Manifesto 31 luglio 2001 Fiducia
a Scajola, poi l'indagine
Oggi i capigruppo di camera e senato
dovrebbero trovare la mediazione
C. ROS. - ROMA
Prima assolvere politicamete il ministro degli interni Claudio Scajola,
anticipando il verdetto già a domani. Poi procedere all'indagine parlamentare sui fatti
di Genova chiesta dall'opposizione. Dopo l'intervento di Ciampi, la maggioranza tende ad
assestarsi su questa posizione per oggi, quando torneranno a riunirsi i capigruppo di
camera e senato. E su questa sponda attende anche l'Ulivo.
L'infelice ipotesi di scambiare politicamente il "congelamento" della mozione di
sfiducia a Scajola con la concessione dell'indagine parlamentare - come ipotizzato anche
ieri mattina dal capogruppo dei senatori ds Gavino Angius - è infatti naufragata in
porto. A questa idea si sono opposti gli ultras del centrodestra: che hanno preteso il
ritiro, non il congelamento, della mozione di sfiducia. Cioè l'impossibile capitolazione
dell'Ulivo. Del resto, l'idea del congelamento della mozione aveva anche una sua logica:
si trattava di riproporla una volta accertato quello che è ormai universalmente noto
sulle responsabilità delle forze dell'ordine nei disordini e nei pestaggi a Genova.
Di qui lo stallo di ieri: l'Ulivo politicamente impossibilitato a ritirare una sfiducia
presentata come atto dovuto, ma avendo come obiettivo reale l'indagine; il centrodestra
che a questo punto si è fatto il più acceso sostenitore del voto sulla sfiducia per
trasformarla in una assoluzione politica di Scajola e lanciare nuove accuse in diretta tv
contro le "collusioni" della sinistra con "i violenti" di Genova. Nel
mezzo, il capo dello stato e i presidenti di camera e senato, interpreti anche di quelle
dichiarazioni di disponibilità all'indagine pronunciate da alcuni esponenti moderati
della Casa delle libertà.
Finché non sono intervenute le parole di Ciampi a suggerire il rinvio di tutto a oggi, la
giornata di ieri si è dunque svolta all'insegna del muro contro muro. Alla camera la
richiesta di indagine conoscitiva avazata dall'Ulivo è già stata bocciata nella
commissione affari costituzionali. Con le destre assestate sulla linea dura, il risultato
al senato sarebbe analogo. E la discussione sulla richiesta ulivista, nella commissione di
palazzo Madama, è fissata per giovedì. An e Forza Italia hanno intanto bocciato
qualsiasi ipotesi di "congelamento" della mozione contro Scajola. Forti della
maggioranza parlamentare, vogliono il voto.
Perciò i capigruppo dell'Ulivo al senato ieri hanno alzato la posta, mettendo sul piatto
la richiesta di una commissione di inchiesta parlamentare sui fatti di Genova. La
differenza con l'indagine è presto detta: l'indagine conoscitiva può essere promossa
nell'ambito di una commissione permanente, ma non può avere accesso agli atti secretati
della magistratura; la commissione di inchiesta potrebbe invece avere un mandato
inquirente.
In realtà si tratta di una soluzione quasi impraticabile: per fare la commissione di
inchiesta con potere inquirente ci vorrebbe una legge istitutiva, dunque un accordo
bipartisan, cosa che è fuori discussione. Benché, anche per l'indagine conoscitiva ci
voglia un'intesa.
Chiedendo la commissione di inchiesta parlamentare, però, i senatori dell'Ulivo si sono
messi nelle condizioni di far dire alla maggioranza che non vuole l'accertamento della
verità. E lo stesso hanno fatto ieri pomeriggio i capigruppo della camera, dopo che
l'appello di Ciampi aveva già incrinato il muro contro muro. Obiettivo: obbligare la
maggioranza a concedere l'indagine parlamentare da svolgere attraverso le commissioni
affari costituzionali - che potranno fare audizioni e acquisire materiale non secretato -;
un'indagine che poi sarà probabilmente oggetto di valutazioni finali differenti tra
maggioranza e opposizione.
E questo sarà con ogni probabilità il verdetto delle riunioni dei capigruppo di oggi,
che dovrebbero anticipare a domani il voto di fiducia al senato su Scajola per poi dare il
via libera giovedì all'inchiesta. Sempre che ci fosse bisogno di confondere i due
aspetti, come osservano criticamente Rifondazione, Verdi e Pdci: chiedere la sfiducia a
Scajola è un atto dovuto per le sue responsabilità politiche, chiedere l'indagine
conoscitiva è per accertare la verità, e tocca alla maggioranza motivare il rifiuto.
Dov'è il nesso?
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