Manifesto 29 luglio 2001 "La
verità è qui davanti a voi"
Sit-in a Roma di fronte il ministero di Grazia
e giustizia. Rabbia e compostezza
CINZIA GUBBINI - ROMA
Sarà che via Arenula a Roma, dove si trova il ministero di Grazia e
Giustizia, è così stretta, ma quelle camionette di carabinieri e polizia danno una certa
angoscia. Sarà che gli infiltrati ci sono sempre stati e non gli si dava tanto peso, ma
quel digossino in maglia rossa così simile a un qualsiasi militante e così
amichevole con la polizia fa venire i brividi allla schiena.
Sarà che i fatti di Genova sono così vicini, e i punti interrogativi ancora così tanti,
ma al sit-in di ieri organizzato dal nascituro Roma Social Forum (si costituirà
ufficialmente a settembre) si respirava un'aria strana: tensione, rabbia e insieme
compostezza, ché ora bisogna capire come è giusto muoversi.
Una ragazza porta un cartello con su disegnato una stanza piena di sangue, corpi a terra,
qualcuno che pulisce. La scritta: "Arriva il ministro a Bolzaneto". Dino
Frisullo ricorda al megafono "il blitz cileno, turco, alla scuola Diaz", ricorda
che in questi giorni si rincorrono le voci su possibili altre vittime, che una recente
ricostruzione fornita da Radio Sherwood sulla base di nuove foto denunciano un
altro scenario sulla morte di Carlo: l'idrante che impugnava è uscito proprio dalla
camionetta dei carabinieri. E poi gli scomparsi, quanti sono e soprattuto, dove sono?
Arriva la notizia che il governo ha respinto la richiesta di una commissione d'inchiesta,
sono fischi, molti urlano "assassini", ma anche "vigliacchi". Un
ragazzo gira con un cartello, c'è scritto "Testimone di Genova" e molti sono i
testimoni di quei giorni che si fanno coraggio e raccontano cosa gli è capitato. Non
soltanto chi è finito nelle caserme dell'orrore, ma anche chi semplicemente si è trovato
in strada affumicato da centinaia di lacrimogeni, attaccato da ogni dove dalle cariche
indiscriminate. "Questa è la cosa importante, raccontare, fare controinchieste,
raccogliere i dati e le testimonianze, imporre la verità anche ai giornali e alle
televisioni". Un dovere morale, un'efficace contromossa politica. Come importante è
notare facce nuove, qualcuna di queste addirittura parla al megafono. "I fatti di
Genova hanno risvegliato la coscienze di molti", dice Perrotta, storico leader del
Villaggio Globale e che sorride vedendo tanti ragazzini in giro. Ed è importante vedere
che alcuni accantonano le bandiere, quasi a sottolineare che questo movimento è un
fenomeno nuovo che resiste alle vecchie logiche.
Prende il megafono anche Enrico Calamai, console italiano in Argentina ai tempi della
dittatura e che tanti italiani ha salvato dalle mani dei macellai: dice che "tutto
questo fa paura" e che si augura che il governo italiano prenda nettamente le
distanze. E lui una certa esperienza ce l'ha.
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