La Stampa
Sabato 28 Luglio 2001


Azione civile contro Berlusconi: abbiamo disarmato a mani nude gruppi di tute nere
Aldo Cazzullo
ROMA Non soltanto ha conquistato il fondale con le testate dei giornali di tutto il mondo, teatro nel ‘94 di formidabili scontri tra il Berlusconi Uno e la stampa straniera. Ha risposto per due ore pure a cronisti greci, irlandesi e a un’austriaca in ansia per la sorte di un gruppo di 25 teatranti di Vienna confusi con black block. Ha annunciato, dopo quella penale, un’azione civile contro Berlusconi e Scajola per danni morali («ci hanno accostato ai violenti»). Ha ridotto a 18 il numero dei desaparecidos («e speriamo che siano davvero al mare»). Ha chiesto: un incontro con Ciampi; «verità e giustizia»; una commissione d’inchiesta sui fatti di Genova. Non pago, Vittorio Agnoletto ha celebrato il suo trionfo mediatico evocando Enrico Berlinguer. Indicato da più parti come leader emergente della sinistra, il portavoce del Gsf ha cioè risposto come il segretario generale del Pci, alla cronista che gli chiedeva se davvero dormisse ogni notte in una casa diversa: «Preferisco non dirlo, non parlo della mia vita privata» (laddove Berlinguer, dopo una lunga serie di dinieghi, a una giornalista straniera che gli diceva ironicamente «ci dica almeno quand’è nato» aveva risposto: «Si rivolga al mio ufficio stampa»).
In effetti nei suoi ultimi giorni genovesi Agnoletto ha cambiato residenza ogni sera, come facevano i dirigenti del Pci nelle notti dei golpe annunciati. Si ignora come si regoli oggi. Secondo «Libero», potrebbe contare su più soluzioni. In un ritratto a metà tra l’invettiva e la mappa catastale dal titolo «Agnoletto, un rivoluzionario dal sangue blu», il quotidiano diretto da Vittorio Feltri gli attribuisce le seguenti possibili sistemazioni: «Villa seicentesca di famiglia a Ispra in provincia di Varese, un ex monastero con spiaggia privata e parchi secolari» dove si terrebbero «sontuose feste»; «vasti possedimenti sulle rive dell’Olona e grandi aree edificate, come quella di piazza Insubria a Milano, di proprietà dei Ranci d’Ortignosa, aristocratici di origine spagnola» da cui discende la madre di Agnoletto, signora Adelaide; «villa di famiglia a Santa Margherita Ligure, di proprietà dei cugini Pisapia (con yacht)»; «cappella di famiglia di Santa Maria in Fulcorina, nei pressi di corso Magenta, ora proprietà dei cugini Ronzoni». «Agnoletto - ne deduce in un titolo l’agenzia AdnKronos - vive blindato».
Pone anche problemi, però. Segnala che tra i diciotto scomparsi c’è la ragazza tedesca «che sarebbe stata ferita in modo grave venerdì scorso e di cui non abbiamo più avuto notizie». Avverte i Ds: «Non provate a mettere il cappello sul movimento», che presto sarà istituzionalizzato in Italy Social Forum. Precisa che la consulenza toltagli da Maroni era «assolutamente gratuita; e comunque solo nel Ventennio si sceglievano gli scienziati con criteri politici». Denuncia la presenza a Genova di «due autobus di estremisti di destra. Abbiamo avvertito la questura, ci hanno risposto di non allarmarci». E poi: «Noi non sappiamo se qualcuno ha dato l’ordine alla polizia di picchiare i manifestanti, e chi è stato. Ma le forze dell’ordine rispondono alle autorità politiche. A Genova non c’era Scajola, ma Fini. Chiedete a lui. Con questo, non intendo accusarlo». Unica autocritica, l’assenza del servizio d’ordine: «Non l’avevamo, e si è rivelato un problema. Sabato un funzionario di polizia ci ha avvertiti che nella coda del corteo si erano infiltrati i violenti; abbiamo dovuto rispondere che toccava a loro fermarli». Concitata la conclusione. Allarme bomba, che induce le forze dell’ordine a bloccare via dell’Umiltà, dove ha sede l’associazione stampa estera e pure Forza Italia. Nuova domanda della cronista austriaca sulla sorte dei teatranti viennesi. Arrivo in ritardo del cronista del Giornale , che ripete una domanda già fatta - «vi dissociate dalla violenza?» - e viene quasi azzannato da Agnoletto: «Me lo devo scrivere sulla faccia che sono contro la violenza? Ma se abbiamo disarmato a mani nude gruppi di black bloc!».