La Stampa
Martedì 17 Luglio 2001

«Stragismo»
Verdi e Prc parlano di «servizi deviati» L’Ulivo non ci crede

ROMA
Lo scoppio della bomba a Genova è un fatto isolato di gruppi estremisti? Macché, è un atto contro il movimento antiglobalizzazione, è ripartita la strategia della tensione. L’ombra dei servizi deviati è stata fatta balenare dal leader delle «tute bianche» Casarini e dal portavoce del Genoa social forum Agnoletto. Ma la loro tesi non trova alcuna sponda dentro l’Ulivo. Il centrosinistra ha invece chiesto al governo di riferire in Parlamento. E stasera alla Camera il ministro dell’Interno Scajola farà il punto dell’inchiesta.
Tra i partiti, oltre ai Verdi, solo Rifondazione comunista fa propria la tesi stragista. «Il pensiero - ha sostenuto Russo Spena - va immediatamente allo stragismo impunito e al ruolo deviato dei servizi segreti per tanti anni nel nostro paese». Tuttavia, Bertinotti è molto più prudente dei suoi compagni. Il leader del Prc considera l’attentato un fatto molto inquietante, ma «gli agguati possono giungere da molte parti: da chi vorrebbe impedire lo svolgimento della manifestazione a causa di provocazioni esterne o per genesi interna dovuta alle frange estremiste e violente». Sono loro «gli avversari più pericolosi di un movimento che per potersi dispiegare ha assoluto bisogno di una connotazione pacifica e non violenta».
Stragismo? Servizi deviati? Dal centrodestra tutto ciò viene bollato come ridicolo. «Una sciocchezza gigantesca, un residuato postbellico del ’68», l’ha definita il vicepresidente della Camera Biondi. «Di deviato - ha aggiunto - c’è il pensiero di chi ritiene che gli attentati siano compiuti dallo Stato contro lo Stato». Pensino piuttosto a «isolare la frangia violenta minoritaria», ha rincarato la dose Gustavo Selva di An. Come si fa a parlare di servizi deviati, si è chiesto il capogruppo di Fi al Senato Schifani, senza il minimo indizio? «Costoro delegittimano importanti apparati dello Stato e parlano con eccessiva disinvoltura». E tanto per raffreddare il clima, il ministro Gasparri ha puntato l’indice contro i centri sociali «protagonisti di vergognose violenze»: «Certa gente parte per Genova per seminare violenza e si fa precedere da atti inquietanti». Dello stesso tono la presa di posizione di La Russa: «Invece di parlare di servizi deviati e di strategia della tensione o di altre sciocchezze del genere, Agnoletto e i suoi farebbero bene ad appellarsi a quelle frange più estreme del cosiddetto popolo di Seattle affinché l’odioso codazzo di violenze, che segue oramai tutti i summit dei grandi del mondo, a Genova non vada oltre il brutto attentato di oggi».
Il centrosinistra non ha fatto cenno a tesi dietrologiche, anzi le considera pericolose e fuorvianti. «Starei molto attento ed eviterei di usare termini come quello della strategia della tensione», ha osservato il capogruppo alla Camera Ds Violante. «È un fatto grave - ha aggiunto - ed è evidente che sono in corso delle provocazioni nei confronti della parte pacifica del movimento anti-globalizzazione, ma ora è il momento che tutti, governo e manifestanti, mostrino grande senso di responsabilità». La cosa che infatti preoccupa di più l’Ulivo è che gli atti violenza potrebbero cambiare il senso delle manifestazioni pacifiche. Per questo «non bisogna cadere in nessun atto di violenza e di intimidazione - ha detto Rutelli - non dare spazio a questo tipo di comportamenti». Chi ricorre alla violenza vuole impedire il dialogo, gli ha fatto eco Castagnetti. Costoro «non hanno a cuore nessuna causa civile e niente in comune con le tantissime persone, i numerosi movimenti e associazioni che interpretano una legittima critica agli effetti negativi della globalizzazione economica».