Manifesto 26 luglio 2001 Il
dopo Genova è già cominciato
Assemblee, dibattiti, incontri in tutta
Italia. Ordine del giorno: un social forum in ogni città
BENEDETTO VECCHI
Il movimento dei movimenti non va in vacanza, è la parola d'ordine.
Quindi le iniziative sul dopo-Genova continueranno. Saranno appuntamenti di informazione e
di denuncia dei pestaggi e delle violenze di polizia e carabinieri. Ma anche, e
soprattutto, momenti di "riflessione e discussione" su cosa ha cambiato la
settimana di mobilitazione contro la riunione del G8 nella città ligure. Fotografare quel
che sta accadendo in questi e nei prossimi giorni è impossibile. Ci sono assemblee,
volantinaggi, free-speech in tutte le città. Si va dall'incontro cittadino per
fornire assistenza legale e ospitalità agli stranieri ancora in Italia. Oppure si
presidiano i consigli comunali. O, infine, c'è chi lavora attivamente a costituire
momenti di discussione pubblica sull'esempio del Genoa social forum.
Quello che segue è quindi un elenco parziale, dove agli appuntamenti si alternano inizi
di una riflessione sul che fare. A Roma, oggi all'ex-Snia Viscosa (all'inizio della
via Prenestina), assemblea pubblica alle 20. Si parlerà ovviamente di Genova, ma anche
dell'ipotesi di dare vita a un Roma social forum, cioè a uno spazio pubblico
condiviso sul modello di una rete delle reti già esistenti. In altre parole, ogni
collettivo, associazione, sindacato di base manterrebbe la sua autonomia decisionale, ma
riconosce la necessità di un confronto e una "contaminazione" con tutti gli
altri nodi della rete. E' questa la posizione di Rage, la rete che si è costituita per
organizzare la partecipazione romana delle mobilitazioni contro il G8. Linguaggio
criptico, forse, ma chi ha partecipato alla preparazione della partecipazione a Genova
comprende subito che è il modo per dare continuità locale all'esperienza genovese,
aprendosi ad altri "settori della società civile", come sostiene Guido Lutrario
del centro sociale Corto Circuito. Rimane però un'ipotesi in discussione, visto che sono
in molti a chiedere che prima di una sua "ratifica" assembleare maturi
nell'iniziativa politica. Infatti, per Piero Bernocchi dei Cobas, presenti nel Network
dei diritti globali, non si può tradurre automaticamente l'esperienza del Genoa
social forum a Roma. E tuttavia, continua il portovoce dei Cobas, è una
"proposta che è nell'aria, visto anche che uno degli impegni presi a Genova è di
organizzare il prossimo novembre un controvertice in occasione della riunione della Fao
nella capitale".
A Milano il passaggio c'è già stato, visto che il coordinamento contro il G8 di fatto si
è trasformato nel Milano social forum. Ma il portavoce del Leoncavallo Daniele
Farina invita comunque a una riflessione meditata che punti a stabilire una sorta di
agenda politica dove i temi sono sì il radicamento territoriale, ma anche la svolta
autoritaria in atto.
Il prossimo agosto la "Rete No Global" campana chiamerà tutto il "Sud
Ribelle" a un campeggio nel paese di Don Vitaliano della Sala. Per il momento è
prevista nei prossimi giorni un'assemblea di controinformazione. E se gli chiedi di un Napoli
social forum ti risponde che c'è già, visto che è la modalità con cui la Rete No
Global ha organizzato il marzo scorso le iniziative contro il terzo global forum
dell'Ocse. Ma Francesco tiene a precisare che è vitale per tutti elaborare una
riflessione sull'esperienza del "laboratorio Carlini", lo stadio genovese che
ospitava i "disobbedienti" dove costituzione di uno spazio pubblico non è stata
solo una parola d'ordine.
Anche Luca Casarini del melting dei centri sociali del nord-est è sulla stessa lunghezza
d'onda. Cita la costituzione del Venezia social forum e del Trieste social forum.
Poi prosegue: serve una lettura attenta di quello che è successo a Genova, dalla presenza
del Black block alla violenza poliziesca, dalla difesa dalle cariche della polizia alla
pratica della disobbedienza civile.
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