Corriere della sera 3 agosto 2001

 

LA LETTERA DI CANTERINI

«Non ho accusato il capo della polizia»

Ecco la lettera che l’avvocato Silvio Romanelli, per conto di Vincenzo Canterini, Primo Dirigente della Polizia di Stato e Comandante del 1° Reparto Mobile di Roma, ha scritto al direttore del Corriere della Sera , in relazione all’articolo pubblicato giovedì.
«Il dottor Canterini ha appreso con sconcerto, solo dalla lettura del giornale, la notizia di aver rilasciato una pretesa intervista al Corriere della Sera .
Tale circostanza non risponde nel modo più assoluto al vero, né tanto meno rispondono al vero le affermazioni che allo stesso sono state attribuite. Il giornalista che ha firmato l’articolo si è recato effettivamente presso l’ufficio del mio assistito per chiedere il rilascio di un’intervista. Alla sua presenza il dott. Canterini ha chiamato il dott. Sgalla, addetto ai rapporti con la stampa del ministero degli Interni, il quale non ha autorizzato alcuna dichiarazione. Il mio assistito ha, quindi, per pura cortesia accompagnato il giornalista al bar della caserma dove gli ha offerto un caffè - peraltro pare di capire non apprezzato - e lo ha congedato senza fare alcuna delle affermazioni che gli sono state arbitrariamente attribuite.
È addirittura superfluo precisare che il dott. Canterini non ha mai fatto alcuna dichiarazione circa le responsabilità del capo della polizia in ordine ai fatti accaduti a Genova, né ha invocato la costituzione di alcuna Commissione parlamentare di inchiesta, come peraltro risulta anche dal penultimo capoverso del testo dell’articolo cui si fa riferimento».

Comprendiamo il difficile momento vissuto dal comandante Canterini: noi, però, ci siamo limitati a riferire il suo sfogo, raccolto, mercoledì pomeriggio, dentro la caserma di Castro Pretorio, nel corso di un colloquio durato oltre un'ora. Di quello sfogo, perciò, confermiamo ogni parola. (Fa. Ro.)