Corriere della sera 29 luglio 2001
LA TESTIMONIANZA / 1

«Bruno, picchiato per una notte»

Il sindaco di Monterotondo: l’hanno pestato con stracci bagnati e costretto a urlare «Viva il Duce»

MONTEROTONDO (Roma) - «Mio figlio mi ha detto: papà, le botte si dimenticano. Ma gli sputi in bocca no». E’ racchiuso in questa frase il dolore di Antonino Lupi, sindaco di Monterotondo, 40 mila abitanti vicino a Roma, e papà di Bruno, liceale diciottenne arrestato a Genova e condotto in quello che definisce «il lager di Bolzaneto». Parla con un filo di voce, ma ha le idee chiare. «Denuncerò il caso in Procura. Le istituzioni non devono mai perdere il senso dello Stato: niente di personale. Non parlo come un padre che giustifica. Parlo come un uomo piombato da Roma in pieno G8 per cercare suo figlio arrestato chissà perché e finito chissà dove e che si è visto, umiliato, chiudere tutte le porte in faccia. Pure quella della Questura di Genova». La prima sensazione di panico Antonino Lupi - da 30 anni impegnato nei movimenti scout, una candidatura sostenuta dai Ds - l’ha avvertita alle 16 di venerdì 20 luglio, poco prima dell’omicidio di Carlo Giuliani. Il telefonino del figlio sembrava disattivato: era stato arrestato un’ora prima «da un poliziotto in borghese - racconta l’uomo - mentre camminava mano nella mano con la fidanzata di 16 anni e un’amica di 17, ospiti con altri amici di un medico genovese: volevano partecipare al corteo dei Cobas. Quando hanno visto la situazione di violenza e le auto bruciate, si sono allontanati. Un poliziotto che poteva essere confuso con un anarchico li ha presi, ammanettati e caricati su un cellulare. Prima destinazione la caserma di Bolzaneto, dove mio figlio ha passato la notte intera, obbligato insieme a tanti altri a tenere la fronte contro il muro, a prendere botte con gli stracci bagnati e una saponetta all’interno, a incassare manganellate e a urlare a richiesta "Viva il Duce"».
Antonino Lupi ha riabbracciato il figlio la notte di lunedì 23 luglio, fuori dal carcere di Alessandria. «Lo ha salvato - dice - la sua prontezza di riflessi. Ha preso le botte e tutto il resto e per due volte, quando se l’è vista brutta, ha finto di svenire».
Adelaide Pierucci