La Repubblica 29 luglio 2001

"La polizia tedesca non c'entra
dovevate fermarli in Italia"

Berlino, il ministero dell'Interno difende il lavoro di prevenzione sui "black bloc"
il retroscena

ANDREA TARQUINI


berlino - «Se le autorità italiane pensano che gli altri paesi europei non abbiano fatto abbastanza per impedire agli ultrà antiG8 di venire a Genova, noi siamo decisamente il paese cui l'accusa non può essere rivolta. Abbiamo fatto più del possibile, eccome». L'alta fonte del ministero dell'Interno tedesco esordisce decisa: ogni sospetto d'insufficiente cooperazione è respinto al mittente. E subito viene in aggiunta una precisazione: «Una sicurezza impermeabile al cento per cento contro l'arrivo di Chaoten, di estremisti decisi allo scontro di piazza, non è mai possibile ovunque. E alla fine il lavoro decisivo va fatto a livello nazionale, sul posto». Quindi quel «lavoro decisivo» spettava alle autorità italiane.
Come hanno dunque operato la polizia e i servizi d'intelligence interno tedeschi nel controllo degli spostamenti degli estremisti? Hanno fatto abbastanza o no? «Nei giorni precedenti il G8 risponde la nostra fonte abbiamo impedito l'uscita dalla Germania a 81 persone, obbligandole a notificare ogni giorno la loro presenza nel luogo di residenza al commissariato di quartiere per tutta la durata del vertice. Altre 79 persone ritenute potenzialmente pericolose sono state ammonite ufficialmente a non recarsi a Genova e a non preparare disordini né in Italia né altrove, pena severe sanzioni penali».
Le leggi tedesche sull'ordine pubblico, ricordano al ministero dell'Interno, consentono in questi casi la sospensione temporanea della validità del passaporto (il provvedimento resta scritto sul documento) e del diritto di espatrio, l'obbligo di presentarsi ogni giorno al commissariato, l'ammonimento. E i controlli al confine? «Sono stati effettuati dalla guardia di frontiera, ma solo nei casi di forte sospetto concreto, come la legge prevede». Le norme tedesche, tutte risalenti al dopoguerra, sono estremamente garantiste visto il tragico passato del paese.
La lista di persone ritenute pericolose per l'ordine pubblico, continua il nostro interlocutore, contiene circa duemila nomi. E' stata approntata di recente dalle polizie regionali per il Bka, l'ufficio criminale federale. Che da maggio ha collaborato con Roma per i controlli trasmettendo informazioni e ha inviato a Genova suoi ufficiali di collegamento insieme a ufficiali della guardia di frontiera, per controllare i sospetti insieme alla polizia italiana: anche perché le leggi tedesche non consentono il passaggio automatico di intere liste di sospetti ad altri Stati. In Italia, comunque, dicono al ministero, risultano arrivati circa quattrocento potenziali violenti di cittadinanza tedesca. Una questione aperta: non è chiaro se e come le autorità svedesi abbiano trasmesso le loro informazioni sui violenti protagonisti degli scontri durante il vertice dell'Unione europea a Goeteborg.