Network, al quale appartengono una novantina di sigle fra cui No global, Movimento antagonista toscano, Cobas, Askatasuna di Torino e Transiti di Milano, in piazza non erano giustificate «né divise, né divisioni». Vale a dire: Casarini e compagni, se ci volete accanto a voi come vorrebbe la tattica, lasciate a casa le vostre famose tute. La risposta di chi ha fatto dell’indumento una bandiera: picche.
Salomonico il risultato del braccio di ferro: venerdì durante l’assedio saranno divisi in due diverse zone probabilmente incomunicanti. Il Network annuncia un «attacco» all’insegna della fantasia e scherza con le parole: Gsf, nelle parole di Francesco Caruso di No Global, diventa «Giochi senza frontiere». Cioè? «Significa che magari ci arrampicheremo con le corde sugli sbarramenti». Pietro, dello stesso Network, confida che useranno anche scudi e protezioni personali. Come le Tute Bianche? «Sì, ma senza la tuta. E’ una scelta politica».
Agnoletto non entra in queste dispute: parla di accordo totale all’interno dell’organizzazione, imitato anche da Alfio Nicotra di Rifondazione e da Giuseppe De Cristofaro dei giovani comunisti: «Non ci divideremo, saremo capaci di gestire le giornate della protesta con la determinazione unitaria che caratterizza da sempre il nostro movimento». Domandiamo al portavoce: ci sarà un servizio d’ordine durante le manifestazioni? Risposta: «Per ora ci limiteremo ad organizzare un servizio d’accoglienza che si adopererà anche per evitare infiltrazioni d’ogni genere: di polizia e di violenti. Faremo il vuoto attorno a queste persone». Annuncia, poi, la creazione di presìdi legali per venire incontro alle necessità dei dimostranti: sia a Genova, sia alla frontiera con la Francia.
C’è il tempo per far brillare una polemica con Berlusconi che, l’altro giorno, aveva definito poco decorosi i panni stesi nel centro storico genovese: «Questa è un’abitudine diffusa soprattutto nei quartieri popolari - s’adira Agnoletto -. Ci vorrebbe un po’ di rispetto da parte del presidente del Consiglio. Aderiamo, quindi, all’invito di Legambiente e accogliamo gli Otto Grandi mettendo alle finestre lenzuola bianche. Se, poi, qualcuno, vorrà esporre un paio di mutande, meglio: così il Cavaliere s’arrabbierà di più».