La Repubblica 1 agosto 2001 G8, De
Gennaro al Viminale
dal dossier bufera sulla polizia
LIANA MILELLA
ROMA - Per la perquisizioneblitz alla scuola Diaz salteranno delle teste di alti
responsabili della polizia sia a Roma che a Genova. Quante, e in che misura, devono ancora
deciderlo il ministro dell'Interno Claudio Scajola e il capo della polizia Gianni De
Gennaro che ieri, per tre lunghe ore, hanno cominciato a discuterne avendo sotto gli occhi
le 30 pagine della relazione del superispettore Pippo Micalizio. Alle 20 e 30 hanno deciso
di aggiornarsi a oggi quando, dopo la mozione di sfiducia al Senato, il responsabile
politico del Viminale avrà le mani libere per districare l'odiosa vicenda delle scuole
Diaz e Pertini dove 62 persone sono finite in ospedale dopo l'intervento della polizia.
Chi ha letto la relazione del questore Micalizio - ex capo della squadra mobile di Milano,
ex vicecapo della Dia e dell'Antidroga e oggi sovrintendente nell'Italia meridionale con
base a Catania -parla di un rapporto «impietoso» verso i colleghi con proposte di
procedimenti disciplinari per il capo della prevenzione, il prefetto Arnaldo La Barbera, e
per uno dei suoi vice, il questore Gianni Luperi. «Censurabile» viene definito il
comportamento di Francesco Gratteri, anche lui questore e capo dello Sco, per il quale
Micalizio rimette la decisione nelle mani di De Gennaro e Scajola. Se queste sono le
responsabilità romane, altrettanto pesanti sono quelle genovesi. Per il questore
Francesco Colucci c'è un giudizio di «assoluta inadeguatezza» e la proposta di
«immediato trasferimento ad altro incarico». A seguire vanno le "colpe" di
tutti i massimi dirigenti della questura ligure: provvedimenti disciplinari e
trasferimenti per il capo della Digos Spartaco Mortola, per il suo vice Alessandro
Perugini, per il responsabile della Mobile Nando Dominici e, naturalmente, per Vincenzo
Canterini, il capo del reparto mobile di Roma che, con i suoi uomini, ha compiuto la
perquisizione, e quindi il pestaggio.
Chi, da un poliziotto che indagava sui poliziotti, si sarebbe aspettato cautele è
decisamente rimasto deluso, perché la relazione di Micalizio - come del resto quelle di
Salvatore Montanaro sulla caserma di Bolzaneto, anch'essa già sul tavolo del ministro
Scajola, e quella di Lorenzo Cernetig sulla conduzione complessiva dell'ordine pubblico
(che sarà consegnata oggi) -sono di un assoluto rigore. Il fulcro del corposo dossier
sulla Diaz è questo: «Il blitz non è stato né premeditato, né tantomeno è scaturito
da una volontà di vendetta contro i contestatori». Parlare di una
"persecuzione", come s'è pur fatto in questi giorni, sarebbe sbagliato. Però,
e su questo il rapporto assume toni assai duri, l'operazione di polizia giudiziaria è
stata organizzata, diretta ed eseguita talmente «male» da determinare il nefasto esito
finale.
Non solo. Tutti i funzionari presenti con un grado elevato e che sarebbero potuti
intervenire per arginare il disastro sono responsabili «per non averlo fatto». Lo è
quindi La Barbera, l'ex questore di Palermo, Napoli e Roma, e da pochi mesi
all'Antiterrorismo, che è arrivato appositamente a Genova, ha diretto un briefing di
coordinamento, e alla fine è pure andato in via Battisti. Lo è, ma con una
responsabilità definita «minore e più sfumata» Gratteri, che per il suo incarico di
capo dello Sco, non poteva avere, in un'operazione divenuta di ordine pubblico, un suo
peso specifico.
E i 70 uomini del reparto mobile di Roma? Per loro sarà la magistratura, dopo il
confronto con le vittime, a individuare singole responsabilità penali. E il vicecapo
della polizia e commissario per il G8 Ansoino Andreassi? La relazione di Micalizio, come
quelle di Montanaro e Cernetig, ricostruiscono i fatti, ma non possono toccare il vicario
di De Gennaro che, per il suo grado, resta «al di fuori» della loro giurisdizione. Ma
ruolo e responsabilità nei fatti di Genova non sono né sminuite, né messe in secondo
piano.
Ovviamente, era il dossier sulla Diaz quello più spinoso e che adesso dovrebbe fare il
maggior numero di "vittime". Ma non sono indolori neppure quelli su Bolzaneto e
sull'ordine pubblico. Sulla caserma - il relatore Montanaro è il sovrintendente per
l'Italia centrale - si sconta, almeno fino a ieri, la mancanza di denunce ai pm sui
pestaggi, per cui è difficile identificare chi ha abusato di mani e manganelli. Ma,
puntualmente, il superispettore ha ricostruito la mappa dei funzionari presenti, degli
agenti impegnati, dei turni di servizio. Infine i due giorni delle manifestazioni di
Genova che si sono risolte in guerriglia urbana. Cernetig - commissario a Trieste per il
Triveneto - ha descritto «errori, inadeguatezze e inefficienze» nell'organizzazione
complessiva. La relazione è talmente dettagliata da soffermarsi pure a verificare
perché, nelle strade in cui passavano i cortei, la questura non abbia ordinato di
togliere i cassonetti, soprattutto quelli con le bottiglie, divenuti altrettanti
proiettili contro le forze di polizia. È facile capire come, per tutto questo, Scajola e
De Gennaro debbano restare ancora a lungo insieme anche oggi. |