Corriere della sera 19 luglio 2001
Una
democrazia mondiale da inventare
GLOBALIZZAZIONE? PURTROPPO
E POCA
di TOMMASO PADOA-SCHIOPPA
- Come può larte di governo dare giustizia sociale, benessere, civile sicurezza se
la realizzazione di questi beni non si esaurisce più nellambito dei singoli Stati,
cui essa rimane confinata? Ecco la domanda fondamentale che la globalizzazione ci pone. E
lonesta risposta è: «Non lo sappiamo ancora». Non lo sanno né i governanti né i
manifestanti convenuti a Genova. Per molti problemi non abbiamo soluzione; per altri,
della soluzione abbiamo il principio, ma non le modalità; quando conosciamo principio e
modalità la realizzazione è, allo stato attuale, spesso impossibile. La difficoltà
confonde la mente. Quando i problemi sono acuti e le soluzioni non chiare, cresce il
rischio di azioni affrettate che portano danno anziché rimedio. Non si può dimenticare
che ingenti doni di cibo fecero crollare lagricoltura di Paesi affamati,
immiserendone ancor più le popolazioni.
Per grandi che siano le differenze economiche e sociali entro gli Stati, quelle su scala
mondiale sono ancor più drammatiche. Oggi ne soffriamo come un tempo soffrivamo della
miseria nella strada accanto, perché passando dai nonni, ai padri, ai figli la coscienza
di chi sia il nostro prossimo si è dilatata. La televisione ci fa riconoscere un fratello
nel volto scavato di un africano o di un fuggiasco. Alla compassione si accompagna una
nuova responsabilità.
Il nodo centrale di Genova (come quello di Nizza, pochi mesi fa, per lEuropa) è che
leconomia, travalicate le frontiere politiche, manca di governo. I governi legittimi
non sono efficaci, quelli efficaci non sono legittimi. Il G8 riesce talora a governare il
mondo, ma non è percepito come legittimo. La tensione che ne deriva è avvertita con
forza dai fautori come dai nemici della globalizzazione, dalluna come dallaltra
parte delle transenne poste dalla polizia per separare i partecipanti alle riunioni.
Affinché la tensione si allenti occorre che il campo politico e il campo
economico-sociale dellattività umana, pur distinti e separati, avvicinino i loro
perimetri. I modi sono due: tornare indietro, riducendo il raggio delleconomia;
oppure andare avanti, allungando il raggio della politica.
Tornare indietro sarebbe dannoso soprattutto per i poveri del mondo. E la via
del tribalismo, del nazionalismo, della miseria. Non si può ignorare che la questione
sociale fu aggravata, non risolta, con la soppressione del mercato e la chiusura delle
frontiere; che progresso tecnico e commercio internazionale abbiano enormemente ridotto larea
della fame nel mondo; che il terzo- mondismo inteso come ideologia alternativa abbia
portato tirannia, disuguaglianza e povertà. Oggi che la tecnologia dei trasporti e delle
comunicazioni rende arduo ogni tentativo di isolare un Paese, tornare indietro
richiederebbe ancor più repressione e crudeltà che in passato.
Andare avanti significa cercare modi ad un tempo efficaci e legittimi per fare
fronte ai mali mondiali della povertà, della disuguaglianza, dellingiustizia, delloppressione
politica. Quei modi vanno inventati, così come dovettero essere inventati nel passaggio
dai villaggi alle città, ai piccoli poi ai grandi Stati, fino allUnione europea di
oggi.
Modi efficaci . Significa innanzi tutto rafforzare le istituzioni internazionali,
perché solo esse hanno per missione linteresse del mondo. Di esse (Nazioni Unite,
Fondo monetario internazionale, Organizzazione mondiale del Commercio, Organizzazione
mondiale della Sanità) occorre accrescere autorità, risorse, capacità dintervento,
indipendenza. Bisogna renderle capaci di decidere anche quando non tutti sono daccordo.
Oggi sono spesso viste con ostilità sia dai governi, che difendono poteri nazionali, sia
dagli anti-global , che le accusano di non rispondere alle sfide. Ma se non
rispondono è perché sono troppo deboli. Mi ha colpito linvettiva di un
manifestante al telegiornale: «Va soppressa lOmc (Organizzazione mondiale del
commercio), un potere praticamente illimitato, sovrannazionale». Magari fosse un potere
sovrannazionale! La vera questione è che lOmc non ha il potere dimporre le
regole che dovrebbero accompagnare ogni libertà economica. Animato da ottime intenzioni,
quel manifestante chiedeva al mondo di tornare indietro nel momento stesso in cui si
qualificava come cittadino del mondo. La globalizzazione impaurisce anche perché è vista
come una soppressione dellidentità locale. Ma noi in Italia sappiamo bene che il
sentirsi fortissimamente vicentini, e quindi tradizionalmente avversi ai veronesi, non
impedisce di sentirsi veneti né, come veneti, italiani. Anzi, più si scende (fino al
livello della famiglia), più forte è il senso di appartenenza. In politica ciò
significa riconoscere che forme di governo superiori non sopprimono, oggi, le inferiori;
pongono solo fine al potere assoluto degli Stati nazionali. Perché non considerarlo un
progresso se persino la Chiesa considera oggi una provvidenza la fine del proprio potere
temporale?
Diversamente dal mondo, lEuropa ha saputo costruire insieme la libertà e le sue
regole: una medesima legislazione non solo permette ma anche regola la circolazione di
beni, capitali, servizi e persone. Una simile capacità di costruzione parallela non
esiste su scala globale. Modi legittimi . Significa andare oltre la legalità dei
trattati internazionali ed elaborare prime forme di democrazia mondiale. Sulla terra ci
sono 200 Stati sovrani, circa 6.000 lingue. Alla radice della democrazia sta la persona,
non lo Stato. Ma forme di democrazia mondiale ricondotte alla persona vanno pensate ex
novo. I governi di molti Stati sono autoritari; ma neppure riunendo quelli
democraticamente eletti si assicura una vera democrazia mondiale, perché ciascuno di essi
ha per missione linteresse nazionale. Un giovane mi ha chiesto: «Se il G8 è il
governo del mondo, chi è lopposizione?». Non cè per il mondo, come invece
esiste per lEuropa, un parlamento eletto dove lopposizione sia presente. I
dimostranti di Genova esprimono il bisogno dopposizione che è proprio di ogni
processo politico. Essi hanno poca legittimità ma, come reggitore del mondo, non ne ha
molta neppure il G8. Nessuno sa ancora come organizzare una democrazia planetaria.
Rafforzare le istituzioni globali, articolare il potere su più livelli, inventare la
democrazia su scala mondiale. Sono punti sui quali lEuropa ha dato il buon esempio
nella seconda metà del secolo, così come aveva dato il cattivo esempio nella prima. Sia
culturalmente sia politicamente oggi lEuropa è più preparata ad accettare questi
principi di quanto lo siano gli Stati Uniti dAmerica; e se mesi fa li avesse
realizzati più compiutamente a Nizza, oggi essa sarebbe, nella vicina Genova, modello di
un più civile ordinamento mondiale. Tocqueville scrisse che le crisi della democrazia si
superano con più democrazia. La crisi della globalizzazione si supera con più
globalizzazione. È una gara contro il tempo: il pericolo del ritorno indietro è grave,
come fu ritorno indietro la fine dellillusoria pace dei primi anni del XX secolo,
fine voluta e salutata da manifestanti entusiasti.
Tommaso Padoa-Schioppa
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