Corriere della sera 25 luglio 2001
Muro contro muro tra i poli. I Ds all’attacco di Frattini che aveva affermato: in Parlamento c’è chi protegge i violenti

La Casa delle Libertà: no all’indagine parlamentare, Ulivo in stato confusionale

ROMA - E’ uno scontro ormai senza quartiere e il centrodestra alza le barricate, sempre più coeso, sempre più blindato nel sostenere che se prima, durante e dopo Genova, errori ci sono stati è perché è stata la sinistra a commetterli. E’ follia, dicono allora da Forza Italia, An, Lega e Ccd-Cdu, chiedere le dimissioni del ministro Scajola: «Fanno autogol», sbotta l’azzurro Alfredo Biondi. «Con quella mozione si tende a distogliere l'attenzione dalle enormi responsabilità della sinistra sulle vicende legate al G8», accusa il capogruppo di Forza Italia al Senato Schifani.
Ma inaccettabile viene anche considerata la richiesta del centrosinistra di promuovere un’indagine parlamentare conoscitiva sui fatti di Genova: «Respingiamo la richiesta - anticipa il capogruppo di An, La Russa - e l'Ulivo è in stato confusionale se continua a chiedere da un lato l'indagine e dall'altro le dimissioni del ministro dell'Interno. Si decidano». Oggi si avrà la risposta ufficiale in commissione Affari costituzionali, ma da FI è già arrivato il no. E’ vero che il ministro Pisanu fa sapere che «il governo non ha nulla da nascondere», ma il collega Giovanardi avverte che l’esecutivo è «contrario» all’indagine e si sa già che non ci sono margini di discussione.
D’altronde i toni sono accesi, non c’è dialogo e tacciono, se ancora ci sono, le «colombe». Punta il dito il ministro La Loggia: «Non è accusando Scajola o Frattini per le loro giuste e giustificate accuse che le sinistre potranno recuperare credibilità e il ruolo di opposizione democratica. Le sinistre continuano a sbagliare». Frattini, appunto, diventa protagonista di uno scontro all’arma bianca con l’opposizione per aver detto in un’intervista alla Stampa che «in Parlamento c’è chi protegge i violenti». I Ds presentano un’interpellanza contro il ministro della Funzione pubblica, lui replica, si dice «sorpreso» dell’iniziativa perché «lunedì sono state viste da tutti le dichiarazioni di insulto, le violente aggressioni verbali anche in Aula al ministro dell'Interno» a suon di «assassini».
Chi tace, in queste ore di massima tensione, è il presidente del Consiglio. Raccontano che sull’ipotesi di andare a riferire in Senato sugli esiti politici del G8 - richiesta depositata dai Ds - Berlusconi un pensierino ce l’abbia fatto. Ma a prevalere, tra i pro e i contro, sarebbero questi ultimi: «Io andrei, ma chi mi assicura che non sia un’imboscata? Le assicurazioni dei Ds che il dibattito non sarà incentrato sui fatti di Genova non mi bastano...», ragiona il Cavaliere con i suoi. Insomma, meglio chiudere qui, voltare pagina, tanto «gli italiani hanno capito» e, ne è convinto il premier, tra chi tentava di governare la piazza e chi voleva conquistarla stanno con i primi.
Non entra nel merito della polemica, ma parla dei fatti di Genova anche il presidente del Senato, Marcello Pera, che ieri ha voluto esprimere il suo cordoglio ai genitori del ragazzo morto a Genova, la solidarietà sentita alle forze dell’ordine e soprattutto un pensiero, che somiglia a un monito: «La violenza è nemica della libertá e della democrazia. Tutti dovremmo rifuggirla e non solo con parole di circostanza, quelle belle parole che costano poco e che impegnano ancor meno. Ma dovremmo farlo con parole sentite, con parole pensate e credute, a cui seguano fatti e comportamenti adeguati e coerenti».
Paola Di Caro