La Repubblica 14 luglio 2001

Genova, chiuse le stazioni

Per il G8 niente treni in città, controlli alle frontiere

ALBERTO PUPPO


Cartello «chiuso» anche sulla centralissima Brignole, l'ultima speranza per i manifestanti di poter arrivare in città senza troppe difficoltà. Genova quasi inarrivabile, dunque, non solo via aereo e via autostrada ma anche via treno. E inaccessibile per chi risulta sulla lista nera dei pericolosi stilata dalle polizie europee e diffusa da stanotte a tutte le frontiere stradali, marittime ed aeree. Chi risulta segnalato per aver partecipato a manifestazioni violente, non entrerà in Italia in quanto «indesiderato». I controlli alle frontiere sono già cominciati stanotte, a mezzanotte, un'altra mossa per giocare d'anticipo sui male intenzionati.
Ci voleva la riunione a Bruxelles dei ministri dell'Interno dei quindici paesi europei, a cui hanno partecipato anche i capi delle quindici polizie, per vedere nero su bianco la lista delle misure di prevenzione e sicurezza decise dal governo italiano per le riunione dei Grandi. Una lista di misure per cui il Gsf ha accusato il governo e il capo della polizia di essere «bugiardi».
Le «cattive» notizie sono arrivate tutte insieme ieri pomeriggio. Prima con un comunicato di Trenitalia che in due righe annunciava la chiusura delle stazioni ferroviarie di GenovaPrincipe e Brignole, il cuore dello snodo ferroviario della città, dalle ore del 18 alle 24 della domenica 22, «così come è stato disposto - specificano - dal ministero dell'Interno». Una doccia fredda per gli organizzatori del Controvertice che avevano accettato la chiusura di Principe ma erano riusciti a strappare l'ok per Brignole. Ieri tutto ribaltato. I treni a lunga percorrenza gireranno al largo, quelli rimasti (molti saranno sospesi) saranno fermati a una quarantina di chilometri da Genova: a Savona, Arquata Scrivia, Novi Ligure e Sestri Levante. Da qui partiranno navette, al ritmo di una ogni mezz'ora, che porteranno i manifestanti a Quarto, Bolzaneto e Voltri. Carovane di controllati speciali. «Questa decisione - commenta Vittorio Agnoletto - dimostra l'assoluta e totale inaffidabilità del governo, del capo della polizia e della Regione. Si sono rivelati tutti dei bugiardi, hanno affermato il falso. Il loro è un tentativo al fotofinish, e destinato a fallire, di bloccare l'enorme afflusso che avremo a Genova per il Controvertice. Se questa è la sfida, la raccogliamo: arriveremo in tantissimi, più di quanti saremmo stati con Brignole aperta».
Il Genoa Social Forum deve incassare anche la retromarcia della Regione Liguria che, dopo avere annunciato un finanziamento di 200 milioni per alloggiare i relatori internazionali e le traduzioni del Public Forum, si rimangia tutto. E le segnalazioni, in arrivo da Pisa e Siena, di pressioni nei confronti dei noleggiatori di pullman perché revochino gli accordi con chi ha prenotato i mezzi per raggiungere Genova.
Nel pieno della polemica sui treni, ecco che, sempre nel pomeriggio, arrivano le misure annunciate a Bruxelles dal ministro dell'Interno Claudio Scajola all'insegna «del dialogo e del rigore». Il congelamento dell'accordo di Schengen «per esigenze di ordine pubblico e sicurezza nazionale», è stato annunciato a partire da martedì. Ma anche qui c'è stata un'anticipazione e il controllo dei documenti è cominciato già stanotte. Le frontiere sono state rafforzate per evitare il più possibile code e disguidi che però sono da mettere in conto. Il ministro dell'Interno tedesco Otto Schily aveva proposto una bancadati, uno schedario europeo dei violenti. La decisione finale è stata di pattuglie miste alle frontiere provviste di liste di indesiderati da respingere se cercassero di entrare in Italia. Liste nere dove figurano qualcosa come duetre mila nomi visto che, per il Viminale, «gli attivisti violenti saranno fra il 3 e il 10 per cento dei centomila in arrivo».
In serata il ministro Scajola si è fermato a Genova per un incontro con le forze dell'ordine. «Avete su di voi gli occhi del mondo» ha voluto ricordare ad agenti, funzionari e ai capi di polizia, carabinieri e guardia di finanza, «ogni azione violenta sarà contrastata ma avete il compito di distinguere tra i manifestanti pacifici e quelli bellicosi». Oggi arriva Berlusconi, dopo aver passato la notte a Portofino, per il terzo e finale sopralluogo alla zona rossa. Prima che si alzi il sipario.