La Stampa 26 luglio 2001
Giovedì 26 Luglio 2001
FIRMAXXXXintervento
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ROMA
PER la prima volta, dopo i tragici fatti di Genova, il capo della Polizia parla per
offrire la propria versione e, finalmente, un’autodifesa diretta. Gianni De Gennaro
ha scelto la comunicazione televisa e ha concesso una lunga intervista al direttore del
Tg5, Enrico Mentana. L’alto funzionario è stato intervistato nel suo ufficio del
Viminale. A Mentana, che gli chiedeva se, nelle ore convulse di Genova, avesse mai pensato
di dimettersi, De Gennaro ha risposto con voce pacata: «Non ho mai ravvisato che vi
fossero motivi per dimettermi. Credo di aver svolto il mio lavoro, insieme agli altri
vertici delle forze dell’ordine e di aver messo il massimo dell’impegno per dare
sostegno al questore di Genova e a tutti i funzionari della questura». Proseguendo, ha
poi voluto ringraziare tutti quanti, colleghi e personale «hanno partecipato alle
difficili giornate di Genova».
De Gennaro ha poi esposto le proprie idee sui motivi che hanno trasformato le strade di
Genova in un campo di battaglia, vanificando l’obiettivo di «consentire lo
svolgimento di un vertice di otto capi di Stato» e di «manifestare idee diverse,
ovviamente nel rispetto della legge». Secondo il capo della Polizia, è stata la
determinazione dei gruppi più violenti ad aver innescato una spirale di violenza,
«creando le condizioni per il dramma avvenuto con la morte di un ragazzo».
L’alto funzionario ha, quindi, dato assicurazioni sul fatto che «tutto quanto
avveniva a Genova era a conoscenza del ministro» e le azioni delle forze dell’ordine
si sono volte in perfetto accordo e «in sintonia coi vertici dei carabinieri e della
Guardia di Finanza». Ha detto De Gennaro: «Il ministro è sempre stato informato dal
capo della Polizia e dal comandante dei carabinieri di come si stava evolvendo l’ordine
pubblico a Genova. Abbiamo sempre seguito le sue indicazioni che si sono poi tradotte in
direttive, soprattutto di equilibrio e di serenità, di tranquillità, di mantenimento
finché possibile anche di un ordine che poi è stato violato dai gruppi».
E il blitz alla sede del «Gsf»? Alla domanda di Mentana, De Gennaro ha risposto
affermando «la necessità di fare chiarezza». L’operazione «doveva essere solo una
perquisizione». «C’erano fondati motivi - ha detto il capo della Polizia - per
credere che nella sede del movimento fossero ospitati esponenti dell’ala più dura
della manifestazione». Ma quella perquisizione, «che doveva soltanto determinare l’identificazione
di persone pericolose e il sequestro di strumenti di offesa, si è trasformata poi in un
ulteriore episodio di ordine pubblico, perchè quando è arrivata la polizia è stata
fatta oggetto di un’aggressione violenta. Allora è stata usata la forza per vincere
una resistenza violenta». De Gennaro ha anche rivelato il particolare che tra i feriti
del blitz, diciassette appartengono alle forze dell’ordine. Tra le cause che hanno
determinato l’esplosione di violenza dentro la scuola Diaz, secondo De Gennaro, l’«accoltellamento
di un agente» e, ancor prima, «il lancio di pietre ed altri oggetti contundenti all’indirizzo
di agenti e carabinieri».
L’intervista si è conclusa con la richiesta, da parte di Mentana, di un bilancio. De
Gennaro ha dato «una valutazione positiva generale» pur «nel dolore per la morte di un
ragazzo». Ha anche affermato che i paesi ospitanti dei prossimi vertici potranno
usufruire dell’esperienza di Genova, che «è stata unica e preziosa». Il bilancio?
«In altri paesi, nei precedenti G8 - ha risposto - abbiamo dovuto registrare addirittura
l’interruzione dei lavori e, in qualche occasione, si è dovuti ricorrere al
frettoloso trasferimento dei protagonisti in ambienti più sicuri. Mi sembra che aver
garantito la massima sicurezza ai capi di Stato, senza minare l’incolumità degli
abitanti di Genova, possa esser considerato un buon risultato». E ha concluso: «Se vi
sono stati eccessi di singoli, sapremo prendere provvedimenti, al di là delle iniziative
della magistratura». Sui fatti di Genova, dunque, è partita anche una inchiesta interna
del ministero.
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