La Repubblica 31 luglio 2001

Inchiesta del Csm
sulla procura di Genova

L'accusa degli avvocati: violati i diritti della difesa

MARCO MAROZZI


GENOVA - Sui fatti di Genova indagherà anche il Consiglio Superiore della Magistratura. L'organo di autogoverno dei giudici dovrà accertare se la Procura della Repubblica del capoluogo ligure ha violato i diritti della difesa ai danni dei fermati della scuola Diaz. «La Procura - accusa l'avvocato Simonetta Crisci del Genoa Social Forum - sospese il diritto di noi difensori a visitare i nostri assistiti fin dal primo momento del fermo, quando furono portati nella caserma di Bolzaneto».
La denuncia del Gsf ha convinto Eligio Resta, consigliere laico del Csm, a chiedere l'apertura di un fascicolo sulla vicenda. «Finora il comportamento dei magistrati di Genova è stato impeccabile. - dice il giurista, indicato al Csm dai Verdi - Mi auguro che non ci siano riscontri alle accuse. Ma se dovessero risultare vere, il Consiglio dovrà fare qualcosa».
L'articolo che gli avvocati considerano violato è il 104 del codice di procedura penale, sulle modalità dei «colloqui del difensore con l'imputato in custodia cautelare». In particolare, il secondo comma, afferma che «la persona arrestata in flagranza o fermata a norma dell'articolo 384 ha diritto di conferire con il difensore subito dopo l'arresto o il fermo».
La notizia dell'apertura dell'inchiesta è giunta a Genova proprio mentre tornava dalle ferie il procuratore Francesco Meloni. «Si è trattato - ha raccontato - di un provvedimento per consentire alla polizia penitenziaria di prendere in custodia il fermato, ma nello stesso istante in cui questi metteva piede in carcere aveva la possibilità di vedere il difensore». «Per ragioni logistiche, non era possibile - ha continuato Meloni - consentire dei colloqui nel momento in cui gli avvocati li hanno chiesti». Ma quante sono state le richieste respinte? «Mi risulta che c'è stata una sola domanda di colloquio. Non è stato un fatto generalizzato. Non posso affermarlo in senso categorico ma è quello che ho sentito». E dell'inchiesta del Csm cosa ne pensa? «Credo sia una cosa normale».
Poi il procuratore si è chiuso in un colloquio di molte ore, al nono piano del tribunale, con i suoi pubblici ministeri che si occupano delle inchieste legate al G8. Prima si è fatto informare dai suoi aggiunti, Francesco Lalla e Giancarlo Pellegrino, sugli ultimi avvenimenti, poi ha esteso la riunione agli altri pm.
«La mattina di sabato 21 luglio, - accusa l'avvocatessa Crisci - in un colloquio con vari legali del Genoa Social Forum, il procuratore aveva detto che non ci sarebbero stati problemi. Ma poi dopo l'irruzione nella scuola Diaz a un avvocato è stato impedito di entrare a Bolzaneto. Alla richiesta di spiegazioni, ci è stato risposto che c'era l'ordine di non farci incontrare con i fermati». Un altro legale, Ezio Menzione, attacca: «E' stata una gravissima violazione dei diritti della difesa. Il procuratore la decisione era stata presa per motivi logistici, perchè nelle caserme non si possono attrezzare sale colloqui. Si sono avute dalle 24 alle 30 ore di sospensione. E proprio in quel lasso di tempo, a Bolzaneto si sono avute le peggiori violenze».