Manifesto 31 luglio 2001

Ciampi: "Fare luce"
Il capo dello stato rompe il silenzio: "Si faccia piena luce su quanto accaduto a Genova"
COSIMO ROSSI - ROMA

" Auspico e attendo che si faccia piena luce su quanto accaduto a Genova. E' quello che vogliono tutti gli italiani, senza alcuna distinzione". Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi rompe così il silenzio degli ultimi giorni, irrompendo di fatto anche nella discussione parlamentare sulla mozione di sfiducia presentata dall'Ulivo nei confronti del ministro degli interni Claudio Scajola e sul modo per accertare i fatti della tre giorni genovese (di cui scriviamo in questa stessa pagina, ndr).
Quella di Ciampi è infatti la più alta sponsorizzazione per quello che si profila il compromesso da siglare oggi tra maggioranza e opposizione: Scajola dovrebbe essere assolto politicamente dal parlamento in diretta tv già domani, e subito dopo sarà avviata una rapida indagine conoscitiva del parlamento sui fatti di Genova; non una commissione di inchiesta, comunque.
All'insegna dell'ecumenismo ormai caretteristico del Colle, le parole pronunciate da Ciampi sono così servite a ridurre a più miti consigli le posizioni più intransigenti: sia della maggioranza (chi in An e Fi voleva bocciare la sfiducia e buonanotte) che dell'opposizione (chi voleva tenere Scajola in graticola rinviando la mozione di sfiducia a dopo l'accertamento di responsabilità attraverso l'indagine o l'inchiesta).
"Il Quirinale è silente, ma non è assente", spiega Ciampi il suo riserbo di questi giorni: "Sono in corso indagini, approfondimenti, valutazioni da parte degli organi costituzionali competenti"; cioè "l'esecutivo, la magistratura, il parlamento". Perciò, "in siffatte circostanze qualsiasi mia dichiarazione sarebbe indebita interferenza". Tuttavia Ciampi non risparmia alcune "considerazioni" sul G8. "Fin dal primo giorno, aggressioni, devastazioni da parte di un gruppo di facinorosi hanno turbato l'ordine pubblico, recato danni e offesa ai cittadini di Genova, hanno portato nocumento a coloro convenuti per testimoniare a favore dei paesi più poveri", dice il capo dello stato ribadendo il suo "cordoglio per la morte del giovane Carlo Giuliani". Quanto invece ai contenuti del G8, "i cui lavori hanno potuto svolgersi in piena normalità - prosegue Ciampi - Il dialogo con i paesi arretrati e in particolare con l'Africa ha fatto un salto di qualità". E ciò anche per merito dell'Italia, che "è riuscita a dare all'incontro un taglio nuovo".
In altre parole si tratta di una sentenza di assoluzione per l'esecutivo da punto di vista della gestione dell'ordine pubblico, con lode per l'andamento del summit. Non è un caso che il ministro dei rapporti con il parlamento Carlo Giovannardi si limiti a commentare dicendo di condividere l'esternazione di Ciampi "parola per parola". All'opposizione parlamentare, però, e all'opinione pubblica al cui polso tiene alquanto, il capo dello stato concede la legittima richiesta di accertamento della verità.
Quel che basta al capo dell'opposizione, Francesco Rutelli, per cercare di uscire dalle secche in cui si è infilato l'Ulivo: "Considero la presa di posizione del capo dello stato come un elemento che sancisce la necessità di accertare la verità dei fatti", commenta il presidente della Margherita ribadendo la necessità di una indagine parlamentare in tempi rapidi e accusando il centrodestra di aver ostacolato l'accertamento della verità. Ed è per questo che le parole con cui Rutelli ha fatto proprio l'appelo di Cimapi vanno di traverso al portavoce di palazzo Chigi Paolo Bonaiuti, che - all'unisono con il collega di An Mario Landolfi - giudica "disdicevole" il comportamento del leader dell'Ulivo accusandolo di "tirare per la giacca il capo dello stato, il quale esprime un solenne auspicio di verità che dovrebbe essere comune a tutte le forza politiche e che è da noi condiviso".