Manifesto 29 luglio 2001

Le denunce sono "credibili e verosimili"
I pm genovesi interrogano i funzionari di Ps sul blitz alla scuola Diaz e sulle violenze in piazza e in caserma. Domani il rapporto degli ispettori del Viminale. Nuove accuse alla polizia penitenziaria: "Picchiavano anche al comando dei carabinieri"
ALESSANDRO MANTOVANI - ROMA

Fanno sul serio i magistrati genovesi. E annunciano il massimo zelo anche i superpoliziotti, i tre ispettori spediti a Genova dal capo della polizia Gianni De Gennaro e responsabili dell'inchiesta amministrativa interna sul comportamento delle forze dell'ordine durante e dopo le manifestazioni anti-G8. Pippo Micalizio, Salvatore Montanaro e Lorenzo Cernetig sono a Genova da giovedì e hanno promesso di depositare il loro rapporto lunedì, o al massimo martedì, al ministro Claudio Scajola. Micalizio, ex vicedirettore della Dia, sta analizzando l'assalto della notte di sabato 21 alla scuola Diaz, il quartier generale del Genoa social forum trasformato in uno scannatoio, con i manifestanti aggrediti nel sonno e portati via in barella, tra impressionanti scie di sangue e computer fatti a pezzo alla ricerca di chissà cosa. Cernetig si occupa di quanto è avvenuto venerdì e sabato nelle strade di Genova, visionando in particolare una gran quantità di materiale video che si rivela utile per individuare i singoli agenti direttamente coinvolti. Montanaro, infine, indaga sugli orrori della caserma di Ps di Bolzaneto, dove centinaia di manifestanti ormai in stato di arresto sono stati picchiati, umiliati e in alcuni casi sottoposti a veri e propri atti di tortura, tenuti in piedi per ore e ore con la faccia contro il muro e bersagliati con ogni sorta di insulto e col ricorso sistematico a ritornelli fascistoidi.
Ieri i tre ispettori del Viminale hanno sentito i tredici funzionari di polizia che hanno diretto il blitz alla scuola Diaz, tra cui il capo dell'Ucigos Arnaldo La Barbera e il responsabile dello Sco Antonio Gratteri. L'inchiesta mira, ovviamente, a stabilire responsabilità amministrative, gerarchiche, e i magistrati genovesi hanno sottolineato la "completa autonomia" dei tre ispettori. Ma i poliziotti, i carabinieri e gli agenti scelti della polizia penitenziaria, protagonisti degli abusi di Genova, temono soprattutto l'inchiesta penale. Che va avanti a grandi passi con sei diversi procedimenti ormai aperti.
Dopo aver incontrato i funzionari del Viminale, La Barbera e gli altri dirigenti presenti alla Diaz sono stati ascoltati anche dai procuratori genovesi, che nei giorni scorsi avevano già interrogato il capo della Digos genovese e il questore. L'aggiunto Francesco Lalla, pur mantenendo il più stretto riserbo sugli accertamenti in corso, non ha potuto fare a meno di definire "credibili" e "verosimili" le accuse che manifestanti, giornalisti e parlamentari hanno rivolto alle forze dell'ordinee venerdì scorso e poi sabato sera. E ha ribadito l'invito a presentare in procura esposti, denunce e testimonianze, mettendo a disposizione uno specifico sportello a palazzo di giustizia.
Intanto le accuse si moltiplicano e si precisano, soprattutto per quanto attiene alle più gravi e cioè alle violenze subite da manifestanti già fermati o arrestati. A quanto pare non è successo solo a Bolzaneto, la caserma della polizia trasformata in centro di smistamento dei prigionieri. Anche al comando provinciale dei carabinieri, che ha sede al Forte San Giuliano, i manifestanti catturati hanno subito violenze e angherie. E anche in quella caserma, dove gli arrestati erano meno numerosi rispetto a Bolzaneto, sarebbero entrati in azione gli uomini del Gom, il gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria.
Secondo un gruppo di manifestanti romani e umbri, che si sono già rivolti al servizio legale del Gsf per sporgere denuncia, i secondini che prendevano in consegna i manifestanti hanno usato le maniere forti. Ragazzi giovanissimi raccontano di calci e pugni, spintoni, insulti e provocazioni di chiara marca fascista, ma soprattutto di umiliazioni e intimidazioni che si concentravano sulle donne arrestate venerdì. Una ragazza lamenta di aver subito minacce di stupro. "Intanto scopa per terra - le avrebbero detto, costringendola a pulire il pavimento - che poi stanotte si scopa davvero".