Corriere della sera 5 agosto 2001
Vertice
Fao in Africa , primo passo del governo
Il neosegretario generale
della Farnesina incontra il direttore Diouf. La Bonino: da Palazzo Chigi gesto molto serio
- ROMA - La richiesta è partita, il meccanismo diplomatico è avviato. Giuseppe Baldocci,
designato giovedì scorso dal governo per la carica di segretario generale della
Farnesina, ha informato ieri a quattrocchi il direttore generale della Fao Jacques
Diouf che Silvio Berlusconi preferirebbe far spostare fuori dItalia il vertice sullalimentazione
fissato a Roma dal 5 al 9 novembre. Il colloquio si è svolto ieri mattina nello stesso
palazzo vicino alle Terme di Caracalla che, in teoria, dovrebbe ospitare lincontro
dellorganizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e lagricoltura, un
appuntamento al quale sono invitati i capi di Stato e di governo di 185 Paesi. Senegalese
specializzato in coltivazioni tropicali, Diouf ha compiuto 63 anni mercoledì, era appena
arrivato dallestero. Invece di un regalo, in ufficio si è trovato davanti una
versione confezionata con buone maniere del messaggio che il presidente del Consiglio,
provato dal G8 e dai suoi effetti collaterali, aveva illustrato molto sinteticamente tre
giorni fa ai senatori di Forza Italia: «Noi, con Genova, abbiamo già dato».
È stato proprio Diouf il principale promotore del summit . Quello
precedente, nel 1996, indicò lobiettivo di dimezzare entro il 2015 il numero degli
abitanti del mondo perseguitati dalla fame. Attualmente sono 800 milioni. La Fao calcola
che il totale delle persone denutrite sta diminuendo di otto milioni lanno, mentre
per raggiungere il traguardo stabilito dovrebbe calare ogni anno di 20 milioni. La
riedizione dellincontro è stata voluta dal direttore generale per richiamare i
Paesi aderenti a combattere la fame più di quanto stanno facendo.
LItalia, naturalmente, non ha il potere di imporre il cambiamento di sede, peraltro
il vertice rientra nella conferenza biennale dellorganizzazione che si tiene
abitualmente a Roma. Né Diouf può modificare da solo una decisione adottata con tante
nazioni. La proposta che gli è stata rivolta, in sostanza, è questa: voi ci togliete la
potenziale grana di avere di nuovo lItalia teatro di scontri fra contestatori della
globalizzazione e polizia sotto i riflettori del mondo, noi offriamo allAfrica unopportunità
di risultare l'avamposto della lotta alla fame.
Il ministro dellAgricoltura Gianni Alemanno, venerdì, aveva detto che Berlusconi
punta a spostare il summit a Nairobi, in Kenia. Rocco Buttiglione, delle Politiche
comunitarie, aveva ipotizzato Dakar, che, guarda caso, è la capitale del Senegal, nella
quale Diouf è stato parlamentare. Ma il governo nei giorni scorsi ha fatto sapere
informalmente che il nostro Paese, uno dei principali finanziatori della Fao, è disposto
a contribuire con soldi anche per soluzioni diverse. Una potrebbe essere il Cairo, che nel
2000 ha retto alla prova del vertice euro-africano. Unaltra in Sudafrica. Senegal,
Egitto e sudafricani sono nel gruppo di testa del Programma per la ripresa africana .
Il colloquio tra Diouf e Baldocci è finito con ununica decisione: riparlarne in
ulteriori contatti tra diplomazia italiana e Fao. Oggi il direttore generale torna allestero.
La richiesta non ha fatto grande piacere: nel suo palazzo si ritiene che qualunque città
diversa da Roma sarebbe più costosa e comporterebbe un rinvio. Secondo la radicale Emma
Bonino la richiesta del governo dimostra «grande serietà». Vittorio Agnoletto ,
Genoa social forum , sottolinea che il suo movimento deve pronunciarsi. Se ne
discuterà, del vertice Fao.
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Maurizio
Caprara |
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