Corriere della sera 30 luglio 2001
Il G8
e lerrore di una parte della Chiesa
MAL DOCCIDENTE TRA I
CATTOLICI
di ANGELO PANEBIANCO
- Dopo Genova una parte di quel mondo cattolico che aveva aderito alla annunciata
«protesta» si è accorta dellerrore commesso. Fa onore al cardinale Silvano
Piovanelli averlo riconosciuto (sul Corriere del 27 luglio). Resta il problema di
spiegare quelladesione così massiccia e anche così qualificata (benedetta da molti
vescovi e cardinali). È comprensibile che esponenti del volontariato, missionari, suore,
più adusi ad ascoltare le ragioni del cuore che a ragionare delle cose, dure e prosaiche,
della politica, non abbiano capito in tempo dove si sarebbero infilati. È, invece, meno
comprensibile che diversi alti prelati, uomini di esperienza e di saggezza, non abbiano
visto ciò che, già parecchie settimane prima del vertice del G8, appariva chiaro a
qualunque occhio politico solo minimamente esperto: il fatto che nelle piazze di Genova
nulla di compatibile col magistero della Chiesa si sarebbe celebrato.
A Genova, infatti, stava per radunarsi, come è poi effettivamente accaduto, il «partito
anti occidentale» al gran completo, quelli che lì andavano solo per contestare (con le
parole o con la violenza, a seconda delle inclinazioni personali) il nemico assoluto, il
nemico ideologico (lOccidente, gli americani, le multinazionali, il governo delle
destre in Italia).
Le conseguenze di quelladesione sono state molte e, mi sembra, tutte negative. Si è
data una patente di legittimità ai contestatori, ingenerando nellopinione pubblica
la sensazione che la Chiesa condividesse il loro (assai poco cristiano) manicheismo
morale: di qua, tutto il Bene; di là, nel vertice del G8, tutto il Male. Si è dato poi
un contributo alla ripresa di quel fenomeno, noto come catto-comunismo, che tanto peso ha
avuto nella storia del nostro Paese. Come se certi religiosi non ne vedessero le affinità
con taluni movimenti ereticali medievali, come se non percepissero quanto veleno sprigioni
la miscela di fanatismo morale e di estremismo politico. Si è infine spinto il governo
italiano a commettere lerrore di ricercare un impossibile dialogo con il Genoa
social forum. Probabilmente, il governo non avrebbe mai fatto quel passo se non avesse
registrato una così massiccia adesione del mondo cattolico. Senonché, il dialogo è
possibile solo con i movimenti pragmatici, interessati a risolvere problemi concreti, non
con i movimenti ideologici tesi a combattere il nemico. Che dialogo è mai possibile con
chi contesta la legittimità della tua stessa esistenza?
Lo sappiano o no, i religiosi che hanno dato il loro sostegno ai no global hanno forse
involontariamente contribuito ad accrescere, fra i manifestanti, il prestigio di certi
leader politici, da Vittorio Agnoletto a Fausto Bertinotti, ma non hanno reso, mi sembra,
un buon servizio alla loro Chiesa. Ed è un peccato che le voci dissenzienti, che pure si
sono levate nel mondo cattolico, non siano riuscite a controbilanciare, di fronte allopinione
pubblica, le voci consenzienti.
Dove sta lerrore? Nel non aver colto che le legittime e condivisibili preoccupazioni
dei cattolici per la sorte dei poveri del mondo possono tradursi in atti costruttivi solo
se la Chiesa dialoga, anche polemicamente se occorre, con quellOccidente della cui
storia è così grande parte, accettando però di continuare a farne parte, di essere
solidale con esso. Nulla di costruttivo, invece, si realizza se un settore consistente
degli uomini di Chiesa sceglie di accompagnarsi ai movimenti anti-occidentali. Se le
strade del mondo occidentale e quelle della Chiesa cattolica si separano, poco di buono ne
viene per i poveri, ci rimettono i Paesi occidentali, ci rimette la Chiesa. Perdiamo
tutti.
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