Corriere della sera 15 luglio 2001
Quei vantaggi che uniscono global e anti-global

I pescatori indiani fanno affari con il telefonino. E nella giungla della Guyana le amache si vendono online

La differenza tra un telefonino e una barca? Nessuna, nell’Italia di dieci anni fa: luglio 1991, tassa su yacht e cellulari. Da bene di lusso a «male» di massa: nel ’97 si vendevano nel mondo 100 milioni di portatili , nel 2000 quattro volte di più. Uno choc, anche per i passeri: gli ornitologi danesi dicono che gli uccelli incorporano le note delle suonerie nei loro trilli. Una benedizione, anche per i pescatori di Cochin, India: diecimila barche su 50 mila hanno il telefonino. Il capitano Joy Clarence, della «St Xavier», ogni mattina dal mare aperto chiama terra per sapere in quale porto fanno il prezzo migliore. Ecco, se la globalizzazione «è il superamento delle distanze nell’agire quotidiano» (Ulrich Beck, «Che cos’è la globalizzazione», edizioni Carocci), i suoi benefici dovrebbero essere misurabili, come il prezzo del pesce del capitano Joy.

UMANITA' MOBILE - Ogni giorno 4 milioni di viaggiatori prendono un aereo. Mediamente, in ogni istante ci sono 250 mila persone per aria . Negli Usa, i voli si sono triplicati e i prezzi dei biglietti dimezzati dal '78 a oggi. Ci sono voluti 200 mila anni e 10 mila generazioni alla razza umana per popolare la Terra, dalla culla africana alla Nuova Zelanda. L’aereo X-43A della Nasa è progettato per fare il giro del mondo in quattro ore , quasi quanto i taxi collettivi palestinesi impiegano oggi per coprire i 56 chilometri da Hebron a Ramallah aggirando i posti di blocco israeliani.
Nel 1970, andare da Londra a Parigi con treno e traghetto richiedeva solo 6 minuti di meno che nel 1913. Il mondo ha accelerato negli ultimi 30 anni. Per tutta la storia umana la crescita economica è stata ridotta (»0,2% di media annua). Solo negli ultimi due secoli è salita all’1,2%.


IL DENARO INVISIBILE - A 50 anni dalla prima carta di credito, il denaro passa di mano con un clic di «mouse». Ogni giorno i mercati finanziari spostano più di un trilione di dollari , circa due milioni di miliardi di lire: in banconote da 100 dollari formerebbero una montagna alta venti volte l’Everest. Sono gli azionisti, anziché gli eserciti, a oltrepassare le frontiere: ad esempio, il 45% delle azioni dei 60 colossi economici europei appartiene mediamente ad azionisti non residenti nei Paesi in cui hanno sede.
COMPUTER E AMACHE - Nel 1940, il capo dell’Ibm vaticinava un mercato mondiale capace di assorbire al massimo 5 computer. Oggi ce ne sono 300 milioni . Ogni giorno, 7 milioni di pagine web si aggiungono ai 2,5 miliardi già in rete. Nel ’95 16 milioni di persone usavano Internet, oggi 400 milioni , nel 2005 un miliardo. Una persona ogni 35 è in rete. In Europa e Nord America, una su tre. In Africa, una su 250. Certo, esistono più linee telefoniche a Tokio che nell’intero continente africano. E’ il «muro tecnologico» tra ricchi e poveri. Nel quale però si apre qualche varco. Da Nairobi, la «Kiko.Romeo.com» vende abiti nuziali «africani» negli Stati Uniti. Nella giungla della Guyana, le donne di un villaggio fanno commercio elettronico di amache. In India, i contadini Dhar prima di vendere aglio ai commercianti del villaggio controllano i prezzi ai «chioschi Web» ( costo: 20 lire ). Come dice Gendalal Verma: «Ai commercianti non piace Internet».


RESISTENZA ONLINE - Nelle rivoluzioni dell’89 in Europa la tv ha giocato un ruolo centrale di aggregazione. Poi c’è stata la stagione breve del popolo dei fax. Oggi è tempo di rivolte online . Un anno fa, nelle Filippine, migliaia di persone hanno manifestato provocando la caduta del presidente Joseph Estrada mobilitandosi via posta elettronica. Da Belgrado a Pechino, la Rete si è rivelata una catacomba di resistenza umana. Anche il potere ne approfitta: in Iran ha un sito Internet il capo supremo degli ayatollah, Ali Khamenei.


CHIAMATE INTERNAZIONALI - Il numero degli Stati è più che raddoppiato tra il 1945 e il 2000. Il mondo si è sbriciolato, ma comunica di più. Nel Duemila, il totale delle chiamate telefoniche internazionali è stato pari a 2 miliardi di ore , un’ora ogni tre abitanti. Alla metà del XIX secolo si svolgevano due o tre conferenze a livello interstatale all’anno. Oggi sono oltre 4 mila .

CAMBIO DI NOME - Suman, 22 anni, indiana, lavora in un call center di Bangalore per conto di una compagnia Usa. Al telefono risponde così: «Salve, qui Susan Sanders, sono di Chicago». Le hanno dato un’identità fittizia, genitori Bob e Ann, laurea in economia nell’Illinois, perché i clienti sono più tranquilli. Per un’indiana che si finge born in the Usa , una yankee che diventa latina: Staci Ortiz, conduttrice tv della Warner Brothers in California: nata Lehman, ha preso il nome ispanico del nonno materno. Il motivo? La carriera: in un Paese che si sta latinizzando, è più popolare chiamarsi Ortiz che Lehman.


LA CARICA DELLE ONG - In dieci anni le associazioni non governative (ong) sono passate da 6 mila a 26 mila. Greenpeace, ad esempio, conta 2,5 milioni di soci e 1.142 effettivi. In Gran Bretagna, gli attivisti dei gruppi di volontariato superano di venti volte gli iscritti ai partiti politici. Un’altra faccia, italiana, della medaglia? «Nel 1985 c’erano in Africa 1.700 volontari italiani laici - denuncia padre Gheddo, missionario del Pime -: oggi solo 400 ».



MULTINAZIONALI - Ultimo censimento: sono 60 mila , con mezzo milione di filiali straniere. Da sole, controllano il 20% della produzione mondiale e il 70% del commercio. Negli ultimi 50 anni, il commercio di manufatti è aumentato di 17 volte . Oltre la metà dei posti di lavoro dell’industria manifatturiera è nei Paesi in via di sviluppo. Nei Paesi più avanzati il 60% della ricerca è finanziato da privati. In mezzo secolo, i dazi doganali sui prodotti industriali sono scesi dal 40% del prezzo al 4%, quelli agricoli sono rimasti al 40-50%. In Europa, lo zucchero costa 260 volte più del prezzo mondiale, il riso 200, le banane 180.


ICONE - Che Guevara è diventato un’icona morendo nella giungla boliviana. Il subcomandante Marcos ha usato la globalizzazione: dal ’93 a oggi, ha tenuto accesa la rivolta del Chiapas con una campagna multimediale, da un computer nella Selva Lacandona. E’ un «logo» pure lui?


SLOW FOOD - La «mcdonaldizzazione» del mondo? Avanza, ma soprattutto negli Usa. Nel ’95, il consumo medio di un americano al fastfood era di 400 dollari, nel ’99 di 460 (oltre un milione di lire ). Nei Paesi europei è rimasto invariato: Svezia 160 dollari, Italia meno di 50 ( 100 mila lire ).


CICLI E RICICLI - Alla fine dell’Ottocento due americani pedalarono da Costantinopoli a Pechino. I cinesi furono affascinati dal mezzo: «Un piccolo mulo che si guida per le orecchie e a cui si danno calci di lato per farlo muovere». Il «mulo» meccanico divenne il simbolo della Cina. Non più: nel ’94 se ne vendevano 30 milioni, oggi uno . Le auto a Pechino sono 1,6 milioni , tre volte più del ’93. Ma nell’era dell’ hi-tech , avere due pedali low-tech in Paesi come lo Zambia o il Nicaragua può significare una possibilità di lavoro, come in «Ladri di biciclette» di De Sica. Il gruppo americano Pedals for Progress , pedali per il progresso ( www.p4p.org ) in dieci anni ha spedito 50 mila biciclette usate ai poveri del mondo. Che bella cosa, il riciclaggio globale dei cicli.
Michele Farina