La Repubblica 31 luglio 2001 Ai pm
l'elenco di 70 agenti
scattano gli interrogatori "
Ma avevano i caschi, sarà difficile identificarli"
WANDA VALLI
Genova - Faccia a faccia tra i superispettori di Polizia, Giuseppe Micalizio, Salvatore
Montanaro e Lorenzo Cerneting, e il procuratore aggiunto Francesco Lalla, chiude ieri in
Procura a Genova, la missione dei titolari dell'indagine interna sui fatti del G8. Dal
blitz nella scuola "Diaz", alla notte nella caserma di Bolzaneto con il suo
racconto di violenze fisiche e psicologiche a cui sarebbero stati sottoposte le persone
fermate. Nessun commento ufficiale, solo voci che accennano a errori o omissioni forse
già individuati. Intanto, nel pomeriggio, il capo della Procura, Francesco Meloni, torna
a sorpresa dalle ferie, si chiude in un lungo colloquio, prima con i suoi due aggiunti,
Francesco Lalla e Giancarlo Pellegrino, poi con i pm impegnati nelle indagini. A loro si
aggiungono i tecnici del Ris di Parma, il reparto scientifico dei carabinieri, e altri
esperti che si occupano delle lettere bomba arrivate prima che il summit avesse inizio, in
una caserma dei carabinieri di Genova (un militare è rimasto ferito) e in altre città.
Alla fine, dopo oltre due ore, il procuratore capo, parla di «una riunione di carattere
organizzativo, per individuare tutti i filoni di indagine, valutare altri interventi per
un quadro completo delle indagini preliminari». Poi annuncia che da oggi incominceranno a
essere ascoltati i responsabili di polizia per il blitz alla scuola. Sono tredici in
totale. Si partirà dai funzionari genovesi, quattro, e, a metà settimana, sarà la volta
dei romani, gli altri nove. Sul tavolo del procuratore aggiunto Lalla, sono arrivati anche
i nomi dei 70 agenti protagonisti del blitz: saranno altri testimoni, ma le difficoltà
non mancano, «perché tutti hanno agito protetti da caschi o maschere e dobbiamo risalire
all'identità di chiunque di loro potrebbe avere commesso illegalità», chiarisce
Francesco Lalla. I gip, nelle stesse ore, accolgono la richiesta di "incidente
probatorio" presentata da un avvocato della difesa, Emanuele Tambuscio, per accertare
se le lesioni subite da alcuni poliziotti sono proprio da riferirsi a quella notte alla
scuola "Diaz". «Si valuteranno e si decideranno accertamenti medici», precisa
il coordinatore dell'ufficio, Roberto Fucigna. Gli agenti feriti, 17 in totale, pare siano
stati visitati da medici della polizia con prognosi dai 6 ai 10 giorni.
Il procuratore generale Giuseppe Marvulli, appena nominato primo presidente della
Cassazione, spiega che eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti della polizia
giudiziaria, potranno essere presi solo a inchiesta finita. Lui è stato informato in via
ufficiale dai gip che hanno visto con i loro occhi, durante gli interrogatori di
convalida, «arrestati con ematomi, punti di sutura, segni di pugni e calci». «Ho solo
competenze di carattere disciplinare per ora non c'è nessuna nostra iniziativa. Non posso
svolgere indagini parallele», precisa il Pg. Sono stati scarcerati due giovani americani,
un ragazzo e la sua fidanzata, in carcere con il sospetto di appartenere ai black bloc,
associazione per delinquere «costituitasi per consumare in occasioni di manifestazioni
pubbliche, una serie indeterminata di reati, danneggiamenti ai beni pubblici, con
inserimenti all'interno della folla», come si legge in un documento. In carcere restano
in 47. E negano.
Potrebbe essere più semplice scoprire chi ha compiuto violenze sugli arrestati, nella
caserma di Bolzaneto, ma servono altre prove: «chi sa si faccia avanti», è l'invito
della Procura, mentre il Gom, il gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria,
sotto accusa proprio per Bolzaneto, rimanda a Genova per nuove indagini interne, Alfonso
Sabella, direttore dell'ufficio ispettivo. |