Manifesto 26 luglio 2001

LETTERA AL PRESIDENTE CIAMPI
Non si mena così un delegato
OSVALDO SQUASSINA

Egregio Signor Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, mi chiamo Osvaldo Squassina, ho 50 anni e sono il segretario generale del sindacato dei metalmeccanici della Fiom-Cgil di Brescia, che ha, tra lavoratrici e lavoratori, circa 20.000 iscritti nelle aziende della provincia di Brescia. Mi rivolgo a Lei, che rappresenta la più alta carica dello stato ed è il garante della Carta Costituzionale, per segnalarLe quanto è capitato al delegato di fabbrica Bruno Pasolini, 45 anni, operaio siderurgico iscritto alla Fiom e rappresentante sindacale, che partecipava pacificamente alla manifestazione - insieme alla delegazione sindacale - che si è svolta a Genova sabato 21 luglio. Il lavoratore, nel corso della manifestazione, a seguito di una carica di polizia con lancio di lacrimogeni, per proteggersi unitamente ad altre persone, si è riparato nell'androne di un condominio. In questo locale sono sopraggiunti alcuni agenti di polizia che lo hanno fermato e tradotto in questura e successivamente trasferito presso il carcere di Alessandria.
A mio parere, per le circostanze e le modalità di svolgimento, quanto accaduto è di estrema gravità, perché durante la sua permanenza in questura e poi nel carcere di Alessandria ha subito atti e intimidazioni di una violenza inaudita e disumana, che non possono essere taciuti per la paura di subire ulteriori violenze.
Il rappresentante sindacale è accusato dei reati di "Devastazione, saccheggio, violenza o minaccia a P.U., resistenza aggravata a P.U., lancio di oggetti pericolosi". Questi reati non possono essere stati commessi dal delegato, perché lo stesso si trovava in mezzo al corteo pacifico. Per completezza di informazione, di seguito Le trasmetto la sintesi di quanto accadutogli:
1) Sabato 21 luglio. Era andato a Genova con il pullman della Fiom-Cgil di Brescia, alle ore 15.30 si trovava sul lungomare corso Italia, stava partecipando con altri compagni iscritti alla Fiom e alle altre categorie della Cgil di Brescia al corteo di manifestanti che si stava portando in direzione di corso Marconi (insieme a lui Walter Longhi). All'angolo per svoltare in corso Torino, si vedeva che si erano verificati incidenti sul lungomare, poco oltre: fumo, macchine e negozi che bruciavano, tafferugli. Ha avuto solo il tempo di rendersi conto che sul percorso previsto dalla manifestazione, non si poteva proseguire per la presenza di uno schieramento di polizia che sbarrava il percorso, e che di conseguenza occorreva ritornare sui propri passi, è scoppiato l'inferno. La gente indietreggiava e la polizia caricava con blindati. Lacrimogeni che provenivano sia da corso Marconi che da corso Torino, che dagli elicotteri che sorvolavano la zona, che dalle imbarcazioni lungo il mare, e la polizia che caricava i protagonisti degli scontri che si trovavano più oltre sul lungomare, nella parte denominata corso Marconi.
Tutti che scappavano in tutte le direzioni, chi in terra, chi inginocchiato, chi accovacciato, e alcuni per trovare riparo nella calca ed evitare il peggio si sono infilati in una via laterale sulla sinistra, appena entrati in corso Torino e hanno trovato rifugio nell'androne di un condominio. Nell'androne, dopo circa un quarto d'ora hanno fatto irruzione alcuni poliziotti, almeno 3. Gli altri poliziotti erano rimasti fuori a presidiare l'uscita, con manganelli, caschi, scudi, anfibi.
2) Quando si sono accorti che Pasolini indossava una maglietta con disegnata una stella con raffigurata falce e martello e sotto scritta la frase "se dipendesse da noi non combatteremmo mai" di Mao Tze Tung, lo hanno fermato, portato di sopra e iniziato a picchiare: un calcio in culo, è volato a terra, gli han tirato una scarpata, poi alzato in piedi e messo contro il muro e intimato di non muoversi. Urlavano "Comunista di merda, tu con quella maglia da qui non ti nuovi, a casa non ci torni più, ti romperemo il culo. Voi Comunisti siete tutte merde". A quel punto lo hanno riportato giù, dove c'era il grosso della polizia. La piazza era gremita di poliziotti, feriti da tutte le parti, gente che gridava, gente che piangeva, autoambulanze, persone insanguinate che nonostante fossero a terra insanguinate venivano picchiate dalla polizia, e chi non voleva alzarsi veniva strattonato per i capelli.
Erano circa le 16.00. Ammanettato e caricato su un cellulare. Da lì ha visto che hanno arrestato anche un ragazzo con la testa insanguinata e lo hanno caricato sullo stesso cellulare senza neanche una medicazione. Sul cellulare ha provato a giustificare la sua presenza sul posto, a dire che faceva parte di un corteo pacifico, a chiedere il motivo dell'arresto, ma la risposta è stata "Ti arrestiamo per la maglia che porti e perché sei un comunista di merda. Tu non preoccuparti comunista di merda, adesso ti sistemiamo noi".
3) Da lì lo hanno portato al "Forum". Poi trasportato ad Alessandria e incarcerato lì. Insulti, percosse, calci, pugni, sputi, denudato e sottoposto a umiliazioni di ogni genere, sia in questura a Genova che durante le attese e successivamente in carcere ad Alessandria. A Genova è stato anche lasciato chiuso in una macchina al sole per mezz'ora. Le frasi peggiori sono state del tipo: "Sono questi gli ideali in cui credi? Con questo governo la pacchia per voi comunisti è finita. Vi ammazzeremo tutti. Imparate a starvene a casa".
Trattenuto in questura fino alle 5-6 del mattino, poi trasferito al carcere di Alessandria. Lungo il tragitto sul cellulare impedivano di dormire. Fino al giorno dopo alle 13.00 non gli hanno dato nulla da mangiare e da bere e non gli hanno lasciato nemmeno la possibilità di andare ai servizi igenici. Non ha avuto in restituzione catenina e orecchino che portava al momento dell'arresto e che gli sono stati trattenuti all'ingresso in carcere. Il carcere di Alessandria era stato svuotato in occasione del G8 di Genova ed era pronto per essere riempito di manifestanti. Gli hanno impedito anche di telefonare a casa. Non ha avuto alcun contatto con magistrati o avvocati. Liberato, poi, perché non è stata neanche richiesta la convalida dell'arresto all'A.G. entro il termine di legge.
Le invio questa segnalazione, al solo scopo che una persona del tutto innocente non subisca ulteriori ingiustizie e umiliazioni. I lavoratori delle acciaierie Stefana, lunedì 23 luglio, in solidarietà con il compagno di lavoro, hanno scioperato per due ore.
Certo di un suo interessamento, l'occasione mi è gradita per inviarle cordiali saluti.

* segretario generale della Fiom di Brescia