La Stampa
Martedì 24 Luglio 2001

«La polizia ha picchiato anche noi deputati»
Verdi e Rifondazione: appello a Ciampi
Maria Grazia Bruzzone
ROMA Malmenati, scherniti, assaliti da lacrimogeni, presi a botte e perfino feriti (a Elettra Deiana hanno dato sei punti sul capo), oltre che ostacolati nel loro diritto di verificare quanto stava accadendo. I senatori e deputati dei Verdi e di Rifondazione comunista presenti a Genova, hanno tenuto una conferenza stampa a Montecitorio per denunciare violenze e altri episodi inquietanti, e si appellano a Pera e Casini. «I presidenti delle Camere - chiede Paolo Cento - devono intervenire formalmente preso il ministero dell’Interno per segnalare la violazione dei diritti dei parlamentari che sono espressione delle istituzioni e garanti della sovranità popolare. Svolgevamo una funzione di osservatori, secondo quanto deliberato da 80 parlamentari del centrosinistra, e in quella veste siamo stati aggrediti».
Sono in tanti, in prima fila c’è anche la leader verde Grazia Francescato. E ciascuno ha una sua testimonianza. Ramon Mantovani racconta quando sabato notte è arrivato con Graziella Mascia davanti alla scuola Armando Diaz. «Ho visto il segretario locale di Prc sanguinante, che mi ha detto di essere stato picchiato mentre tentava di entrare. Dall’interno si sentivano urla disperate. Cerchiamo di forzare ma ci strattonano e ci respingono. Aspettiamo fuori, insieme a giornalisti e avvocati, che invano mostrano, come noi, il tesserino. Vediamo uscire decine di persone ferite, in stato incosciente. "Ferite fresche, sanguinanti", ci dirà il primario del San Martino, dove ci rechiamo subito, non vecchie di qualche ora prima come sostiene la polizia». «Nella corsie si aggiravano poliziotti, la cui presenza non era stata autorizzata da nessuno e i ragazzi feriti ne erano terrorizzati», aggiunge Cento, che racconta anche come i parlamentari abbiano tentato di mettersi in contatto col Viminale per denunciare quel che stava accadendo e di aver parlato con la funzionaria di turno. «Ci ha detto che ci avrebbe fatto chiamare dal ministro. Nessuna telefonata ci è arrivata ma non è vero che Scaloja non sapesse nulla: è una menzogna».
Franco Giordano è stato picchiato durante la manifestazione di sabato, mentre tentava di uscire dalla mischia dopo che si era spezzato il corteo. «Avevamo le mani alzate, ho mostrato il tesserino da parlamentare ma ha sortito il risultato opposto: mi hanno manganellato sulla schiena e alle gambe, sono caduto a terra». Giordano ha detto di aver tentato di contattare la questura per fermare l’attacco «contro manifestati inermi e pacifici». «Ma il questore mi diceva che non gli risultava, che quelli non erano i suoi uomini: una cosa gravissima».
Giordano, Mantovani e altri, come Liliana De Petris, hanno denunciato l’impossibilità di interloquire con le forze in campo, di svolgere quel ruolo di mediazione che altre volte era servito per moderare i comportamenti e riportare l’ordine. «Avevamo l’impressione che le forze dell’ordine fossero in balia degli eventi o persino che la Digos non potesse fare niente per fermare quel che accadeva», racconta la verde Zanella. Altri, narrando episodi specifici, fanno ipotesi più inquietanti. «La dinamica era sempre la stessa. Un gruppetto di "neri" arrivava e si trascinava dietro la polizia, ma poi questa invece di seguirli se la prendeva col corteo», sostiene Deiana, che è stata ferita in mezzo a un gruppo di donne. «I Black bloc si muovevano liberamente, come se conoscessero tutte le strade. Li abbiamo visti armarsi tranquillamente, senza che la polizia alzasse un dito» aggiunge Nichi Vendola. E il capogruppo di Prc al Senato Malabarba racconta addirittura di essere rimasto per un’ora al centro operativo interforze di piazzale Kennedy e di avervi visto «gruppi di ragazzi vestiti di nero armati di spranghe che andavo e venivano come nulla fosse».