Il Manifesto 1 agosto 2001
Forum al lavoro
Incontro a Roma dei portavoce del Gsf: le
questioni urgenti sono difesa legale e libro bianco
BENEDETTO VECCHI
Ieri a Roma riunione dei portavoce del Genoa social forum.
Incontro fiume, dove le parole dovevano servire a fare il punto della situazione e a
fissare le priorità e quindi gli impegni nell'immediato futuro. In altri termini, cosa
fare ad agosto. In altri termini, come mettere a punto la controinchiesta sui "fatti
di Genova" e come organizzare l'assistenza legale ai fermati dei quali è stato
convalidato l'arresto. E visto che le decisioni nel Gsf non si prendono a colpi di
maggioranze e minoranze, la discussione è andata avanti fino a tarda notte. Per
conoscerle bisognerà attendere oggi e l'auspicato comunicato che verrà fuori
dall'incontro.
Per quanto riguarda la controinchiesta, continuerà la raccolta di informazioni, di
testimonianze, coinvolgendo tutti gli organi di informazione del "movimento",
dalle radio, ai siti Internet, ai settimanali - Carta innanzitutto, già indicato
domenica 22 assieme all'Ics quale momento di coordinamento e di raccolta delle
testimonianze -, alle riviste. Molto probabilmente ne uscirà fuori un libro bianco, che
non avrà solo una diffusione cartacea, ma sarà distribuito anche in Rete e su supporto
digitale. Un lavoro enorme, visto che le testimonianze orali finora raccolte sono
centinaia, senza dimenticare le migliaia di ore girate tanto da fotoreporter indipendenti
che da semplici appassionati, nonché le fotografie scattate tra venerdi 20 e sabato 21.
Dare un "ordine" a tutto questo materiale occuperà gran parte del mese di
agosto, per produrre - appunto - un "libro bianco" il più presto possibile.
Più spinoso è il tema dell'assistenza legale ai fermati. Spinoso non soltanto per le
scelte che faranno i legali, ma anche per la lettura che il Genoa social forum
darà del comportamento delle forze dell'ordine nella giornate genovesi. Ma anche e
soprattutto per l'analisi politica che verrà fatta sul "dopo-Genova" per quanto
riguarda il comportamento degli organi inquirenti. Un nodo difficile da sciogliere e che
ha occupato gran parte della riunione di ieri.
E il futuro? Cioè l'autunno. La discussione è rinviata, perché dare una risposta
politica a quanto sta accadendo in questi giorni è, secondo i portavoce del Gsf,
più urgente. Questa decisione di rinviare a settembre un momento specifico di riflessione
sulle "prospettive del movimento" era comunque già nell'aria nei giorni scorsi.
Acquisita la scelta fatta in molte città di costituire "social forum",
l'attenzione si è spostata su quanto e come è cambiato il movimento dai "fatti di
Genova". E qui, naturalmente, le opinioni e i punti di vista divergono. Divergenze
che non si traducono in divisioni, semmai è vero il contrario. E' cioè indiscutibile che
la partecipazione corale alle mobilitazione contro il G8, la conoscenza diretta, la
condivisione di momenti anche tragici come la morte di Carlo Giuliani e i pestaggi della
polizia nelle giornate di venerdì 20 e sabato 21 luglio ha rafforzato un clima in cui le
differenze di analisi e di proposta politica sembrano tendere a un orizzonte comune. Di
prospettive e di impegni. Un Genoa social forum senza smagliature alcuna, dunque?
No, un Gsf dove le differenze sono considerate un valore politico da non
disperdere.
E a tutto ciò si aggiunge la riflessione magmatica, forse caotica, sicuramente molecolare
che attraversa "disobbedienti" e "inflessibili", Attac e Rete
Lilluput, Fiom e Cobas, la Cub come i centri sociali, gli ambientalisti come i cattolici.
Qui i nodi da sciogliere sono molti, vanno dalle forme di azione politica alla definizione
di un'agenda che fissi le priorità dell'autunno. Ma anche come affrontare il nodo del
rapporto con quanti hanno partecipato alle mobilitazioni contro il G8 ma non si sono
riconosciuti nel Gsf. E' la realtà delle "tute nere" che nessuno nelle
poche dichiarazioni rilasciate - a voce alta o a mezza bocca, poco importa -, vuol
considerare solo un fenomeno di risposta violenta alla emerginazione sociale. Piuttosto
c'è la consapevolezza di volerne comprenderne bene i contorni in quanto "problema
politico". Quindi nessuna criminalizzazione, piuttosto l'avvio di una riflessione,
anche questa collettiva, sulle forme di esclusione e di inclusione sociale nella
globalizzazione economica. Quella globalizzazione contro la quale il Gsf si è costituito.
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