Manifesto 27 luglio 2001

L'arroganza di Ruggiero
Il ministro degli esteri: "In Italia nessuno scompare. Saranno al mare". Ma in Europa cresce l'apprensione. E la Germania avvierà un'inchiesta
TIZIANA BARRUCCI - WIBKE BERGEMANN


Gli scomparsi di Genova? "Sono ragazzi, saranno andati al mare... non siamo un paese dove sparisce la gente". Mentre il governo di Berlino si prepara ad avviare una propria inchiesta sul comportamento delle forze di polizia italiane e sul trattamento da queste riservato ai giovani manifestanti tedeschi, il ministro degli Esteri Renato Ruggiero smentisce l'esistenza di "desaparacidos" e nega che dai paesi europei siano arrivate protesta e critiche di alcun tipo alla Farnesina, ma solo richieste di informazioni.
In realtà sono sessanta i ragazzi che mancano all'appello secondo il Genoa social forum, quasi tutti stranieri. "La possibilità che siano stati ritrovati e non ci abbiano avvertito, esiste - dicono dal Gsf - però conoscendo le storie degli altri...".
Ieri sono stati rintracciati una ragazza kurda, che dopo aver rischiato di essere rispedita in Turchia è riuscita in serata a superare il confine svizzero, due ragazzi polacchi, condotti con la forza mercoledì sera in un centro di detenzione e che verranno liberati oggi. Fermati per dieci ore, non è stato loro convalidato l'arresto ma, poiché extracomunitari, sono stati condotti nei centri di detenzione. "Stiamo studiando la possibilità di impugnare la decisione - fanno sapere i legali del Gsf - si tratta di cittadini liberi". Sconcerto anche da parte del console polacco, Piesiewicz, che al telefono ha definito "strana" la procedura adottata per i suoi connazionali.
Ruggiero, come dicevamo, ha sottolineato che non è arrivata alla Farnesina nessuna rimostranza straniera e invece, anche se non in via ufficiale, le rimostranze sembrano esserci. "Questi fatti mi ricordano la dittatura militare in Argentina" accusa, parlando del comportamento delle forze dell'ordine italiane durante gli scontri di Genova il deputato verde tedesco Hans-Christian Ströbele, ripartito dal capoluogo ligure ieri sera dopo un viaggio di due giorni - "a titolo personale", tiene a precisare - per verificare le condizioni delle decine di manifestanti tedeschi arrestati o fermati.
Sono ancora 15 i giovani in carcere in Italia, mentre quelli feriti ancora ricoverati - ma ormai liberi - sono quattro. Dei 70 fermati solo per quattro è stato convalidato l'ordine d'arresto, mentre gli altri hanno lasciato - alcuni con la forza - o stanno lasciando l'Italia.
Secondo un portavoce del ministero degli Esteri di Berlino i funzionari dell'ambasciata tedesca a Roma e del consolato generale di Germania a Milano hanno concluso le loro visite a "tutti" i detenuti tedeschi.
E sono proprio le testimonianze dei giovani che in queste ore stanno attraversando il confine tedesco a riscaldare il clima in Germania alimentando sconcerto e preoccupazione con le loro pesanti accuse nei confronti della polizia italiana. Sconcerto e preoccupazione si respirano al ministero degli Esteri, che ha confermato l'avvio di un'inchiesta sull'operato delle forze di polizia italiane, in particolare, sul loro comportamento durante la perquisizione alle due scuole e nelle caserme, subito dopo i fermi.
"Anche se durante la manifestazione sono stati commessi atti criminali, questo non legittima una reazione come la mattanza nei locali della scuola Pertini", ha dichiarato ancora Ströbele, che oggi terrà una conferenza stampa a Berlino, insieme ad alcuni giornalisti e manifestanti fermati. Gli fa eco la vicepresidente della Pds, Petra Pau, che in una lettera all'ambasciatore italiano a Berlino ha criticato l'uso smisurato della violenza da parte della nostra polizia: "La violenza di alcuni manifestanti sembra essere stata la scusa usata dalla polizia per caricare anche i pacifici".
Mentre la prima pagina del quotidiano di sinistraDie Tageszeitung titola "Polizia italiana nel mirino" e la tv di stato manda le testimonianze dei giovani, proprio dalla polizia viene un invito ad un'inchiesta internazionale. Secondo il presidente del sindacato europeo della polizia, Hermann Lutz, l'Italia dovrebbe avviare una sua inchiesta interna e permettere ai paesi europei di prenderne parte. "Potrebbe essere un ottimo espediante per confutare accuse ingiustificate", dice ai microfoni della radio nazionale Hessischer Rundfunk.
Non si ferma infine, la rabbia degli antiglobalizzazione contro la repressine di Genova. Centinaia di persone hanno manifestato ieri a Berlino, sit-in di protesta si sono avuti davanti ai consolati italiani, mentre a Zurigo la camera di commercio italiana è stata occupata dai manifestanti.