La Repubblica 27 luglio 2001

Manganelli e bambini in lacrime
sul Tg1 un documento choc

All'ora di massimo ascolto vanno in onda le immagini delle cariche delle forze dell'ordine contro i manifestanti inermi


ROMA - Sabato 21 luglio, corso Italia, lungomare di Genova, due del pomeriggio. C'è la signora anziana che piange e viene avanti a mani alzate e dice «per favore per favore» a quegli uomini blu, con lo scafandro in testa, la proboscide della maschera antigas e il manganello in mano. C'è il papà che stringe in braccio il bambino e lo fa respirare dentro un panno bagnato: il piccolo urla e ha gli occhi gonfi, quei lacrimogeni hanno già fatto collassare molti adulti, figuriamoci un bambino. Ci sono i Black bloc in assetto di guerriglia che marciano in mezzo al corteo e poi alla sua testa. Ci sono giovani, ragazzi, uomini e donne annebbiati e senza respiro per via dei gas dei lacrimogeni che barcollano per strada, si fermano, non sanno dove andare, chiedono aiuto. Arrivano i reparti della polizia e volano manganellate.
Genova, sabato scorso, il corteo pacifico dei duecentomila no global, una di quelle date che segnano la vita del paese. La Rai censura lo speciale di Freccero sul G8 "Bella Ciao" ma non ci sta ad accecare quello che le telecamere dei suoi operatori hanno visto a Genova. Così monta un servizio presentato da Bruno Laverà e lo manda in onda nel bel mezzo del Tg1 delle venti. Cinque minuti di immagini choc. L'operatore sta camminando lungo corso Italia da piazzale Kennedy verso Boccadasse, nella direzione contraria del corteo partito alle tredici da Sturla. In testa al fiume dei duecentomila, all'altezza di piazzale Kennedy, ci sono gli striscioni anti g8 che aprono il corteo, colorati, festosi, pacifici. Un istante dopo, quasi fosse un altro film, in testa allo stesso corteo compaiono i ragazzi in nero che si danno ordini secchi e attaccano il plotone di polizia, spranghe e lacrimogeni..
Dietro il gruppo di assaltatori scivola il corteo. Per una mezz'ora la polizia limita l'intervento, dietro i black ci sono duecentomila che cantano e danzano e avanzano e caricare sarebbe un disastro. Ma a un certo punto i responsabili dell'ordine pubblico decidono che non possono più aspettare visto che gli assaltatori avanzano e conquistano terreno. Parte la carica. La festa diventa tragedia. Da quel momento chi è davanti alla polizia è comunque un potenziale nemico. Si alza il fumo di gas e lacrimogeni. I black bloc sono scomparsi. Resta la testa bionda di un giovane straniero schiacciata a terra dallo scarpone di un agente. Una ragazza confusa dai lacrimogeni manganellata a freddo. Una signora con i capelli grigi, colpevole di indossare una tshirt rossa con scritto «No G8», sanguina dalla tempia e cerca «Cosetta». C'è un padre disperato che urla davanti ai manganelli degli agenti: «Ho quattro figli, dove sono?». I manifestanti pacifici urlano che loro non c'entrano, che non hanno fatto nulla, si scansano per paura di prendere manganellate. Avanzano a mani alzate, prigionieri di non si sa che cosa. Immagini choch anche sul Tg5 delle 20. Gli operatori hanno immortalato almeno due persone che avevano armi in mano tra la folla. Una testimone ha raccontato che hanno anche sparato verso i Black bloc. Mandata in onda anche l'aggressione ad un carabiniere.
(c.fus.)