Manifesto 26 luglio 2001 IL
PADRE: IL FUTURO "I giovani lo vogliono subito. Ci vuole tempo. I giovani devono allungare un po' il loro percorso ma noi vecchi dobbiamo accorciare i tempi. Mettiamoci d'accordo: se diciamo tra dieci anni, allora lavoriamo già da domani" LA VIOLENZA "Rifiutiamo la violenza. Non esiste diversità che possa impedirci di unirci per raggiungere un obiettivo giusto." LA FEDE "La nostra famiglia ha sempre vissuto nella laicità, ma una diversità così grande non ha impedito a Carlo e al suo amico frate una tenera amicizia. Rifiutiamo la violenza." LA CONCRETEZZA "Noi non abbiamo voluto fiori. Non portateci fiori, magari solo una rosa rossa. Ma Carlo voleva le cose concrete. Mettete anche solo mille lire su un conto per fare le cose concrete che lui voleva fossero fatte. Adozioni a distanza, borse a di studio per i ragazzi dei paesi poveri, lotta all'Aids, organizzazioni non governative. Non per liberare la coscienza, ma come stimolo per costruire le cose perché non ci sia bisogno neppure della carità." IL GRAZIE "Voglio ringraziare Carlo che nella sua vita breve ci ha dato tante cose e tanto ci ha dato in questi giorni. La forza di stare in piedi, di continuare a parlare, cercare di ragionare. Ci ha regalato l'affetto di tutti voi, ci ha fatto rincontrare amici cari che per vicissitudini della vita avevamo perso; ci ha fatto ritrovare la forza delle idee, dei pensieri, di conoscere di più i suoi amici". LA MAGLIA SDRUCITA "Ci ha, mi ha insegnato delle cose. Ho imparato che non si deve giudicare un ragazzo per la maglia sdrucita, il pantalone bucato, le scarpe rotte, le treccioline che ha in testa, il piercing che ha sul viso. Perché sotto quelle maglie sdrucite e quelle treccioline ci sono cuori pieni, teste che pensano, tanta voglia di fare e un'insaziabile sete di giustizia. Le cose che vogliamo sono le stesse: un mondo migliore, persino meno schifoso" IL SALUTO "Ciao Carlo". |