La Stampa
Martedì 17 Luglio 2001
|
|
I reporter, i ragazzi di sempre e le prof
di una volta
|
|
|
|
|
|
Maria Laura Rodotà
inviata a GENOVA ALLA Cittadella della protesta ci sono ragazzi stranieri con zaino,
stand tipo festa dellUnità (anche la «Piadina Luciano», due Tir dalla Romagna),
un dj con donna nuda tatuata sulla schiena che legge «Limes» sul popolo di Seattle, il
leader dei centri sociali che gira sorridente con quel che comincia a somigliare
pericolosamente a uno staff. «Casarini, ti faccio unintervista per la tv tedesca.
Devi organizzarmi unesercitazione di tute bianche domani allo stadio». «No, se lo
facciamo ci sequestrano tutto». «Ma mi serve unesercitazione! Come faccio per le
riprese?».
Alla scuola Diaz, sede del Genoa Social Forum, cè un clima da liceo occupato più
ostello della gioventù più altro (laltro è il piano di Indymedia, 25 ai computer,
lunico dove non si può andare). «Excuse me, crazy days, che casino Dio bono».
«Mandali allaltro campeggio, ci sono già i gabinetti montati». «Sapete dovè
il Meeting sulle Affinità?». «Visto il cartello? Ospitano gratis in "casa
antiliberista in Sardegna?"». «Visto che carina la spagn... professoressa che ci fa
qui?».
Come facciamo per le riprese? Dove montiamo la tenda? Anche lei qui, prof? Più che
domande paiono tre tracce utili per muoversi nel gran casino dellanti-G8 a Genova.
La libidine dei media nel voler raccontare un nuovo movimento che un po fa paura, un
po è simpatico; e può essere molto telegenico se i contestatori più pericolosi e
pittoreschi si prestano. Se si prestassero, anzi: i media li sanno usare anche loro, a
Genova si dosano.
La mobilità estiva dei ragazzi, ancor prima che globale (anche quella) movimentista e
fricchettona, con radici Anni Settanta. Nei raduni rock, in quelli politici stile Bologna
77, nelle vacanze collettive. I ragazzi sono uguali; solo con molti più orecchini
e, qualcuno/a, con la valigetta del computer insieme allo zaino.
E poi le professoresse. Tante, di mezza età, aria da ex militanti o ex freak, alcune con
colleghi maschi. Sembrano le più interessate, le più motivate; quasi delle
rappresentanti di un nuovo gruppo di «left behind», di lasciati indietro dellOccidente.
Con ottima istruzione, stipendio misero, idee fuori moda in società ricche e ganze. Se le
obiezioni sulla globalizzazione così comè si diffonderanno, sarà anche per loro.
Per il resto, a Genova, è vero quel che si dice: polizia ovunque, gente che va via,
negozi che chiudono, gente che resta e si lamenta. Prima o poi comincerà il G8, dicono.
|
|