La Stampa
Lunedì 30 Luglio 2001
reportage
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Guido Ruotolo
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inviato a GENOVA
ANCHE se è domenica, nello studio dellavvocato Andrea Sandra, a pochi passi da
piazza De Ferrari, si ritrovano alcuni legali del Genoa Social Forum che in questi giorni
hanno assunto la difesa degli oltre 288 fermati o arrestati nel corso del vertice del G8.
Attorno al tavolo delle riunioni, gli avvocati stanno discutendo le istanze che devono
presentare nelle prossime ore, stabilendo una agenda di priorità: «Se nella prima
settimana - spiegano - siamo stati impegnati nelle udienze di convalida degli arresti, ora
stiamo lavorando alle istanze istruttorie. Per esempio, alle istanze da presentare al
Tribunale del Riesame».
Gli avvocati, impegnati finora nella difesa di quei manifestanti accusati di violenze
contro le forze dellordine, sono consapevoli che su di loro, da ora in poi, si
concentreranno anche le attese di chi, tra gli arrestati, ha denunciato di aver subito
violenze nel corso della perquisizione alla ex Diaz e della permanenza al centro di
smistamento di Bolzaneto. I legali sanno anche di rappresentare un imbuto, un filtro,
attraverso cui la mole di denunce raccolte dai quotidiani (oltre che le immagini
televisive) sulle violenze contro i partecipanti alle manifestazioni deve tradursi in
concrete denunce giudiziarie. Filtro anche per quello sportello aperto dal Gsf per
raccogliere le denunce. E un altro sportello, poi, è stato aperto anche dalla Procura
della Repubblica.
Il corso della giustizia ha i suoi tempi e le sue regole da rispettare, e il lavoro che
attende gli avvocati (ma anche i magistrati) «è immane»: «Non abbiamo la frenesia di
presentare domani mattina le denunce - spiegano i legali che fanno riferimento al Gsf -
perché vogliamo dedicarci a un lavoro organico, non frammentario, di ricostruzione dei
fatti. Sarà un lavoro che faremo insieme ad Amnesty International».
Naturalmente, la Procura di Genova ha già avviato le indagini, ha aperto fascicoli, ha
disposto accertamenti alla polizia giudiziaria, fissato il calendario della raccolta delle
testimonianze dei 13 dirigenti e funzionari di polizia presenti nel corso della
perquisizione alla ex Diaz (poi seguiranno quelle dei 70 agenti del primo reparto mobile
di Roma). Ma tutto questo è solo linizio di un lavoro investigativo. Anche dal
versante dei legali del Gsf, ovviamente, vi sarà una produzione di richieste istruttorie,
di accertamenti da fare, oltre che denunce da presentare.
«A Genova, la legalità è stata sospesa - affermano i legali del Gsf - non solo perché
si sono consumate violenze gratuite e diffuse contro inermi manifestanti, perché i
pestaggi alla ex Diaz sono ingiustificati - quello che è accaduto a Bolzaneto è
indicibile - ma perché non sono state rispettate le più elementari regole del diritto».
Lelenco degli esempi è lungo: «La perquisizione allex Diaz è stato un atto
illegittimo perché hanno negato che noi potessimo assistervi. Carabinieri e poliziotti ci
hanno tenuti fuori, nonostante avessimo mostrato i nostri tesserini professionali».
La vicenda della perquisizione alla ex Diaz e i fatti di Bolzaneto tengono banco.
Attraverso i due episodi gli avvocati leggono in controluce una conferma alla
«sospensione di legalità»: «Hanno proceduto alla perquisizione appellandosi allarticolo
41 - uno dei legali legge testualmente larticolo - che recita: "Gli ufficiali e
agenti di polizia giudiziaria che abbiano notizia o indizi qualsiasi di presenza di armi,
munizioni o materiale esplodente", possono procedere alla perquisizione. Bene, è un
atto di pg, e un prefetto o un questore non sono autorità di polizia giudiziaria, lo sono
un vicequestore, il capo della Mobile o della Digos».
Scarcerati tutti - tranne uno - i fermati alla ex Diaz, gli avvocati adesso preparano le
loro mosse: «Chiederemo di procedere alle consulenze medico-legali per i feriti, a una
ricostruzione dei luoghi e delle dinamiche della perquisizione sulla base delle tracce
lasciate, il sangue per esempio. E vero che era buio, che i poliziotti erano
difficilmente riconoscibili ma non per questo non potremo chiedere, sulla base delle
denunce, di procedere al riconoscimento allamericana, alla produzione delle foto dei
poliziotti da far vedere ai nostri assistiti».
Cè una ulteriore difficoltà che gli avvocati denunciano: «Gli stranieri ancora
ricoverati in ospedale vogliono tornarsene a casa, gli altri, sono stati espulsi sulla
base del secondo comma dellarticolo due del trattato di Schengen, perché ritenuti
"pericolosi per lordine pubblico". Ci potremmo opporre, fare ricorso al
Tar, ma non abbiamo avuto la delega dagli esplusi per farlo. Ma così è stato comunque
violato il diritto di difesa per tutto il tempo del processo».
Lex Diaz e poi cè il grande «buco nero» su ciò che è accaduto alla
caserma del reparto mobile di Bolzaneto. Denuncia uno dei legali del Gsf: «La Procura ha
emesso un provvedimento di differimento dei colloqui con gli avvocati per tutto il tempo
necessario allimmatricolazione dei fermati. Bene, questo differimento riguarda un
lasso di tempo di un paio dore. Nel caso di Bolzaneto ci hanno impedito di poter
vedere i nostri assistiti. Come hanno interpretato il provvedimento di differimento i
responsabili della caserma di Bolzaneto? Come se il differimento fosse prolungato allingresso
in carcere degli arrestati. E una evidente violazione del diritto». E a proposito
di impedimento a poter vedere gli arrestati, i legali denunciano: «La notte del blitz
alla ex Diaz, siamo andati al Pronto soccorso dellospedale San Martino, dove al
funzionario della polizia, abbiamo chiesto notizie sui pestati. Ci ha risposto che avevano
lesioni lievi e che sarebbero stati presto dimessi. Quando siamo andati al reparto
penitenziario sempre dellospedale, lispettore ci ha negato di poter parlare
con i feriti, per rassicurare le famiglie».
Gli avvocati spulciano gli elenchi del Gsf dei fermati o arrestati, con quelli che
risultano a loro. Da giorni, il Gsf denuncia la scomparsa di una ventina di ragazzi: «E
chiaro che la Procura non è tenuta a comunicare lelenco ufficiale degli arrestati.
Noi sappiamo soltanto che i fermati sono stati 288 e le richieste di convalida 225».
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