La condanna della stampa estera
I maggiori giornali europei criticano le
brutali azioni della polizia e gli scarsi risultati del vertice
A leggere la grande stampa internazionale di ieri, si è ben lontani dai
toni giubilanti di Silvio Berlusconi. Il vertice è generalmente dipinto come un
fallimento, l'azione delle forze di polizia pesantemente stigmatizzata.
La stampa inglese riprende con grande risalto le dure dichiarazioni di Peter Hain,
ministro di Blair per l'Europa, secondo cui "l'azione della polizia italiana, che ha
sparato uccidendo, non è difendibile".The Guardian sostiene quindi che
"l'era dei grandi summit si è effetivamente chiusa con il G8 di Genova, un vertice
di tre giorni che si è saldato con violenti scontri tra polizia e manifestanti e senza
alcun risultato significativo". The Indipendent, dopo aver messo in risalto
che la la "polizia italiana è stata giustamente criticata per la sue pratiche
brutali", sottolinea come "la minoranza violenta rispecchia un più diffuso
malessere, che i politici tendono ad ingnorare a loro rischio e pericolo. Milioni di
elettori non violenti percepiscono lo status quo come profondamente ingiusto - e sentono
che questa ingiustizia non viene recepita dai leader politici del mondo".
Il quotidiano francese Le monde afferma che, "pur annunciando qualche misura
positiva, come la creazione del Fondo mondiale per la salute, il vertice di Genova ha
dimostrato in maniera brutale che il G8 non tiene sufficientemente conto dei timori
suscitati dalla globalizzazione". Toni assai più duri mostra invece Libération,
che titola in prima pagina "Un G8 vergognoso", e condanna senza mezzi termini
"l'infame brutalità della polizia italiana". Per poi mettere in evidenza come
"senza la drammatizzazione degli eventi portata dai manifestanti e soprattutto
dall'ala ultra-minoritaria di tecnici della guerriglia urbana, ben pochi si sarebbero
accorti del vertice di Genova". Il quotidiano conservatore Le Figaro sostiene
che "il G8 ha perso la battaglia di Genova ", mentre L'Humanité,
giornale del Partito comunista francese, parla di "dura sconfitta".
Un giudizio, questo, condiviso persino dal Financial Times, secondo cui il G8 di
Genova ha avuto "ben pochi risultati" e dovrebbe spingere i grandi leader a
decidere di convocare queste riunioni solo "in presenza di una questione
scottante" o di "una crisi da risolvere". Riguardo all'edizione del 2001,
nota il quotidiano liberale londinese, "le discussioni economiche sono state
caratterizzate dalla solita superficialità". Un'affermazione a cui fa eco il Daily
Telegraph, secondo cui "l'idea che la vita degli africani sarà trasformata dalle
parole dette a Genova è una crudele sciocchezza". E che agginge poi, per rincarare
la dose: "i partecipanti a questi summit tendono a perdere di vista la differenza tra
ciò che scrivono nei loro comunicati e ciò che accade nella realtà".
Non meno netti i giornali spagnoli: El Pais critica l'esistenza stessa del G8
"che costituisce né più né meno una provocazione; una ulteriore asimmetria tra la
nuova realtà globale e un'istanza ch rappresenta ben poco tutti coloro che, immersi nel
processo di integrazione economica e finanziaria, non ne possono per il momento
beneficiare". Stessi toni sul quotidiano filo-Aznar El Mundo che titola
"il vertice di Genova si conclude con magri risultati", e riporta la notte
d'inferno di un manifestante madrilegno, pestato dai carabinieri, portato in ospedale e
ricondotto subito dopo in commisariato per un'ulteriore razione di botte: "Mi hanno
tenuto tre-quattro ore contro un muro, insieme ad altri, colpendoci e costringendoci a
urlare "Viva il duce". (...) Poi mi hanno portato in una stanza scura. Mi sono
accorto allora che stavano torturando un ragazzo. Gridava come un ossesso. E loro gli
dicevano "non devi gridare, solo soffrire". Dopodiché è venuto il mio
turno". Nella stessa pagina, con il titolo "Terrore alla scuola Armando
Diaz" un racconto dettagliato del raid della polizia di sabato notte, nel corso della
quale sono stati feriti e arrestati quindici spagnoli.
La grande stampa tedesca, dal canto suo, critica soprattutto la decisione di tenere i
prossimi G8 in località isolate, difficilmente raggiungibili dai manifestanti. Die
Welt riflette sul fatto che "riunire in futuro i leader politici del mondo in
località disabitate o su isole un tempo adibite a prigione significherebbe allontanaarli
ancor di più dalla realtà della piazza". "A spingere a Genova la stragrande
maggioranza dei manifestanti - scrive ancora Die Welt - sono state paure di fondo
che devono essere prese sul serio. Schroeder, Bush e gli altri devono rispondere a ciò
che agita gli uomini e a questo fine ci vuole un luogo pubblico di riunione". Il Tagesspiegel
di Berlino critica invece il modo in cui gli Otto hanno reagito alla morte di Carlo
Giuliani. "Non andando tutti insieme davanti alle telecamere per testimoniare il loro
cordoglio, hanno perduto un'altra occasione".