La Stampa
Giovedì 12 Luglio 2001
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G8, al Senato è rottura sulla Tobin Tax
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Inutile il tentativo di mediazione di
Ruggiero
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Emanuele Novazio
ROMA Il Senato si spacca sul G8 e non rinnova neppure la versione monca del voto
bipartisan adottata la settimana scorsa alla Camera dove - in un quadro di astensioni
incrociate - unottantina di deputati non avevano accettato lastensione del
centro sinistra sulla mozione del governo: a Palazzo Madama, ieri, lUlivo ha
respinto il documento della maggioranza, approvato con i voti della Casa della Libertà e
difeso dal ministro degli Esteri Renato Ruggiero al termine di un dibattito che riassume,
di fatto, la rottura fra centro destra e centro sinistra. Il documento di maggioranza è
stato votato soltanto dal centrodestra, le mozioni dellUlivo - tutte con un
riferimento alla Tobin Tax, la controversa imposizione sulle transazioni valutarie
internazionali - sono state respinte. Rifondazione e Verdi sono rimasti fin dallinizio
fuori da ogni ipotesi di compromesso e fermi sulle proprie mozioni. La tregua fragile è
durata un mese, da ieri il confronto è di nuovo a tutto campo. Ma neppure la maggioranza
ha seguito fino in fondo le indicazioni del governo, su un ordine del giorno presentato
dai comunisti italiani che chiedeva limpegno del governo per la lotta alla fame nei
Paesi più poveri: Ruggiero ha dato il suo assenso al documento, che non ha ricevuto i
voti della maggioranza ed è stato dunque respinto.
Ruggiero ha mediato fino allultimo, allinterno del margine di trattativa
politica fornitagli dal governo, offrendo allopposizione un compromesso che
consentisse un voto bipartisan sui delicati temi del G8: «Siamo pronti a studiare forme
di tassazione delle transazioni finanziari di carattere speculativo, anche in relazione
alle conseguenze sui Paesi più poveri», ha detto annunciando un emendamento in questo
senso. Il governo, ha insistito il ministro degli Esteri, è pronto a «questo impegno
sostitutivo» e «più moderno, più equo e trasparente» della Tobin Tax, «tenendo conto
del grande interesse che alcune forze politiche vi attribuiscono» e «nello spirito di
assicurare la massima convergenza su temi che interessano non gli equilibri interni della
politica italiana ma i grandi temi della giustizia e dello sviluppo mondiale». Netto,
invece, il no alla forma di tassazione teorizzata oltre 30 anni fa dalleconomista
americano e Premio Nobel James Tobin, che la la sinistra italiana considera lemblema
della lotta alla povertà nel mondo e alle speculazioni finanziarie: secondo il ministro,
non è più adeguata a raggiungere i «pur condivisibili obiettivi» che si proponeva e
può rivelarsi «addirittura controproducente». Le sue controindicazioni sarebbero molte,
ha ribadito: «Scoraggerebbe i Paesi ricchi a investire in quelli più poveri; ridurrebbe
la liquidità dei mercati, soprattutto di quelli meno avanzati, aumentandone la
vulnerabilità e la possibilità di crisi. E indurrebbe molti operatori ad investire nei
paradisi fiscali».
Lappello di Ruggiero e la presentazione dellemendamento nel testo di
maggioranza non sono bastati a raggiungere un accordo: secondo i gruppi dellUlivo -
dai quali si sono dissociati lex ministro degli Esteri Lamberto Dini e Franco
Debenedetti - la proposta del centro destra è insufficiente perchè, oltre a non fare
riferimento diretto alla Tobin Tax, rinvia al futuro la definizione di una proposta sulla
tassazione dei movimenti finanziari. La mozione del centro destra impegna comunque il
governo a promuovere nellambito del G8 «soluzioni concrete compatibili con la
gravità e la drammaticità delle situazioni, soprattutto nelle regioni più esposte del
mondo»: in particolare si citano la cancellazione del debito dei Paesi poveri, la
giustizia internazionale, la tutela dellambiente, lo sviluppo sostenibile, la
costituzione di un fondo per la lotta allAids e ad altre epidemie, la riconferma del
protocollo di Kyoto sullambiente e lapertura dei mercati al Terzo Mondo.
«Stiamo facendo molto, faremo di più e spingeremo anche i partner a fare di più» sulla
strada della cancellazione del debito dei Paesi poveri, aveva assicurato Ruggiero
commentando le mozioni presentate dallUlivo delle quali - ha detto - «condividiamo
in linea di massima lispirazione e lo spirito», al di là di «pochi punti di
disaccordo». Nessuna convergenza, invece, ma una frattura politica che sembra andare al
di là degli obiettivi in discussione ieri al Senato.
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