La Repubblica 19 luglio 2001

Gli attentati scuotono il G8
Ordigni a Tg4, Benetton e a Bologna. A Milano compare la stella Br

ENRICO BONERANDI


MILANO - Un pacco incendiario indirizzato al direttore del Tg4, Emilio Fede, che esplode provocando ustioni lievi a una segretaria. Un pacco simile che viene aperto senza danni da un'altra segretaria di un personaggio eccellente, Gilberto Benetton. Un attentato incendiario nella notte contro un'agenzia milanese di lavoro interinale. E una vera e propria bomba fatta ritrovare a un passo dalla questura di Bologna, un ordigno che avrebbe potuto uccidere, cui in serata ha fatto seguito una borsa sospetta fatta brillare nella notte dagli artificieri. Una giornata a tensione massima ieri, a 48 ore dall'inizio del vertice del G8, costellata di falsi allarmi e di veri attentati. Gli obbiettivi: un «nemico» come Emilio Fede, un'azienda «globalizzata» (la Benetton), per la volta nel mirino, un'agenzia di lavoro temporaneo considerata dai terroristi «la nuova forma del caporalato». Infine, le forze dell'ordine: questa volta è stata presa di mira la polizia, dopo l'attentato ai carabinieri dell'altro giorno a Genova. Una sola firma, quella dell'attentato incendiario all'agenzia Select: il Fronte rivoluzionario per il comunismo.
Sono circa le 12 e 20 quando nella sede di Milano2 Cristina Pastormerlo ritira la posta, che non è stata sottoposta ai soliti controlli col metaldetector, e apre una busta contenente una cassetta video, indirizzata ad Emilio Fede. Ne esce una fiammata che le incendia la camicetta e le ustiona le braccia, incenerendo le carte tutto intorno. Le è andata bene, con tanto spavento e dieci giorni di prognosi, solo perché aveva il viso lontano dalla busta. L'ordigno, dicono i carabinieri, è artigianale: polvere pirica, due fili e una batteria elettrica. In serata, una busta sospetta indirizzata all'abitazione romana di Fede ha fatto scattare nuovi controlli, rivelandosi però del tutto innocua.
Non molto diverso il pacco, con all'interno un libro, che arriva a Ponzano Veneto alla Benetton. I colleghi raccomandano precauzione, ma la segretaria del responsabile finanziario dell'azienda, Gilberto Benetton, decide di aprirla comunque. L'insidia si nasconde proprio in quel volumetto: quando la ragazza lo sfoglia, si innesca un congegno a strappo. Uno scoppio e una fiammata, che però va a lambire solo la scrivania. Già nella notte c'era stato un attentato, ma vecchio stile. Ancora a Milano, in via Lario, era stata spaccata una vetrata dell'agenzia Select Italia Lavora, poi il tentativo di darla alle fiamme. La firma «Fronte rivoluzionario» viene lasciata a vernice sui muri insieme alla stella a cinque punte, più volantini stampati al computer con un attacco alle agenzie di lavoro interinale, un settore di cui Milano è capitale, con i tre quarti delle sedi italiane. La stessa sigla aveva rivendicato un'azione dimostrativa lo scorso 5 luglio alla Mivar di Abbiategrasso. «Un episodio prevedibile - commenta il Pm milanese Stefano Dambruoso - Questa è una settimana che rappresenta una chiara fonte di attrazione per azioni eversive: il G8 e il contesto in cui avviene assicurano una pubblicizzazione massima».
Ma è la bomba fatta trovare nel centro di Bologna in via Terribilia, vicino alla Questura, il fatto più inquietante e potenzialmente pericoloso. Sul tavolo della segreteria del questore arriva una lettera, in cui un sedicente «ladro e spacciatore» dice di essersi pentito e che intende consegnare alla polizia una certa quantità di ecstasy. Il tutto si troverebbe all'interno di un bauletto (di cui viene acclusa la chiave) piazzato su una bicicletta abbandonata lì vicino. Se la polizia avesse «abboccato», mandandoci un ignaro agente, anziché un bravo artificiere capace di disinnescarla, il poveretto avrebbe di certo fatto una brutta fine. Dentro il bauletto c'era una sacca da viaggio con una cerniera lampo che, se fatta scorrere, avrebbe innescato la bomba, sistemata in una pentola a pressione. In tarda serata, nella centralissima via Farini, proprio davanti alle vetrine di Gucci, una borsa blu dall'aria sospetta ha provocato un nuovo allarmebomba a Bologna. Transennata immediatamente la zona, deviato il traffico, gli artificieri l'hanno fatta saltare. Per fortuna, conteneva "soltanto" i ferri del mestiere di uno scassinatore.