Manifesto 27 luglio 2001 "Chiampa,
non ci stiamo"
TORINO Il sindaco la accomuna ai black bloc, e
la sinistra ds si ribella
LUCA FAZIO
Black bloc a chi? E sì che La Stampa l'aveva detto: il sindaco
di Torino è "dotato di un forte senso dell'umorismo e capacissimo, all'occorrenza,
di sfornare battute lievi e micidiali" (28 maggio 2001, ritratto per gli evviva
ulivisti del dopo elezioni). L'ultima battuta, il Chiampa, come fraternizzavano gli
amici diessini, l'ha regalata ieri a un giornalista de la Repubblica, che chiedeva
come mai martedì non è sceso in piazza con i diecimila che a Torino hanno manifestato
contro la violenza della polizia. Sergio Chiamparino ha risposto così: "Sono
esterrefatto quando vedo gente, e mi riferisco alla sinistra del mio partito, che ai
congressi cita solo la sinistra europea. E poi vuole scendere in piazza a Genova. La
sinistra europea credo sia quella dei Blair, dei Jospin, dei Fischer, non i Black
bloc". Daniele Doria, della sinistra Ds torinese, sta male nei panni del Black bloc,
e con lui tutti i "compagni" della segreteria che l'altro giorno erano in
piazza. "Mi stupisco di fronte a una battuta simile - si spiega e si interroga allo
stesso tempo - è un fatto di una gravità estrema. Spero che Sergio Chiamparino
rettifichi la posizione".
Infelice battuta a parte, l'intervista del sindaco di Torino non è che lo specchio fedele
di un partito che non da oggi sta andando alla deriva. Non sapendo con chi prendersela, e
forse con la testa proiettata solo al congresso prossimo venturo, il sindaco ha attaccato
anche José Bové, "il più esplicito esponente del protezionismo in Europa". Ma
è l'insulto ai manifestanti la ferita che a Torino brucia di più. "A quella
manifestazione - precisa un comunicato stizzito della sinistra Ds - hanno aderito a titolo
personale centinaia di iscritti... che hanno sentito l'irrefrenabile bisogno di esprimere
la loro preoccupazione per la sospensione del diritto e per chiedere giustizia... A meno
che la gran parte dei componenti del gruppo consiliare Ds al comune di Torino, così come
tutti gli altri partiti della sinistra, siano dal sindaco Chiamparino individuabili come
fiancheggiatori ancorchè inconsapevoli dei Black bloc".
Luca Delli Santi, segretario della Sinistra giovanile torinese, è "indignato".
Viene da chiedersi se per un giovane, indignato, è obbligatorio continuare a fare
politica in un partito così. La base più giovane dopo Genova comincia a chiederselo. A
Milano ieri è andata in scena "la prima" di un dibattito organizzato dalla
Sinistra giovanile e intitolato Diesse ci andate stretti. Delli Santi un po' ci
crede ancora: "Sono indignato ma non voglio lasciare il partito in mano a un ceto
politico così, almeno fino al congresso... perché ho visto picchiare gente pacifica e ho
sentito cittadini che hanno bisogno di risposte politiche". E non quelle di
Chiamparino.
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