Corriere della sera 29 luglio 2001
LA TESTIMONIANZA / 2

«Enrico, una frase e poi le botte»

La madre: la polizia gli ha sequestrato lastre e documenti che dimostrano le violenze

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - «Ero incerta. Mi sentivo impotente. Ma alla fine mi sono decisa». Così Erica M., genovese del quartiere Sturla, mamma di due figli, alle 10 di ieri si è presentata alla Procura della Repubblica. E al pm Enrico Zucca ha raccontato la sua storia. O meglio, quella di suo figlio Enrico, studente di 19 anni. «E’ stato manganellato, ferito alla testa, fermato. Portato a Bolzaneto». Dove sarebbe stato di nuovo picchiato, «brutalmente», secondo quanto riferito al magistrato. Quindi rilasciato. «Però senza i referti medici». I risultati degli accertamenti neurologici, le lastre e le terapie indicate dai medici «sono stati sequestrati a Enrico dalla polizia». Ora il ragazzo si trova con «un trauma cranico , ventun punti di sutura in testa, uno stato di choc. E neppure un documento in mano», che attesti quanto accaduto in quel tragico venerdì, durante gli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti. Era indecisa, mamma Erica. «Non sapevo se fosse giusto raccontare questa terribile esperienza. Che ha segnato mio figlio e tutti noi». Poi ha letto la notizia dell’appello dei magistrati genovesi, che chiedevano ai testimoni delle violenze di presentarsi in Procura. Lei al pm Zucca ha raccontato tutto. Da quando il suo ragazzo è stato «malmenato a sangue dai celerini in corso Angelo Gastaldi». A poche centinaia di metri da piazza Alimonda, dove è stato ucciso Carlo Giuliani. Ferito alla testa, il ragazzo è stato accompagnato al Galliera, il più vicino tra i tre ospedali allertati. Qui le prime cure: gli esami neurologici, le radiografie, i punti di sutura. «Ma il peggio doveva ancora arrivare», ha spiegato. Enrico «è stato portato al reparto Mobile di Bolzaneto», oggi al centro di violente polemiche e di un’inchiesta giudiziaria. «E di nuovo picchiato, assieme ad altri ragazzi. Soltanto perché aveva detto che in vita sua non avrebbe mai più voluto incontrare un poliziotto - dice mamma Erica - . E questa sarebbe una colpa?»
D. Gor.