Corriere della sera 1 agosto 2001
«Via il
questore, procedimento contro i funzionari»
Il rapporto degli
ispettori su Genova: errori e omissioni, sul capo dellantiterrorismo decida il
ministro
- ROMA - Rimozione del questore di Genova Francesco Colucci. Valutazione sul comportamento
del capo dellAntiterrorismo, il prefetto Arnaldo La Barbera, e sul suo «vice»
Giovanni Luperi, rimessa al capo della polizia Gianni De Gennaro ed al ministro dellInterno
Claudio Scajola. Procedimento disciplinare per dirigenti e funzionari di polizia presenti
alla perquisizione nella scuola «Armando Diaz». Sono queste le conclusioni a cui è
giunto lispettore Pippo Micalizio per le modalità di esecuzione del «blitz» nella
sede del Genoa Social Forum, la sera di sabato 21 luglio. Micalizio ha consegnato la
relazione di una trentina di pagine a De Gennaro, che subito dopo lha illustrata a
Scajola in un incontro che si è protratto per tre ore e mezza. Il ministro Scajola in
serata ha così commentato: «Si tratta di un lavoro che è ancora da completare»,
ribadendo che «alcuni hanno compiuto azioni che non dovevano compiere. Il nostro è un
governo contrario a ogni eccesso e ogni violenza e le violenze non hanno colore
politico». Ogni decisione sugli eventuali provvedimenti da adottare è stata rinviata ad
oggi. Anche laltro ispettore Salvatore Montanaro ha finito il suo lavoro. Nella
relazione sugli avvenimenti nella caserma di Bolzaneto dove sono stati portati gli
arrestati vengono elencati ulteriori abusi: «Non è stato possibile individuare il
responsabile», avrebbe scritto Montanaro. Per il quale, però, è indubbio che cè
stato uno «scollamento organizzativo» che, tra laltro, ha portato ad un «omesso
controllo» e ad una «mancata vigilanza» nelle fasi di «identificazione e di
foto-segnalazione» dei fermati. Scajola e De Gennaro hanno esaminato anche questo
rapporto. Non è ancora pronto, invece, quello più complesso ed articolato sulla gestione
dellordine pubblico nelle strade, affidato a Lorenzo Cernetig.
LA SCUOLA «DIAZ» - La relazione più delicata è quella sulla perquisizione alla
«Diaz». Micalizio ha ricostruito le modalità dintervento, iniziando dalla
riunione in Questura in cui è stato deciso il «blitz» per passare poi alle fasi
attuative, ed ha sottolineato come siano stati commessi numerosi «errori ed omissioni».
Ha dato atto che al momento dellirruzione i poliziotti hanno incontrato un po
di «resistenza» allinterno dello stabile ed ha confermato come la perquisizione
abbia portato al ritrovamento di coltelli, bottiglie incendiarie e oggetti contundenti.
Nel documento viene inoltre osservato come la scelta degli uomini impiegati, gli agenti
del Reparto Mobile di Roma, sia stata forse inopportuna perché erano gli stessi che
avevano trascorso due giorni in prima linea ed erano «stanchi e stressati» per aver
sopportato lurto maggiore della guerriglia scatenata dai contestatori più violenti.
Micalizio ricorda comunque che ai poliziotti erano state date precise disposizioni di
agire con «cautela e prudenza». Raccomandazioni che, alla luce di quello che è emerso,
non sono bastate per evitare i pestaggi dei manifestanti.
LE «ACCUSE» - Al questore di Genova, Micalizio contesta principalmente di «non aver
nominato un responsabile delloperazione» nella scuola dove sono avvenute le
violenze. La lista di dirigenti e funzionari «sotto inchiesta» per la perquisizione
nella sede del Gsf prosegue con il nome di La Barbera. Secondo lispettore, il
comportamento del capo dellAntiterrorismo non sarebbe «indenne da censure»: lex
questore di Roma era il più alto in grado tra i funzionari e, malgrado abbia fatto
allontanare parecchi agenti quando si è accorto o gli hanno riferito che stavano
esagerando, gli verrebbe imputata la «responsabilità oggettiva» di non aver impedito
che anche altri usassero la mano pesante. Stessa «accusa», più o meno, per il vice di
La Barbera, Luperi, e per gli altri dirigenti e funzionari della polizia (una decina)
ascoltati nei giorni scorsi.
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Flavio
Haver |
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