Corriere della sera 5 agosto 2001
Il giallo del mezzo che durante il vertice «riforniva» i contestatori violenti

«Il furgone pieno di spranghe? Noleggiato dai Cobas di Torino»

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - Un furgone noleggiato da non meglio specificati «Cobas di Torino». Una sorta di arsenale mobile che ha attraversato Comune dopo Comune ed è arrivato indisturbato fino a Genova, nel bel mezzo del G8 e carico di «armi improprie»: spranghe, bastoni, catene e quant’altro serviva alla guerriglia anti-global. Il Sisde lo aveva segnalato, i responsabili dell’ordine pubblico ne erano a conoscenza. Eppure niente: il furgone non è stato intercettato se non quando ormai era troppo tardi, cioè nel pomeriggio di venerdì 20, quando da un elicottero le telecamere della polizia lo hanno ripreso proprio mentre un gruppo di contestatori fra i più violenti lo usava per rifornirsi di armi.
Nel filmato della polizia si vede il furgone in movimento e un ragazzo che lo segue sfilando da sotto un telone bastoni e spranghe poi distribuite ai manifestanti tutt’attorno. Le immagini rivelano che i giovani hanno quasi tutti magliette rosse e bianche. La loro sembra quasi una divisa. La polizia li riprende anche mentre si mescolano al corteo pacifico. Non ai bordi, ma nel cuore del serpentone umano che si snoda per la città. Non lo faranno fino al termine del vertice. Perché sabato pomeriggio gli agenti li scovano nel quartiere di Quarto e li arrestano tutti. Sono 23. L’accusa ipotizzata dalla questura è associazione per delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio. Ma il giorno successivo i magistrati decidono di convalidare soltanto due di quei 23 fermi: un ragazzo italiano di 20 anni e un siriano di 46, tutti e due ancora in carcere, ad Alessandria.
Ma il bilancio dei tre giorni che hanno sconvolto Genova non si chiude certo con due persone in cella. Il procuratore Francesco Meloni ha fatto sapere ieri mattina che delle 301 fra le persone arrestate o fermate 73 sono state scarcerate subito o per il ritardo della polizia e dei carabinieri nella consegna degli atti che riguardavano i loro provvedimenti o perché si sono rivelate infondate le accuse nei loro confronti. Per gli altri 228 sono state fatte richieste di convalida ai giudici delle indagini preliminari che hanno deciso a loro volta di non convalidare in 76 casi (68 dei quali riguardavano ragazzi fermati nel blitz alla scuola Diaz) e di accogliere la richiesta per gli altri 152. Non per tutti i convalidati, però, è stata decisa la misura di custodia cautelare in carcere. Alla fine restano in prigione, oggi, 49 dei manifestanti coinvolti negli scontri. Sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio, di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, di detenzione illegale di armi, di danneggiamento e lesioni.
Uno dei gruppi che conta le accuse più pesanti è quello di 17 ragazzi austriaci, fermati non durante le manifestazioni di piazza e legati a una compagnia teatrale che nei giorni del summit girava per Genova con un furgone sul quale è stato sequestrato materiale che la polizia ritiene sospetto.
Giusi Fasano