Corriere della sera 3 agosto 2001

 

Berlusconi accelera: basta stare sulla graticola

Prima un supplemento d’indagine, poi i provvedimenti contro la Polizia. Scajola telefona a Ciampi

ROMA - Silvio Berlusconi aveva tratto il dado già mercoledì sera. Ha fatto soltanto un ultimo passaggio, insieme al ministro dell’Interno Claudio Scajola: chiedere agli ispettori del Viminale un supplemento di indagine per chiarire alcuni punti. Ma già il primo rapporto che avevano consegnato lasciava pochi dubbi sulle responsabilità. Ora si trattava soltanto di decidere i tempi: adesso o a settembre? «Non possiamo restare sulla graticola tutta l’estate», si è convinto alla fine ieri pomeriggio Silvio Berlusconi. Un consulto con Claudio Scajola, che ha sempre condiviso il percorso del presidente del Consiglio, un lungo colloquio con Gianfranco Fini e poi il ministro dell’Interno ha telefonato al Quirinale per informare il capo dello Stato dei provvedimenti assunti nei confronti del vice di De Gennaro Ansoino Andreassi, del capo dell’Antiterrorismo Arnaldo La Barbera e del Questore di Genova Francesco Colucci. Questa mattina poi il ministro dell’Interno salirà da Ciampi.

LA GIORNATA - È stata frenetica. La lettura dei giornali e le immagini dei Tg che continuano ad aprire con le sequenze delle violenze di Genova hanno avuto il loro ruolo. Poi c’è il crescendo di nervosismo, in Parlamento e anche all’interno della coalizione. Il dibattito in Senato sulla mozione di sfiducia a Scajola ha mostrato quanto il clima sia teso e i rapporti con l’opposizione siano ormai inaspriti. Non basta più che il premier ripeta: «Se dalle relazioni degli ispettori emergeranno responsabilità di singoli, verranno presi provvedimenti». Nel vertice allargato di mercoledì pomeriggio Rocco Buttiglione, ministro delle Politiche Ue, era stato chiaro nell’esprimere quello che in molti condividono anche dentro la Casa delle libertà: «Non possiamo permetterci che volino gli stracci e non possiamo pensare di mettere tutto a tacere prendendocela soltanto con chi era in prima linea: sono i capi che hanno innanzitutto responsabilità di quello che fanno i loro subordinati».


IL CASO TAORMINA - Non sono ancora arrivati i nuovi pareri degli ispettori del Viminale che la situazione sembra complicarsi quando arrivano a Palazzo Chigi le agenzie di stampa che annunciano che Carlo Taormina, sottosegretario agli Interni, sta pensando di difendere uno degli accusati dal rapporto degli ispettori: Vincenzo Canterini. Il rischio, considera Berlusconi, è che si perda il controllo di tutta la vicenda che si sta avvitando in un potenziale conflitto di interessi istituzionale. Gli scorrono nella mente quelli che potrebbero essere i prossimi mesi: veleni nel Palazzo, opposizione scatenata, accuse dalla stampa estera, testimonianze su quella nazionale, e non ultimi, scambi di accuse tra i vertici delle forze dell’ordine. Ha persino il sospetto che il lavoro della commissione di indagine parlamentare possa scontrarsi con un clima terribile all’interno alla polizia.
Non resta che parlarne con il vicepremier Gianfranco Fini, che proprio mercoledì in Senato era stato il difensore a oltranza delle forze dell’ordine. Anche lui, in un colloquio a tre con Scajola e Berlusconi a margine del Consiglio dei ministri, si convince a dare il via libera: tagliare subito, stasera, per evitare che la situazione diventi pericolosa proprio per la tenuta delle forze dell’ordine.


LA VISITA DI COSSIGA - E nel pomeriggio concitato delle scelte, in cui il governo decide di cercare di chiudere gli strascichi delle violenze del G8, indicando dei responsabili, a Palazzo Chigi arriva anche l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga: visita istituzionale di auguri di buone vacanze, fa dire il senatore a vita. Si parla anche del futuro dei vertici delle forze dell’ordine. Di De Gennaro e degli altri vertici. Ma si tratta di pochi minuti.
Adesso Berlusconi capirà se la linea della rapidità decisa mercoledì verrà apprezzata. Poi a settembre proseguiranno i cambiamenti ai vertici dei servizi segreti: si parla di Orofino al Sismi, di Mori al Sisde e Pollari al Cesis.
Gianna Fregonara