La Stampa
«Che ci faceva Fini a Genova?»
Domenica 5 Agosto 2001

Bassanini: la commissione deve sentire

ROMA
No, non sarà un semplice «escursus» o una sorta di resoconto-verbale, l’obiettivo finale che deve perseguire la commissione d'indagine sul G8. Il diessino Franco Bassanini, vicepresidente del Comitato di Indagine, vuole «la verità» sui fatti di Genova e «indagini a tutto campo, senza guardare in faccia nessuno, senza santuari e tabù». E annuncia: «Dovremo sentire il Ministro Scajola, Perugini della Digos di Genova , il vicepremier Fini per sentire cosa faceva in quelle ore lì...». Solo se l’indagine sarà condotta seriamente, l’opposizione rinuncerà a ritirare la richiesta di una Commissione di inchiesta (con gli stessi poteri della magistratura, ndr), avverte Bassanini, sennò insisteremo». Di più, non si esclude che al termine dell'inchiesta, alla mozione di sfiducia al ministro Scajola si aggiunga una nuova, «forse anche nei confronti di Fini».
Il Parlamento - ricorda ancora Bassanini in una intervista ad Ap.Biscom - è chiamato a dare una risposta convincente e esaustiva alla domanda di verità che viene dall'opione pubblica italiana e internazionale: che cosa è successo? chi è responsabile dei gravissimi fatti di violenza accaduti? perchè non sono stati prevenuti e impediti? perchè violenze selvagge hanno colpito cittadini pacifici e inermi? E chi ne è responsabile? e come garantire che tutto ciò non si ripeta?.
Bassanini replica così anche indirettamente al presidente del Comitato di Indagine, Donato Bruno, che dalle pagine del «Messaggero» affermava che «la commissione insediata non è neppure una commissione di indagine». Bassanini sgombra però il campo dalla strumentalizzazione politica di questo Comitato: «la politica c'entra poco, non ci può essere nessuna ragione di convenienza politica per limitare il rigore nell'accertamento della verità». Se c'è stata violenza tra i manifestanti, le Forze dell'ordine hanno il dovere di prevenire, isolare e reprimere la violenza. «Naturalmente si tratta di vedere se hanno avuto ordini e se sono stati costruiti piani per operare efficacemente in questo modo, i fatti dimostrano che non è stato così». Per l'ex Ministro della Funzione Pubblica «si tratta anche di vedere se i facinorosi hanno avuto connivenze o tolleranze da parte degli organizzatori delle manifestazioni. Penso e spero di no, ma dovremo attenerci ai fatti e se dovessero smentire questa convinzione ne dovremo prendere atto e trarne le conseguenze». Però, dice ancora Bassanini, «che si eserciti la violenza nei confronti di gente inerme, non in grado di reagire o in manette o arrestata è intollerabile, è proprio di un regime illiberale e incivile».